La Siria sarà governata dalla sharia
–
APPROVATA LA NUOVA COSTITUZIONE “PROVVISORIA” CHE SI RIFÀ LARGAMENTE AL CORANO
In Siria il nuovo governo presieduto da Ahmed al Sharaa (al Jolani) ha formalizzato l’approvazione di una Costituzione provvisoria che regolerà la vita politica e sociale del Paese per i prossimi cinque anni.
Come ci informa il blog di analisi internazionali Caput Mundi «Il documento è stato redatto da una commissione composta da sette esperti, nominata dal governo all’inizio di marzo. Secondo quanto riferito da uno dei membri della commissione, la nuova Carta conserva alcuni principi della precedente Costituzione. In particolare, rimane in vigore il requisito che il capo dello stato debba essere di fede musulmana, così come resta invariato il nome ufficiale del paese: Repubblica Araba di Siria», tuttavia, nonostante questo primo passaggio verso una normalizzazione, il futuro della nazione mediorientale resta ancora assai incerto.
La deposizione di Bashar Al-Assad e la fine del suo regime tirannico infatti non significa necessariamente l’inizio di una fase “democratica” per la repubblica. La Costituzione infatti si fonda sulla legislazione islamica, la sharia, e rispecchia largamente l’attuale scenario, che ha visato prevalere nel corso della lunga e sanguinosa guerra civile le forze integraliste fortemente legate in passato con i movimenti terroristici e fanatici di Al Queida e Isis.
Sebbene sia stato annunciato che il documento garantirà la tutela dei diritti delle donne e la protezione della libertà di opinione, di espressione e di stampa, resta incerta la reale applicazione di tali garanzie. Innanzitutto la sharia si rifà strettamente al Corano, nel quale simili garanzie sono del tutto assenti, inoltre, come ha ricordato l’analista Arianne Ghersi, intervistata da InFormazione cattolica, il presidente al Jolani benchè abbia cercato negli ultimi anni di “ripulire” la sua immagine pubblica resta pur sempre il fondatore di un movimento jihadista: Hayat Tahrir al Sham (HTS), il quale ha sì preso le distanze dalla visione panislamica di Al Queida, ma per concentrarsi sulla creazione di una Siria islamica sunnita in cui ben difficilmente potranno essere garantiti i diritti, e magari la stessa sopravvivenza, delle altre minoranze religiose, specialmente alawiti e cristiani. Tra l’altro la Siria è un paese estremamente eterogeneo, benché mutilato nel corso della guerra di alcune sue parti, e apparentemente mal si adatta ad essere governato secondo i rigidi principi della sharia, il che fa temere ad alcuni analisti che presto o tardi si ricostituirà una forma di accentramento del potere in mani di pochi che governeranno col pugno di ferro, come avvenuto durante la dinastia Assad.
Purtroppo sembra che il Medio Oriente sia ancora ben lontano dal trovare una propria stabilità, restando ancora per molto una delle aree “calde” del pianeta, a due passi dalle nostre sponde italiane ed europee.