Una rivoluzione silenziosa dietro le sbarre

Una rivoluzione silenziosa dietro le sbarre

di Matteo Orlando

UNA RIFLESSIONE SUL PROGETTO CARCERARIO BRASILIANO REMIÇÃO PELA LEITURA

In un’epoca in cui il sistema penitenziario mondiale è spesso associato a sovraffollamento, violenza e recidiva, un’iniziativa brasiliana si distingue per visione, umanità e risultati concreti.

Il suo nome è Remição pela Leitura, letteralmente “Redenzione attraverso la lettura”, un progetto che unisce cultura, educazione e dignità per offrire ai detenuti un’alternativa reale al circolo vizioso del crimine.

Dietro questa semplice ma potentissima proposta si cela una trasformazione profonda e umana: la possibilità di cambiare il destino di migliaia di persone attraverso il potere della parola scritta.

Il progetto Remição pela Leitura è nato da una semplice ma rivoluzionaria intuizione: se leggere rende liberi, perché non utilizzare la lettura come strumento per riconquistare la libertà anche nel senso più concreto del termine?

L’iniziativa, regolamentata da risoluzioni del Consiglio Nazionale di Giustizia e sostenuta da vari stati brasiliani, consente ai detenuti di ridurre la propria pena attraverso la lettura di libri, accompagnata da un percorso di riflessione e scrittura.

Ogni libro letto, selezionato da una lista approvata, seguito dalla stesura di una recensione o relazione scritta, può comportare una riduzione della pena fino a quattro giorni. Questo processo può essere ripetuto fino a 12 volte l’anno, permettendo così una detrazione massima di 48 giorni di carcere per anno.

Non si tratta solo di un “premio” meccanico per chi legge, ma di un percorso educativo, trasformativo, che richiede disciplina, impegno e riflessione.

In un ambiente dove il tempo è spesso vuoto, ostile, talvolta disumanizzante, la lettura diventa un rifugio, un ponte verso la libertà interiore, e in ultima analisi, uno strumento di reintegrazione sociale.

Chi non ha mai varcato la soglia di un carcere difficilmente può comprendere quanto sia duro il tempo della detenzione. Spesso si immagina che il carcere debba servire come deterrente, ma trascurare la sua funzione rieducativa è uno degli errori più gravi che una società possa commettere. Remição pela Leitura ribalta questa narrativa: non si tratta più solo di punire, ma di educare, ispirare, restituire fiducia a chi ha sbagliato.

Attraverso la lettura, i detenuti riscoprono parole che curano, idee che aprono spiragli, personaggi letterari che diventano compagni, specchi, esempi.

Leggere Graciliano Ramos, Jorge Amado, Clarice Lispector o Machado de Assis non è solo un esercizio intellettuale, ma una riscoperta dell’identità, della sensibilità, della capacità di empatia e riflessione.

Molti detenuti non avevano mai letto un libro nella loro vita prima di entrare in carcere. In Brasile, dove l’accesso all’istruzione è diseguale e la povertà spinge molti giovani verso percorsi criminali, la lettura rappresenta spesso il primo vero incontro con la cultura. È un atto rivoluzionario, perché restituisce voce, dignità e possibilità.

Dal suo lancio, Remição pela Leitura ha coinvolto migliaia di detenuti in tutto il Brasile, da stati pionieri come Minas Gerais, São Paulo, Paraná e Distrito Federal. I dati raccolti mostrano che i benefici vanno ben oltre la riduzione della pena.

In primo luogo, il tasso di recidiva tra chi partecipa al progetto è significativamente inferiore.

Studi condotti dal Dipartimento Penitenziario Nazionale (DEPEN) indicano che la recidiva può scendere sotto il 15% tra chi ha partecipato attivamente a programmi educativi e culturali come questo, rispetto al 70-80% nei detenuti non coinvolti in alcuna attività rieducativa.

In secondo luogo, la qualità della convivenza interna migliora. I detenuti impegnati nella lettura mostrano una maggiore propensione al rispetto delle regole, minor coinvolgimento in risse, e una migliore relazione con gli agenti penitenziari. Inoltre, il personale penitenziario ha segnalato un calo nella tensione generale tra i reclusi, grazie alla creazione di gruppi di lettura e spazi di discussione condivisa.

Dietro ogni numero, ci sono volti, storie, vite cambiate. C’è Marcos, 32 anni, condannato per rapina a mano armata, che ha scoperto la letteratura grazie a Remição pela Leitura.

“All’inizio ho partecipato solo per ridurre la pena,” racconta, “ma poi ho cominciato a leggere per me stesso. Ho letto Dom Casmurro, e mi sono rivisto in quelle contraddizioni. La lettura mi ha aiutato a capire chi ero e chi volevo essere”.

C’è Rosângela, madre di due figli, incarcerata per traffico di droga. Oggi è tutor di altri detenuti nel programma di lettura, e sogna di diventare insegnante dopo la scarcerazione. “Il libro è diventato la mia compagnia più fedele. Mi ha dato speranza nei momenti più bui,” dice.

E poi c’è João, che ha imparato a leggere in carcere a 40 anni grazie a un volontario del programma. “Non avrei mai pensato di piangere leggendo un libro,” dice con emozione. “Ma quando ho letto O Pequeno Príncipe, ho pianto. Mi sono sentito umano, per la prima volta da anni.”

L’aspetto economico non è secondario. Il sistema penitenziario brasiliano è notoriamente sovraffollato e costoso. Ogni detenuto costa in media oltre 2.000 reais al mese allo Stato. Ogni giorno di pena ridotto attraverso la lettura rappresenta un risparmio concreto e una possibilità di reinserimento anticipato per individui che hanno mostrato impegno e volontà di cambiamento.

Ma il vero valore non si misura solo in reais risparmiati, quanto nel capitale umano recuperato. Ogni ex detenuto che torna nella società con strumenti culturali, fiducia in sé stesso e una nuova visione del mondo rappresenta una vittoria collettiva. È un genitore migliore, un lavoratore potenziale, un cittadino attivo.

Dietro le quinte di Remição pela Leitura ci sono figure chiave: insegnanti, bibliotecari, educatori, volontari. Persone che credono fermamente nel valore rieducativo della cultura. Essi selezionano i libri, accompagnano i detenuti nel processo di lettura, correggono i testi, discutono i contenuti. Sono mediatori tra il mondo carcerario e il mondo esterno, e la loro funzione è fondamentale.

In molte strutture, i bibliotecari sono diventati punti di riferimento affettivi e intellettuali per i reclusi. Le biblioteche penitenziarie – spesso nate in condizioni precarie – si sono trasformate in spazi di incontro, studio e crescita. E i volontari, spesso studenti universitari, portano aria fresca e nuove prospettive dentro mura altrimenti stagnanti.

Il successo del progetto ha attirato l’attenzione di altri Paesi. In Argentina, Colombia, Cile e persino in Italia si stanno valutando iniziative simili, ispirate all’esperienza brasiliana. Perché Remição pela Leitura dimostra che anche in contesti difficili è possibile innovare, educare e umanizzare. Dimostra che la cultura non è un lusso per pochi, ma un diritto e uno strumento di cittadinanza.

È un esempio virtuoso di come il potere trasformativo della lettura possa varcare i confini sociali, economici e culturali, raggiungendo anche chi è stato dimenticato, condannato, escluso.

Remição pela Leitura è molto più di un programma penitenziario: è un manifesto etico, una sfida politica, un atto di fede nella capacità umana di cambiare. È la prova che la cultura, se resa accessibile, può essere uno degli strumenti più potenti per combattere la povertà, la criminalità, l’emarginazione.

In un mondo che spesso preferisce la punizione alla comprensione, la reclusione all’educazione, il Brasile ha avuto il coraggio di indicare un’altra via: la via della parola, della pagina, del libro. Una via lenta, silenziosa, ma potentissima. Una via che riconsegna all’uomo il suo nome, la sua storia, la sua possibilità di futuro.

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