Conosciamo il Cardinale elettore Cristóbal López Romero
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VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Il Cardinale elettore Cristóbal López Romero, S.D.B., Arcivescovo di Rabat (Marocco), è nato il 19 maggio 1952 a Vélez-Rubio, nella diocesi di Almería. Nel 1964 è entrato nella famiglia religiosa fondata da san Giovanni Bosco, emettendo i primi voti il 16 agosto 1968, all’età di sedici anni, e facendo la professione solenne a ventidue, il 2 agosto 1974. Dopo aver completato gli studi secondari nel seminario salesiano di Girona, tra il 1973 e il 1979 ha ultimato la formazione filosofica e teologica presso il seminario salesiano di Barcellona. Inoltre nel 1982 si è diplomato in Scienze dell’informazione, sezione Giornalismo, presso l’Università autonoma del capoluogo catalano.
Ordinato presbitero il 19 maggio 1979, ha inizialmente svolto il ministero in favore degli emarginati nel quartiere periferico La Verneda, sempre a Barcellona. Nel 1984 è partito alla volta del Paraguay, dove per un biennio si è occupato di pastorale giovanile nel Collegio salesiano di Asunción e poi è stato delegato provinciale della pastorale giovanile vocazionale (1986-1992). Nel contempo, per un anno ha anche diretto il “Bollettino salesiano” (1991-1992), quindi è stato parroco nella capitale paraguayana (1992-1994). Superiore della provincia della Società salesiana di don Bosco in Paraguay (1994-2000), è stato direttore di comunità e docente nel Collegio di Asunción (2000-2002), dopodiché ha svolto il ministero nelle missioni salesiane del paese sudamericano (2002-2003). Trasferitosi in Marocco, è stato direttore di comunità e della pastorale parrocchiale e scolastica nel Centro di formazione professionale di Kénitra (2003-2011), prima di tornare in America latina come superiore della provincia salesiana di Bolivia (2011-2014).
Rientrato in patria come superiore della provincia salesiana di María Auxiliadora (2014-2017), il 29 dicembre 2017 è stato nominato da Papa Francesco Arcivescovo di Rabat, successore del francese Vincent Landel, appartenente alla congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 10 marzo 2018, nella cattedrale di San Pietro a Rabat, per l’imposizione delle mani del cardinale Juan José Omella, Arcivescovo Metropolita di Barcellona, conconsacranti il Cardinale francescano Carlos Amigo Vallejo, Arcivescovo emerito di Siviglia, e l’Arcivescovo Vito Rallo, Nunzio Apostolico in Marocco. Adveniat regnum Tuum il motto scelto per il suo ministero al servizio dell’esigua minoranza cattolica in mezzo alla maggioranza di musulmani sunniti di rito malachita. López Romero ha inoltre dato impulso all’istituto ecumenico di teologia “Al Mowafaqa” che significa “l’accordo”, “l’intesa”, frutto dell’amicizia e dei contatti tra il suo predecessore e il pastore luterano presidente della locale Chiesa evangelica.
Dal 30 al 31 marzo 2019 ha accolto il Pontefice in occasione del viaggio compiuto nell’ottavo centenario dello storico incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil. Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 5 ottobre 2019, del Titolo di San Leone I. È membro dei Dicasteri per il Dialogo Interreligioso; per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Il Cardinale Cristobal Lopez Romero è un prelato salesiano di origine spagnola che si è impegnato in Marocco al dialogo con i musulmani e al benessere dei migranti. Fervente sostenitore del Sinodo sulla sinodalità, ha detto di ritenere che il processo sinodale vada oltre la democratizzazione della Chiesa, e che chiunque non sia d’accordo con le sue decisioni sia “moralmente obbligato” a sostenerle.
Il porporato ha proposto di dedicare un sinodo specificamente alle migrazioni, che vede come un fenomeno mondiale che richiede la riflessione di tutta la Chiesa cattolica. Ha espresso preoccupazione per la mancanza di compassione mostrata da alcuni cristiani nei confronti dei migranti e di altri gruppi vulnerabili, e ha dichiarato di soffrire quando le persone, dopo aver partecipato alla Messa, gli chiedono di non “mandare più migranti dal Marocco”.