Conosciamo il Cardinale elettore Charles Maung Bo
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VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Il Cardinale elettore Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon (Myanmar), è nato il 29 ottobre 1948, da una famiglia di agricoltori a Monhla, un piccolo villaggio del distretto di Shwebo, in arcidiocesi di Mandalay, nel cuore del Paese asiatico che si affaccia sul golfo del Bengala. È il più piccolo dei figli di U John e Julian Daw Aye Tin. Rimasto orfano di padre all’età di soli due anni, è stato affidato alla cura dei salesiani di Mandalay e alla luce del carisma di don Bosco ha compiuto tutta la sua formazione, in particolare gli studi svolti tra il 1962 e il 1976 nell’aspirantato salesiano Nazaret di Anikasan a Pyin Oo Lwin. Qui ha emesso la prima professione, il 24 maggio 1970, e quella perpetua, il 10 marzo 1976.
Dopo essere stato ordinato sacerdote salesiano a Lashio il 9 aprile 1976, ha avuto il suo primo impegno pastorale come parroco a Loihkam, dove è rimasto fino al 1981, quando è stato richiamato a Lashio per svolgere il ministero di parroco fino al 1983. Nei due anni successivi è stato formatore nel seminario di Anisakan.
Dal 1985 gli è stata affidata – per un anno come amministratore apostolico e poi fino al 1990 come prefetto apostolico – la prefettura di Lashio, nel tormentato stato di Shan. E quando il 7 luglio 1990 è stata elevata a diocesi, ne è diventato il primo vescovo, ricevendo l’ordinazione episcopale il 16 dicembre successivo.
Dopo sei anni, il 13 marzo 1996, è stato trasferito alla diocesi di Pathein e poi, nel 2002, nominato anche amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Mandalay.
Il 15 maggio 2003 è stato promosso arcivescovo di Yangon, la più grande città birmana e, all’epoca, capitale della nazione. L’ingresso nella nuova sede è avvenuto il 7 giugno.
Impegnato a rinsaldare la fede di una comunità segnata da continue difficoltà e sofferenze, si è sempre adoperato per il dialogo fra le religioni, persuaso che l’impegno dei vari leader religiosi sia fondamentale per placare le tensioni che tormentano il Paese.
Presidente della Conferenza Episcopale del Myanmar dal 2000 al 2006, ha ricoperto anche diversi incarichi a livello nazionale e continentale: Segretario tesoriere della Conferenza episcopale del Myanmar e responsabile per la Chiesa birmana del seminario maggiore e del dialogo tra le religioni; capo dell’ufficio per lo sviluppo umano della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia.
Deciso sostenitore del dialogo fra i popoli e le religioni, concretamente impegnato nella promozione della pace, della riconciliazione e della giustizia in un Paese la cui storia anche recente è segnata dalla dittatura e dagli scontri etnici, Charles Maung Bo è il primo cardinale del Myanmar, Paese che ha appena celebrato il quinto centenario dell’evangelizzazione e nel quale la Chiesa, pur essendo una presenza numericamente esigua, ha dato sempre testimonianza di fede in mezzo alle persecuzioni.
Il 14 luglio 2018, il Santo Padre Francesco lo ha nominato Presidente Delegato della XV Assemblea Generale Ordinaria sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018).
Dal 1° gennaio 2019 è il Presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (FABC).
Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 14 febbraio 2015, del Titolo di Sant’Ireneo a Centocelle.
È membro dei Dicasteri: per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per la Comunicazione.
Le sue omelie, che sanno intrecciare speranza, fede, pace, riconciliazione e sfida profetica, sono tipiche del cardinale Bo e offrono uno spaccato della sua spiritualità e del suo carattere.
Combina un raro mix di coraggio e saggezza, tradizione e creatività, umiltà e umorismo, una fede incrollabile e un’apertura a nuove idee.
Generoso, pastorale e compassionevole, ama le arti e, come Papa San Giovanni Paolo II, è lui stesso un drammaturgo. Ama anche lo sport e gioca ancora a calcio e a basket con preti e religiosi. Come salesiano ha una particolare devozione per i giovani.
Il cardinale Bo è sostiene la sinodalità, le questioni ambientali e il cambiamento climatico. Ha fortemente criticato il Partito comunista cinese, ma non è arrivato a criticare il Papa per il suo accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi. Bo è stato criticato a volte per essere troppo diplomatico e per essere apparentemente sceso a compromessi su alcune questioni.
Bo non è favorevole all’ordinazione di donne prete, al fatto di rendere facoltativo il celibato sacerdotale e alle benedizioni delle coppie dello stesso sesso. Ma ha parlato poco, se non per niente, di queste questioni, in quanto non sono generalmente questioni per la Chiesa in Myanmar e perché preferisce concentrarsi sulla giustizia e la pace in una nazione così tormentata da conflitti e repressione, e dalle conseguenze di uno spaventoso terremoto accaduto nei giorni scorsi.