Conosciamo il Cardinale elettore Pietro Parolin

Conosciamo il Cardinale elettore Pietro Parolin

di Angelica La Rosa 

VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO

Il Cardinale elettore Pietro Parolin, Segretario di Stato, è nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon, in provincia e diocesi di Vicenza (Italia). Viene educato in una famiglia semplice e profondamente cattolica — il padre ha un negozio di ferramenta e vende macchine agricole, la madre è maestra elementare — e frequenta fin da piccolo la parrocchia del paese. Qui, nel parroco don Augusto Fornara trova un punto di riferimento spirituale che orienta la sua fede e, in particolare, la vocazione sacerdotale maturata in quegli anni. L’esperienza della tragica perdita del padre, morto in un incidente stradale nel 1965, segna la sua infanzia e quella della sorella e del fratello, che ha appena otto mesi. A 14 anni entra nel seminario di Vicenza. Conseguita la maturità classica, continua gli studi di filosofia e teologia.

È ordinato sacerdote il 27 aprile 1980 dal vescovo Arnoldo Onisto e incardinato a Vicenza. Per due anni è vice parroco nella parrocchia della Santissima Trinità a Schio. Poi viene inviato a Roma, dove studia alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 1983 entra alla Pontificia Accademia Ecclesiastica e nel 1986 si laurea in diritto canonico alla Gregoriana con una tesi dedicata al Sinodo dei vescovi.

Nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1° luglio 1986, presta la propria opera dapprima nelle rappresentanze pontificie in Nigeria, fino al 1989, e in Messico, dal 1989 al 1992, e poi nella sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, dove lavora fino al 2002. In questo periodo, tra l’altro, accompagna il cardinale Etchegaray nella missione compiuta nel maggio 1993 nel Rwanda, sconvolto dalla guerra civile, e fa parte della delegazione, guidata dall’arcivescovo Tauran, che nel giugno 1997 partecipa alla diciannovesima sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata ad ambiente e sviluppo. Dal 2000 collabora con il vescovo Nicora su questioni legate all’attuazione della revisione del Concordato lateranense del 1984, con particolare riguardo all’ordinariato militare e all’assistenza religiosa nelle carceri e negli ospedali.

Il 30 novembre 2002 Giovanni Paolo II lo nomina sotto-segretario della sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, incarico che svolge per quasi sette anni. In questa veste interviene in diversi consessi internazionali, testimoniando in particolare l’attenzione della Santa Sede ai temi della pace e dei diritti essenziali della persona umana, con un sguardo particolare anche ai problemi dello sviluppo economico e sociale mondiale.

Particolarmente esperto di questioni riguardanti l’area mediorientale e, più in generale, la realtà geopolitica del continente asiatico, lavora in particolare per tessere e rafforzare i rapporti tra Santa Sede e Vietnam: fa parte delle delegazioni della Santa Sede che si recano nel Paese tra l’aprile e il maggio 2004, nel marzo 2007 e nel febbraio 2009 — quando si riunisce per la prima volta il gruppo di lavoro congiunto sulle relazioni diplomatiche bilaterali — mentre tra giugno e luglio 2005 conduce in Vaticano alcune sessioni di lavoro con una delegazione della commissione governativa vietnamita per gli affari religiosi in visita alla Santa Sede. Contribuisce anche a rilanciare il dialogo tra israeliani e palestinesi, convinto della necessità di un impegno condiviso per creare le condizioni di una pace giusta e duratura. Nel dicembre 2008 è alla guida della delegazione che partecipa ai lavori della Commissione bilaterale permanente tra la Santa Sede e lo Stato di Israele, riunita per portare avanti i negoziati tra le due parti dopo l’Accordo fondamentale sancito nel 1993.

Il 17 agosto 2009 Benedetto XVI lo nomina arcivescovo titolare di Acquapendente e nunzio apostolico in Venezuela. Il 12 settembre successivo riceve l’ordinazione episcopale dallo stesso Papa Ratzinger nella basilica Vaticana, conconsacranti i cardinali Bertone e Levada. A Caracas, dove arriva il 3 novembre 2009 e presenta le credenziali il 12 gennaio 2010, lavora in particolare per ristabilire un clima di rispetto e di collaborazione tra Governo e Chiesa cattolica, in vista di un impegno comune soprattutto sul terreno della giustizia sociale e della lotta a povertà e delinquenza.

Il 31 agosto 2013 Papa Francesco lo nomina suo Segretario di Stato, fissando l’inizio effettivo del suo servizio al successivo 15 ottobre. In quei giorni, però, il presule è costretto a un ricovero a Padova per un intervento chirurgico. E così alla data stabilita, nel corso di una breve cerimonia svoltasi nella biblioteca della Segreteria di Stato, il Pontefice gli dà il benvenuto in absentia, ringraziando al tempo stesso il cardinale Bertone, che lascia l’incarico dopo oltre sette anni. Il 25 ottobre viene dimesso dal nosocomio veneto, ma rimane ancora alcun giorni nella regione natale per la convalescenza. Giunto sabato 16 novembre in Vaticano, inizia la sua nuova missione lunedì 18, dopo aver concelebrato la messa con il Pontefice a Santa Marta.

Il 13 dicembre nella Sala Regia, incontra per la prima volta gli ambasciatori dei Paesi che hanno relazioni con la Santa Sede. Nello stesso mese di dicembre 2013 partecipa ai lavori della seconda riunione del Consiglio di Cardinali istituito da Papa Francesco per aiutarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Pastor bonus. È presente poi anche alle riunioni successive e dal luglio 2014 il Papa stabilisce che partecipi a pieno titolo come gli altri otto membri del Consiglio.

Da Papa Francesco è creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 22 febbraio 2014, con il Titolo dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela. In data 26 giugno 2018, con Rescriptum ex Audentia Ss.mi, il Santo Padre Francesco decide di cooptare nell’Ordine dei Vescovi il Cardinale Pietro Parolin, equiparoandolo in tutto ai Cardinali insigniti del titolo di una Chiesa suburbicaria. Il 7 marzo 2023 il Santo Padre Francesco, dovendo rinnovare il Consiglio di Cardinali, perché scaduto il mandato del precedente, ha nominato il Cardinalle Parolin membro del nuovo Consiglio. È membro dei Dicasteri: per la Dottrine dalla Fede; per i Vescovi; per le Chiese Orientali; per l’Evangelizzazione; per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; del Consiglio di Cardinali.

Il Cardinale Parolin ha usato le sue capacità diplomatiche in una vasta gamma di settori, in particolare il disarmo nucleare, la sensibilizzazione verso i paesi comunisti e persino le attività di mediazione. È particolarmente esperto in questioni riguardanti il Medio Oriente e la situazione geopolitica del continente asiatico. Ha svolto un ruolo cruciale nel ristabilire il contatto diretto tra la Santa Sede e Pechino nel 2005, un risultato lodato all’epoca, ma un’apertura diplomatica che potrebbe rivelarsi il suo tallone d’Achille. Il suo approccio unico alle relazioni sino-vaticane è culminato nel 2018 in un controverso accordo provvisorio segreto sulla nomina dei vescovi, rinnovato nel 2020, 2022 e 2024. L’accordo ha attirato critiche diffuse, non solo dal cardinale Joseph Zen Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong, e dai cattolici cinesi ordinari che si sono dimostrati fedeli a Roma, ma anche da eminenti cattolici in Europa e negli Stati Uniti che hanno accusato la Chiesa di svendersi alla Cina comunista al momento sbagliato e con conseguenze devastanti. Nel 2016-2017 è stato attaccato per la gestione di un’altra crisi, questa volta all’Ordine di Malta e le dimissioni forzate del suo Gran Maestro, Fra’ Matthew Festing. Anche la gestione di Parolin di alcuni aspetti delle finanze vaticane è stata messa in discussione. Durante l’emergenza Covid, il cardinale era desideroso di garantire quella che il Vaticano considerava una risposta globale compassionevole, mentre imponeva uno dei mandati di vaccinazione più duri al mondo proprio in Vaticano. È anche emerso che il Cardinale sia un ardente oppositore della liturgia tradizionale.

Per i suoi critici, il cardinale Parolin è un progressista modernista con una visione globalista. Per i suoi ammiratori non progressisti, il cardinale Parolin è un conservatore pragmatico, un maestro di discrezione e diplomazia. Ma gli viene imputata poca esperienza pastorale, essendosi dedicato primariamente alla diplomazia e all’amministrazione vaticana.

Il Cardinale Parolin è visto come un naturale successore dell’attuale papa se i cardinali elettori sceglieranno una figura di continuità.

Parolin vede la liturgia come indispensabile per la crescita nella santità. Il Cardinale Parolin vede il Concilio Vaticano II come una rottura significativa con il passato, l’avvento di un “nuovo paradigma di una Chiesa con una dimensione globale” e “irreversibile” attraverso il processo di sinodalità. Parolin è un fermo sostenitore delle riforme della Chiesa. Ha detto che sono necessarie preghiere, pazienza e discernimento per determinare come le riforme debbano continuare.

Il cardinale Parolin è vicino alla comunità di Sant’Egidio, un gruppo laico cattolico mondiale fondato a Roma che aiuta i poveri, i bisognosi e i vulnerabili. Il cardinale Parolin ha partecipato a una serie di suoi eventi nel corso degli anni.

Il cardinale Parolin ha detto relativamente poco sugli abusi sessuali del clero. Egli ritiene che sia “devastante” e che il “primo dovere” della Chiesa sia prendersi cura delle vittime, poi riconoscere e pentirsi dei crimini e trovare il modo di prevenirli in futuro. Ha espresso profondo dolore per le ferite causate dagli eventi dettagliati nel Rapporto McCarrick, e ha sottolineato che la Chiesa deve imparare da tali incapacità di migliorare i suoi processi e garantire una migliore protezione per i fedeli.

Parlando del ruolo delle donne nella gerarchia della Chiesa, Parolin ha detto: “Una donna potrebbe diventare Segretario di Stato, nel senso che il ruolo del Segretario di Stato non è evidentemente legato ai sacramenti o al sacerdozio. In ogni caso, ripeto, guardiamo il cammino che è stato percorso, e il Signore ci dirà fino a che punto possiamo andare”.

Parolin ha detto che la Santa Sede è “preoccupata” per l’emergere del populismo in tutto il mondo e considera “l’incapacità di accogliere e integrare” come “pericoloso”.

Parolin ha dichiarato che le nazioni devono rispettare il “diritto fondamentale” per una persona di praticare la sua religione “liberamente, senza paura di persecuzioni o discriminazioni”. La libertà religiosa, ha detto, è una “prerogativa necessaria”, che gli Stati dovrebbero rispettare e sostenere.

Parolin è un sostenitore della prioritizzazione del dialogo con il mondo islamico.

Nel 2022, il Segretario di Stato vaticano ha detto che la verità deve essere “immediatamente sostenuta” con uno stile misericordioso e di ascolto. Ha detto alla rete dei media cattolici EWTN: “Non si può andare in paradiso odiando qualcuno. – Perdona ora. Sii compassionevole ora. Siate pazienti e grati ora”. E ha aggiunto che i media cattolici non dovrebbero diffondere l’odio, ma “promuovere una comunicazione non ostile”. Ha anche sottolineato che l’etica e la morale sono richieste in economia, soprattutto alla luce di una “nuova economia climatica”.

Nel maggio 2018, Parolin ha detto che “la proliferazione di immagini sempre più estreme di violenza e pornografia influisce profondamente sulla psicologia e persino sul funzionamento neurologico dei bambini”. Parolin ha anche sottolineato il carattere universale dei diritti umani fondati sul diritto naturale e conoscibile dalla ragione naturale.

Parolin ha elogiato le cure palliative ma ha aggiunto che, poiché la medicina e la ricerca medica hanno un impegno duraturo nella ricerca di nuove cure e sconfiggendo la malattia, le cure palliative mostrano una consapevolezza che, quando tutto ciò che è medico è stato tentato, i limiti devono essere “riconoscibili e accettati”.

Il cardinale Parolin, riguardo a Fiducia Supplicans, ha spiegato che consente benedizioni “non liturgiche” ma il documento richiede una riflessione più profonda. Ha sottolineato che il cambiamento deve essere “fedele” alla tradizione e al patrimonio della Chiesa e procedere secondo “progresso nella continuità”. Quando l’Irlanda ha votato per legalizzare il “matrimonio” omosessuale nel 2015, Parolin ha dichiarato: “Sono profondamente rattristato dal risultato. Ha aggiunto che il risultato del voto non è stata solo “una sconfitta per i principi cristiani, ma di una sconfitta per l’umanità”.

Le opinioni dichiarate di Parolin sulla contraccezione non sono chiare. Parolin ha elogiato Madre Teresa per la sua opposizione all’aborto. Le opinioni personali di Parolin sui cambiamenti climatici non sembrano divergere da quelle di Francesco.

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