Parsi: “I mass media sono pessimi maestri”

Parsi: “I mass media sono pessimi maestri”

di Mariella Lentini*

INTERVISTA ESCLUSIVA ALLA PSICOTERAPEUTA MARIA RITA PARSI

Sulla falsariga del famoso “Questionario di Proust” abbiamo rivolto alcune domande alla professoressa Maria Rita Parsi (sotto l’intervista trovate una sua ampia biografia) e la ringraziamo per la sua disponibilità.

1. Una persona famosa (attuale o storica) che si avvicina al suo ideale…

“Papa Francesco, Madre Teresa di Calcutta e Maria Franca Ferrero. A loro ho dedicato il mio ultimo libro edito da Mondadori, «Noi siamo bellissimi. Elogio della vecchiaia adolescente»”.

2. La materia più amata e quella più odiata da studentessa…

“L’italiano e la letteratura le più amate. La matematica la più odiata”.

3. Quale è la sua più grande passione?

“Provare passione per quello che faccio e in cui credo”.

4. Qual è il suo motto?

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”.

5. Una sua fobia…

“Fobie non ne ho, mi fa però paura la guerra, e non sopporto l’ipocrisia”.

6. Un oggetto al quale è particolarmente legata…

“Un peluche che rappresenta un ippopotamo. In un brano della Bibbia alle lamentele di Giobbe – che pur essendo un uomo buono, caritatevole e ottimo servo di Dio, subisce tante sventure, ogni tormento e ogni persecuzione – Dio risponde mostrandogli l’ippopotamo, sua maestosa creatura, animale forte e potente, che nulla può sconfiggere: «Poni una mano sulla tua bocca Giobbe, tu lo sai chi sono io? Io sono colui che ha creato l’ippopotamo. Hai presente l’ippopotamo Giobbe? La sua forza sta nei suoi fianchi, le ossa delle sue zampe sono come “canne di bronzo”, le sue costole sono come sbarre di ferro. Hai visto mai quando apre la bocca? Che mascelle, che denti! Chi può avvicinarsi a una creatura simile con la spada per togliergli la vita?». Come dire: “Hai visto mai qualcuno che ha messo la mano sul collo di un ippopotamo e ne è rimasto vivo?”. Per me questo ippopotamo è diventato un simbolo. Quando mi lamento delle cose, mi ricordo dell’ippopotamo che nessuno può sconfiggere, se non Dio”.

7. Il suo sport preferito…

“Il tennis”.

8. Il fiore, il frutto e il colore che apprezza di più…

“Le orchidee, i tulipani, le rose gialle, i girasoli e le margherite grandi; il melone, l’anguria, l’avocado, le albicocche e i datteri. Il colore che preferisco è il giallo”.

9. Il piatto che ama di più…

“I tortellini perché mio padre aveva inventato una macchina automatica per produrli”.

10. Quale qualità apprezza di più in una persona?

“La sincerità”.

11. Il film più bello che ha visto…

“La vita è meravigliosa, del 1946, con James Stewart e La vita è bella di Roberto Benigni”.

12. Il suo programma TV preferito…

“Il telegiornale!”.

13. La nazione del mondo in cui le piacerebbe vivere…

“L’Italia dove vivo e la Francia. Dell’Italia apprezzo tutto perché è una delle più belle nazioni del mondo, ricca di cultura e di capolavori, anche se la considero, in rapporto a quello che potrebbe essere e fare, in ritardo su moltissime cose: non valorizza e non promuove le meraviglie che ha e con le quali potrebbe vivere di rendita. Quanto alla Francia è la terra da cui è partita la rivoluzione francese che ha mosso il popolo contro la tirannia: il celebre motto «Libertà, Uguaglianza, Fraternità» per me è fondamentale. Parigi la porto nel cuore e la amo tanto quanto Roma. Mi piace la Senna, la cultura francese, questa meraviglia tra pittura e letteratura che va dal Settecento fino al Novecento”.

14. La musica aiuta a liberare le emozioni. Uno dei suoi interessi musicali da ragazza era il folk. E adesso?

“É ancora il folk, ma la musica è musica, dall’opera e operetta alla musica classica, al pop, alle canzoni del Festival di San Remo e a quella dei cantautori, dei gruppi e dei cantanti della mia generazione. La musica per me è un linguaggio privilegiato di espressione”.

15. Gli scrittori preferiti…

“Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Erich Fromm, Abraham Maslow, James Hillman, Anne Freud, Alice Miller, Melanie Klein, Maria Montessori, Louisa May Alcott, Hans Christian Andersen, Gianni Rodari, Esopo, Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoy, Oscar Wilde, Raffaele La Capria, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci, Marguerite Yourcenar, Matilde Serao, Grazia Deledda”.

16. Il nome di ognuno di noi è importantissimo, ci distingue dagli altri fin da bambini. Perché lei si chiama Maria Rita?

“Credo perché mia madre era molto devota alla Madonna e a Santa Rita da Cascia, la sua santa preferita, che considerava una donna eccezionalmente coraggiosa, prima sposa e poi monaca agostiniana. A loro, probabilmente, avrà chiesto protezione per la sua prima figlia, avuta con un parto difficile”.

17. Un ricordo bello legato alla sua infanzia…

“Avere imparato a poetare”.

18. Un passo del Vangelo recita: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». É importante saper mantenere da adulti la purezza e l’incanto dell’infanzia?

“É la sola speranza possibile di trasformazione e pace”.

19. Secondo lei la famiglia, i genitori, i bambini, in Italia sono sufficientemente tutelati?

“No! E bisognerebbe fare di tutto e presto per superare ogni inefficienza culturale, sociale, sanitaria, educativa, spirituale”.

20. Che valore hanno i nonni per la società di oggi?

“Sono per eccellenza un bene rifugio”.

21. Con l’avvento di Facebook, Instagram e intelligenza artificiale assistiamo a fenomeni negativi come il cyberbullismo. Come difenderci?

“Facendo formazione a scuola e nel sociale, proprio relativamente ad un uso virtuoso del virtuale. E potenziando il controllo di questi mezzi. Ad esempio, investendo, ad oltranza, sulla Polizia Postale”.

22. L’oratorio, la parrocchia, possono rappresentare un punto di riferimento per i giovani?

“Assolutamente sì”.

23. Si parla troppo del Male che c’è nel mondo e meno del Bene perché “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. I mass media: cattivi o buoni maestri?

“Pessimi maestri da rieducare ad una comunicazione che non produca gli effetti sociali negativi che quotidianamente induce e produce!”.

24. Lei ha affermato che “i messaggi d’amore enunciati dai santi possono avere effetti taumaturgici nelle persone, ovvero guarirle dal male di vivere facendole sentire meno sole”. L’agiografia può rappresentare, quindi, un valore storico ed etico morale anche per chi non ha fede e non crede ai miracoli?

“Certamente perché sono messaggi centrati sul Bene, sull’amore, sulla carità, sul perdono, sul coraggio, sull’ascolto. E, pertanto, sono e contengono «linee guida» al Bene”.

25. Quale santo e quale santa potrebbero essere validi influencer per i giovani di oggi?

“San Francesco d’Assisi e Santa Rita da Cascia”.

26. Il verde riposante, ma anche inteso come forza vitale, riporta alla parola “viriditas” coniata da Santa Ildegarda. Lei ama circondarsi di verde? Quanto è importante il contatto con la natura?

“Il contatto con la natura è un bene assoluto. In casa e sui balconi ho moltissime piante”.

27. Nel “Cantico delle creature” San Francesco loda le bellezze del Creato. Ricorda un paesaggio che l’ha emozionata?

“Tanti paesaggi ho visto viaggiando. Ma sono i paesaggi dell’anima quelli che mi interessano, della mia e di quella altrui!”.

28. Una parabola che ricorda?

“Preferisco ricordare, in primis, la parabola dei talenti”.

29. Chi è per lei Gesù Cristo?

“Un rivoluzionario, il solo che io riconosca come tale”.

30. Qual è il senso della sua vita e come vorrebbe spenderla nel mondo?

“La mia fatica è stata proprio e da sempre «dare un senso al non senso della vita». Io l’ho trovato – almeno spero! – scrivendo, insegnando, curando me stessa e gli altri”.

 

Maria Rita Parsi proviene da una famiglia della nobiltà papalina, i Conti di Lodrone. Sua madre, Bianca Cherubini, era una terziaria francescana: imprenditrice operosa, a novantanni pubblicò il suo primo romanzo autobiografico “Storia di Bianca” (Edizioni Viator); guidava l’automobile e si recava ogni giorno in ufficio e in fabbrica. Da lei ha appreso ad accettare il distacco dalle cose, ad investire sulle emozioni, sui sentimenti, sui valori; sul lavoro, costruttivo, appassionato; sul miglioramento di se stessi; sul senso di responsabilità. Dal padre, Gustavo dei Conti Parsi, ha ereditato creatività, ingegno, voglia di scoprire e di innovare.

Ha avuto come maestri: Cesare Musatti, Giovanni Bollea, Jole Baldaro Verde, Francesca Morino Abbele, Fabrizio Di Giulio, il sociologo Franco Ferrarotti con cui si è laureata, Luigi De Marchi, Michele Festa, Ronald Laing, Alexander Lowen. E Alice Miller. Con gratitudine li nomina sempre e a loro ha dedicato molti dei suoi libri.

Maria Rita Parsi è una psicoterapeuta che chiama i pazienti allievi e che ha messo l’insegnamento, da lei praticato come professione dalle elementari all’università, al primo posto. “I veri maestri – afferma la professoressa – sono quelli che mettono in condizione gli allievi di superarli e, poi, vanno a scuola da loro”.

Docente presso università, istituti specializzati e associazioni private, nel 1980 ha fondato la SIPA per diffondere un metodo terapeutico da lei ideato che consiste nell’utilizzo interdisciplinare di tutti i mezzi per la comunicazione e l’integrazione sociale, per conoscere se stessi e superare inibizioni e traumi del passato (attraverso la scrittura, la drammatizzazione, la fotografia, la pittura, il teatro, la fiabazione, la poesia, la musica, il cinema, il virtuale).

Il 3 agosto 1992 ha dato vita alla Fondazione Movimento Bambino Onlus, istituzione culturale per la tutela giuridica e sociale dei bambini, per la diffusione della Cultura dell’Infanzia e dell’Adolescenza e per la formazione dei formatori, in primis genitori, educatori, operatori della comunicazione, proseguendo ed integrando l’attività iniziata con la Cooperativa di servizi e promozione culturale “Collettivo G”, da lei fondata nel 1974, per il decentramento culturale da operare nelle periferie della città di Roma.

Giornalista, editorialista, opinionista ha scritto e scrive su quotidiani (L’Ora di Palermo, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Il Messaggero, L’Avvenire, Il Tempo) e riviste (Oggi, Donna Moderna, Star Bene, Sorrisi e Canzoni TV, Confidenze), è un volto noto della televisione, spesso invitata in trasmissioni da Rai, Mediaset, TV 2000 e La7.

Scrittrice di successo ha pubblicato oltre cento libri, tra saggi, romanzi, testi scientifici, poetici e teatrali, molti dei quali diventati best seller: dai primi, datati 1976 Animazione in borgata. Che ci fa Diabolik a San Basilio? e 1978 Lo scarico, editi da Savelli; a I quaderni delle bambine (1990); I quaderni delle donne (1994); Il Pensiero bambino (1991); Le mani sui bambini (1998) editi da Mondadori. Tra i più recenti: Chat ti amo e Manuale antiansia per genitori (2000), Maladolescenza (2014) e Generazione H (2017) editi da Piemme; L’alfabeto dei sentimenti (2003) e Single per sempre (2009) editi da Oscar Mondadori; L’immaginario prigioniero – Come educare i nostri figli ad un uso creativo e responsabile delle nuove tecnologie (2009) edito da San Paolo; Fragile come un maschio. I maschi son così – Penelope si è stancata (2000); Ingrati: la sindrome rancorosa del beneficato (2011); Doni – Miracoli quotidiani di gente comune (2012); Amarli non basta (2013); Le parole dei bambini, ascoltarli per capirli (2014) editi da Mondadori; La principessa degli specchi. Tecnica grafico-proiettiva di approccio bioenergetico e psicoanimatorio al corpo (2017) edito da Franco Angeli; Stjepan detto Jesus, il figlio (2020) edito da Salani; Contro il potere distruttivo di ogni guerra (2023) edito da Armando Curcio; Felici si può (2018), Per rivedermi ancora (2023), edizioni Pagine.

Dirige e cura le collane editoriali Young Vox, Parsi Pensiero e Coattissima (Armando Curcio), I Garanti (Salani) e Covid-20 linee guida (Pagine). É sua l’idea della serie televisiva del 1987 “Professione vacanze”, prodotta da Claudio Bonivento con l’attore protagonista Jerry Calà. Nei primi anni Novanta ha condotto, sul canale nazionale Junior TV, il programma di giochi di psicoanimazione “Zero Zero Carbonella”, con Angela Gangeri e Filippo Zagarella. Dal suo racconto “Luisa Spagnoli” del libro “Le italiane” (edito da Castelvecchi, per Telefono Rosa, 2010), è stata liberamente tratta la sceneggiatura della omonima fiction, andata in onda su Rai Uno nel febbraio 2016.

Quasi settanta sono le presentazioni, le prefazioni, le introduzioni, le postfazioni, i contributi e i prologhi da lei firmati per saggi, biografie e romanzi di altri autori. Citiamo uno per tutti “Francesco. Le vie del Sacro” di Francesca Morino Abbele, professore emerito di psicologia sociale all’Università di Firenze (Edizioni La Porziuncola): “Mai come in queste ore, in cui la cronaca ci racconta storie di guerra, di dominio, di angoscia, il messaggio della mia grande maestra Francesca Morino nel suo libro su San Francesco – dichiara Maria Rita Parsi – appare un raggio di speranza nell’attesa di un arcobaleno di pace. Contro la distruttività umana altro non v’è che attivare le difese della spiritualità, della creatività, dell’impegno”.

Oratrice d’eccezione, capace di parlare a braccio per ore tenendo viva l’attenzione di chi l’ascolta, Maria Rita Parsi viene invitata a tenere lectio magistralis in tutta Italia e all’estero. Fa parte di giurie di concorsi letterari e partecipa a eventi culturali come il “Festival Filosofi lungo l’Oglio” del quale è madrina dove, nel 2022, a Lograto (BS), l’abbiamo vista, emozionata, cantare insieme al pubblico l’inno di Mameli, tenendo la mano destra sul cuore. Insignita nel 1986 dal Presidente della Repubblica del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica, dal 2012 al 2017 è stata unico membro italiano del Comitato ONU per i Diritti del Fanciullo a Ginevra, e dal 2002 al 2008 consulente della Commissione parlamentare per l’infanzia.

Le sono stati assegnati prestigiosi riconoscimenti tra i quali nel 2007 la Medaglia d’Oro della Camera dei Deputati e i Premi Paolo Borsellino e Pio Manzù; Premio Cartagine (2008); Premio Hemingway (2011); Premio Eccellenza Donna (2021); Premio Mozia per la Cura dell’Anima (2024), per l’impegno sociale profuso, in Italia e all’estero, nella difesa dei diritti dei bambini e per aver contribuito allo sviluppo della cultura in diversi settori.

Recentemente è stata nominata componente del Tavolo Tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, costituito dal Ministero per la Famiglia

Si definisce un’anziana adolescente. La vecchiaia non le fa paura: “Se la vita è stata spesa bene – afferma la psicoterapeuta – e si hanno ancora le energie per fare qualcosa di buono, felicità e gioia sono obiettivi ai quali tutti possono accedere, se si impara a perdonare, a essere grati, ad amare”.

***

I passerotti non fanno rumore

I passerotti
non fanno rumore.
Essi abitano l’aria
con un leggero battere d’ali.
Essi aspirano al nido
al conforto del cibo
e del calore.
Hanno morbide piume
come morbido è il cuore
che scandisce
nel loro petto
il tempo del vivere.
Hanno voci
così sottili ed incerte
che il silenzio
può contenerle
e quando piangono
lasciano tracce di luce
negli arcobaleni
e nel vento.
Non fategli male.
La loro anima
è l’anima del mondo.

(da “I quaderni delle bambine” di Maria Rita Parsi, Mondadori, 1990).

 

* L’autrice di questa intervista ha pubblicato il volume “Santi compagni guida per tutti i giorni” (Editore Espansione Grafica) che vanta un Prologo di Maria Rita Parsi.

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