Fedeltà al Magistero e agli insegnamenti di don Bosco
di Angelica La Rosa
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LA TESTIMONIANZA QUOTIDIANA DI DON MICHELE CANELLA NELLA PARROCCHIA DI “SAN GIOVANNI BOSCO” DI BELLUNO
Dall’inizio dell’anno pastorale 2023-2024, la parrocchia di “San Giovanni Bosco” a Belluno ha iniziato un nuovo cammino sotto la guida del Rev. Prof. Don Michele Canella (membro della Societá di san Francesco di Sales), che si è inserito nella comunità con l’umiltà discreta di chi sa ascoltare prima di parlare e servire prima di guidare. Con pazienza e senso di responsabilità, Don Michele ha intrapreso un’opera di tessitura silenziosa ma profonda, che ha avuto come ordito la fedeltà al Magistero del Papa e come trama l’insegnamento di San Giovanni Bosco, il cui carisma anima da sempre questa realtà parrocchiale affidata alla comunità salesiana nel cuore della Diocesi di Belluno-Feltre. Sin dai primi passi, Don Michele ha mostrato una rara capacità di cura: non solo per le strutture e le attività parrocchiali, ma per le persone nella loro unicità. Attenzione verso le famiglie, gli anziani, i giovani, i bambini, i più fragili. Nessuno è stato dimenticato, nessuno è stato lasciato ai margini. Il suo sguardo è stato sempre quello del pastore che riconosce le pecore una ad una e che non teme di camminare accanto a loro, condividendone fatiche, attese e speranze. “Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani”, scriveva Don Bosco: Don Michele ha fatto di questa verità il fondamento del suo ministero quotidiano, costruendo una comunità viva, unita, capace di riconoscere il volto di Cristo nel volto dell’altro. Non c’è nulla di appariscente nel suo modo di essere parroco, ma tutto è segnato da una coerenza profonda e da una fede intelligente, radicata in uno studio rigoroso e mai disgiunta dalla preghiera e dalla testimonianza. “L’educazione è cosa del cuore”, diceva ancora Don Bosco: ed è proprio dal cuore che Don Michele sembra attingere la forza per affrontare ogni giornata, per accompagnare i giovani nel loro cammino, per dialogare con i lontani, per sostenere le famiglie, per vivere accanto a chi soffre.
La comunità parrocchiale, oggi, non è solo più numerosa, ma più consapevole, più partecipe, più affiatata. Si respira un clima di fraternità autentica, di corresponsabilità gioiosa, di apertura alla dimensione diocesana e universale della Chiesa. Merito anche della costante attenzione che Don Michele riserva alla parola del Papa, che viene spesso commentata e vissuta nelle catechesi, negli incontri, nelle celebrazioni liturgiche, con uno stile che mai scade nell’attivismo, ma sa coniugare profondità e semplicità. Un pastore, si direbbe con le parole di Papa Francesco, “con l’odore delle pecore”, capace di “vivere con” e non semplicemente di “agire per”. Nella fedeltà al carisma salesiano, Don Michele non dimentica che “il bene non si fa se non si dà fiducia”, e così ha saputo valorizzare le competenze, i talenti e la disponibilità di tanti, favorendo un coinvolgimento reale e generativo. Il suo è un servizio che costruisce ponti e non muri, che unisce e non divide, che forma e non plasma a sua immagine. Un servizio che riflette il cuore di Cristo Buon Pastore, che non viene per essere servito, ma per servire e dare la vita per le sue pecore. In questa parrocchia, oggi, la Chiesa si fa davvero casa e scuola di comunione.