Cosa significa fare la volontà di Dio?

di Don Ruggero Gorletti

Mercoledì della terza settimana del tempo di Pasqua

Dal vangelo secondo Giovanni 6,35-40

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

COMMENTO

«Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna». Vedere il Figlio e credere in Lui: questo serve per avere la vita eterna. Vedere naturalmente non può fare riferimento alla vista fisica, quella degli occhi: in questo caso significa entrare in relazione con Lui. Credere non significa solo accettare con l’intelletto che Gesù sia Dio che si è fatto uomo. Questo è necessario, ma non è sufficiente per salvarsi. Credere significa fidarsi. Fidarsi di Dio, affidarsi a Lui, e credere che sia vero ciò che ci ha rivelato attraverso l’insegnamento di Gesù, interpretato dal magistero della Chiesa. Fidarsi di Dio significa dare peso a tutto quello che ci ha detto, credere che le sue parole non sono consigli, ma sono comandi. Credere significa tradurre in pratica la parola di Dio, cioè alla fin fine significa fare la volontà di Dio. Una fede che rimane solo sulla carta e non modifica il modo di pensare e di vivere non ci serve a nulla: non ci riscalda il cuore, non ci illumina la mente, non ci conduce alla vita eterna.

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