La “Fine della Storia” non è arrivata
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GLI ERRORI MADORNALI DEL POLITOLOGO FRANCIS FUKUYAMA
Francis Fukuyama è uno degli intellettuali più discussi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua celebre (e controversa) tesi della “fine della storia”, formulata all’inizio degli anni ’90 dopo la caduta del Muro di Berlino. La sua opera più nota, The End of History and the Last Man (1992), sosteneva che la democrazia liberale occidentale rappresentasse la forma finale e più evoluta di governo umano, e che quindi la “storia” intesa come lotta ideologica fosse giunta al termine. Ma sono tanti gli errore di previsione che ha fatto.
Fukuyama sosteneva che, dopo la fine della Guerra Fredda, non ci sarebbero più state grandi alternative ideologiche alla democrazia liberale. Sono emerse (o riemerse), invece, forme autoritarie, populismi, nazionalismi, teocrazie e regimi ibridi. Paesi come Cina, Russia, Turchia, Iran e altri hanno adottato modelli diversi, spesso in aperta opposizione all’Occidente liberale.
Fukuyama ha inizialmente pensato che con l’apertura economica la Cina si sarebbe progressivamente democratizzata. Ma ha commesso un errore micidiale. La Cina è diventata una superpotenza autoritaria senza liberalizzarsi politicamente, anzi consolidando un modello opposto a quello liberale, mostrando che capitalismo e democrazia non sono necessariamente legati.
La sua tesi implicava un mondo sempre più integrato, cosmopolita, post-ideologico. Altro clamoroso errore. Negli ultimi anni c’è stato un ritorno potente del nazionalismo identitario, in Europa, negli USA (Trump), in India (Modi), in Russia (Putin), ecc.
Fukuyama (come molti neoconservatori) ha sostenuto, seppure in modo più cauto, che fosse possibile esportare la democrazia in paesi come Iraq e Afghanistan. Altro errore clamoroso. Gli interventi occidentali si sono rivelati fallimentari, dimostrando che non si può imporre la democrazia dall’esterno senza solide basi culturali, storiche e istituzionali interne.
Fukuyama vedeva la democrazia liberale come garante della stabilità e della prosperità. In realtà il modello neoliberale ha generato forti disuguaglianze economiche e fratture sociali che hanno minato la fiducia nelle istituzioni democratiche in molti paesi.
Fukuyama non aveva previsto la forza del fattore religioso nella politica globale (es. fondamentalismo islamico, teocrazie, ecc.). Contrariamente alla previsione di un mondo secolarizzato e razionale, la religione è rimasta (e in certi contesti è tornata ad essere) una forza politica potentissima.
Ma è stato davvero tutto un errore? A suo favore, va detto che Fukuyama ha rivisto molte delle sue tesi nel tempo. Ha riconosciuto i limiti del suo ottimismo e ha scritto successivamente opere più critiche verso il liberalismo (es. Political Order and Political Decay, Identity, ecc.). Non è rimasto fermo sulle sue posizioni, e questo lo distingue da molti intellettuali.