Minoranze in Terra Santa

Minoranze in Terra Santa

A cura della Redazione

PONTI DI SPERANZA: IL RUOLO DELLE MINORANZE IN TERRA SANTA

Il Santuario San Giovanni XXIII di Sotto il Monte (Bergamo), Chiesa Giubilare nell’Anno della Speranza, si prepara ad accogliere la Prof.ssa Mouna Maroun, Rettrice dell’Università di Haifa e prima donna araba, cristiana maronita, a ricoprire tale incarico in un ateneo israeliano. L’evento, intitolato “Ponti di Speranza: il ruolo delle minoranze in Terra Santa”, si terrà questa sera, venerdì 11 aprile 2025, alle ore 21:00, e si inserisce nel percorso de I Venerdì della Speranza, un ciclo di catechesi e incontri di alto profilo culturale e spirituale.

La data scelta non è casuale: l’11 aprile segna il 62° anniversario della Pacem in Terris, l’ultima enciclica di Papa Giovanni XXIII, un testo di straordinaria attualità, considerato un potente appello alla pace, al dialogo tra le nazioni e al superamento delle divisioni. In questo contesto, la testimonianza della Prof.ssa Maroun assumerà un valore simbolico particolarmente forte: nata a Isfiya, sul Monte Carmelo, in una famiglia cristiana profondamente credente, ha saputo coniugare la fede ricevuta dai genitori con un’altissima dedizione alla ricerca scientifica e all’inclusione delle minoranze nella società israeliana. La sua voce, che unisce scienza, spiritualità e impegno sociale, offrirà una prospettiva originale su come affrontare le sfide del nostro tempo, ribadendo che la speranza è un ponte capace di congiungere culture e fedi diverse.

“Ponti di Speranza: il ruolo delle minoranze in Terra Santa” si connota dunque come un’occasione preziosa di confronto e riflessione sui temi dell’inclusione, del dialogo interreligioso e della responsabilità collettiva di costruire la pace. L’incontro, a ingresso libero, è aperto a tutti coloro che desiderano vivere un momento di arricchimento spirituale e culturale, in un luogo emblematico come il Santuario dedicato a San Giovanni XXIII, il “Papa della Pace”, la cui eredità continua a risuonare nel mondo.

Un incontro tra Fede e Cultura – L’arrivo della Prof.ssa Maroun a Sotto il Monte suggella l’intento di I Venerdì della Speranza: offrire uno spazio di condivisione in cui si intrecciano diverse competenze e sensibilità. La Prof.ssa Maroun, infatti, non è soltanto una scienziata di fama internazionale, ma anche una testimone di fede profonda. La sua presenza testimonia che l’impegno scientifico, la responsabilità sociale e la spiritualità possono coesistere in un’unica vocazione, contribuendo a costruire percorsi di speranza a livello locale e globale.

Dichiarazione Prof.ssa Mouna Maroun, Rettrice dell’Università di Haifa

«È con profonda umiltà e gratitudine che mi unisco a voi nella riflessione sull’attualità del messaggio di Pacem in Terris, in occasione del suo 62º anniversario. Come scienziata, donna, araba cattolica maronita e cittadina della Terra Santa, porto dentro di me identità multiple — ognuna delle quali ha contribuito a plasmare la mia comprensione della speranza, del dialogo e della pace. Provengo da una minoranza all’interno di una minoranza, cresciuta nella fede della Chiesa cattolica maronita, e sono profondamente orgogliosa di essere cristiana nella terra in cui è nata la nostra fede.

Questa identità stratificata non ha solo arricchito la mia visione del mondo — mi ha anche insegnato che appartenere a una minoranza può essere una potente fonte di empatia e compassione. Quando si vive ai margini, spesso si percepisce con maggiore chiarezza il dolore degli altri, e si è meglio predisposti a fungere da ponte tra mondi che altrimenti rimarrebbero distanti.

La Terra Santa è un luogo di profondo significato spirituale, ma anche di complessità e contraddizioni. Ed è proprio in questa terra — così spesso associata alla divisione — che ho maturato la convinzione più forte nel potere trasformativo del dialogo. Il dialogo non è sempre facile, ma è essenziale. Richiede di ascoltare non solo con la mente, ma anche con il cuore. E domanda il coraggio di rimanere aperti, anche quando la storia e la politica ci suggerirebbero il contrario.

Nel mio ruolo di neuroscienziata e rettrice dell’Università di Haifa opero in uno degli ambienti accademici più eterogenei della regione. I nostri studenti e docenti provengono da ogni contesto — ebrei, cristiani, musulmani, drusi e altri — e lavorano insieme per obiettivi comuni. In questo spazio, l’inclusione non è uno slogan, ma una pratica quotidiana. Impariamo che l’unità non significa uniformità, e che le differenze, quando accolte con rispetto reciproco, possono diventare una risorsa.

Nel celebrare questo anniversario di Pacem in Terris, desidero condividere con tutti voi un messaggio: la speranza non è l’assenza di sofferenza o conflitto, ma la scelta di credere nel bene, anche di fronte alle difficoltà. Continuiamo a costruire ponti — tra culture, fedi e persone — e facciamolo come donne e uomini di fede, consapevoli che anche una piccola luce può risplendere intensamente nell’oscurità.

Che possiamo essere strumenti di pace ed esempi viventi di cosa significhi amare, includere e non rinunciare mai alla possibilità di un mondo migliore e più unito.»

Dichiarazione Monsignor Claudio Dolcini, Rettore del Santuario San Giovanni XXIII

«È per noi un grande onore accogliere la Prof.ssa Mouna Maroun, in modo particolare in una data tanto significativa come l’11 aprile, quando ricorre il 62° anniversario della Pacem in Terris. Questa enciclica, scritta con un linguaggio semplice e universale dal nostro amato Papa Giovanni XXIII, conserva intatta la sua forza profetica: ci ricorda che la pace è un dono prezioso, frutto di fiducia reciproca, dialogo aperto e coraggio di accogliere le differenze.

Il Santuario San Giovanni XXIII, chiesa Giubilare per l’Anno della Speranza, è da sempre luogo di accoglienza, preghiera e riconciliazione, dove pellegrini di ogni parte del mondo giungono per incontrare il messaggio di fiducia e solidarietà incarnato da Papa Roncalli.

L’incontro con la Prof.ssa Maroun segna il quarto appuntamento di un percorso che culminerà il 3 giugno 2025, nel 62° anniversario della morte del “Papa della Pace”, con una solenne celebrazione presieduta da Sua Beatitudine il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini. In queste iniziative, già accolte con entusiasmo da migliaia di fedeli, la speranza si concretizza in un impegno condiviso: costruire ponti fra le persone, ricercare il bene reciproco e rinnovare ogni giorno la nostra fiducia nel Signore.

Auspico che la presenza della Prof.ssa Maroun ci aiuti a cogliere con ancora maggiore profondità il messaggio della Pacem in Terris, infondendo in ciascuno di noi la determinazione a essere strumenti di pace e testimoni di una speranza sempre viva.»

Biografia Prof.ssa Mouna Maroun

La professoressa Mouna Maroun è docente di Neurobiologia. Ha conseguito il dottorato in psicobiologia presso l’Università di Haifa e ha completato il post-dottorato all’Università di Parigi XI, Orsay, in Francia. Nel corso dei suoi vent’anni di carriera all’Università di Haifa, la Prof.ssa Maroun ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo, tra cui quello di Presidente del Dipartimento di Neurobiologia, Vicepresidente e Preside della Ricerca.

Nell’aprile 2024, il Senato dell’Università di Haifa l’ha eletta Rettrice dell’Ateneo, rendendola la prima araba a ricoprire questo ruolo così influente in un’università israeliana. La sua nomina testimonia il suo straordinario contributo al mondo accademico e il suo costante impegno nel promuovere inclusività e diversità nell’istruzione superiore.

Nel corso della sua carriera, la Prof.ssa Maroun si è dedicata con passione a favorire l’integrazione e la crescita delle donne nei settori STEM. In qualità di Presidente del Comitato Nazionale per l’Accesso della Popolazione Araba all’Istruzione Superiore, ha sostenuto iniziative per una società più inclusiva nei confronti degli arabi in ambito accademico.

I traguardi raggiunti dalla Prof.ssa Maroun hanno ottenuto ampio riconoscimento. È stata citata da TheMarker come una delle 20 scienziate israeliane più influenti nel cambiare il volto della medicina e, secondo Globes, è tra le 50 donne più forti e influenti in Israele. Le sue ricerche pionieristiche e la sua leadership continuano a ispirare e a tracciare il cammino per le generazioni future nel mondo della scienza.

La prof.ssa Maroun conduce studi all’avanguardia sulla neurobiologia delle emozioni, in particolare sulle risposte allo stress e alla paura, conseguendo risultati significativi nella comprensione dei meccanismi neurali che stanno alla base del disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Maroun è nata a Isfiya, un villaggio druso arroccato sulla cima del Monte Carmelo, dove, in quanto cristiana, rappresentava una minoranza all’interno di una comunità già di per sé minoritaria. Cresciuta da genitori devoti, pur privi di un’istruzione formale, ma dotati di una fede profonda e duratura, ha sempre riconosciuto nei loro valori e nella loro incrollabile fiducia i pilastri della sua vita personale e professionale. Tra i suoi ricordi più cari, sia d’infanzia che di età adulta, spicca la chiesa di San Charbel, che la sua famiglia contribuì a costruire, pietra dopo pietra.

Grazie alla sua fede, la Prof.ssa Mouna Maroun ha lasciato un segno indelebile nel tessuto accademico e sociale di Israele. La sua storia testimonia come dedizione, resilienza e impegno per l’uguaglianza possano illuminare il cammino delle generazioni a venire.

Per ulteriori informazioni e il programma completo:

https://papagiovanni.org

https://www.facebook.com/SantuarioPapaGiovanniXXIII

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