Staglianò: “Papa Francesco non è mai uscito dall’ortodossia”
di Bruno Volpe
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INTERVISTA A MONSIGNOR STAGLIANO’, PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DI TEOLOGIA
Tra i tanti aspetti che occorrono esaminare dopo la morte di Papa Bergoglio, c’è anche quello relativo alla sua impostazione teologica e soprattutto che eredità ha lasciato? In una sua intervista il cardinale tedesco Mueller ha ravvisato in alcune parti della teologia di Bergoglio tratti ambigui. Lo chiediamo in questa intervista al Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, arcivescovo Monsignor Antonio Staglianò.
Eccellenza Staglianò, dal punto di vista teologico, quale eredità ci lascia Papa Francesco?
“Quella di Papa Francesco è stata una teologia che io definisco di carattere e natura sapienziale. Che cosa intendo dire? Egli, per cercare di rendere meno complicato il discorso, ha utilizzato lo strumento della teologia, che semplice non è, in modo sapiente quasi come fosse un parroco, usando un linguaggio accessibile. Ha in pratica messo da parte visioni rigorosamente astratte, che pure fanno parte del bagaglio teologico, ed ha scelto il ragionamento e la visione concreta. Un punto di vista rispettabile che ha trovato consensi nella gente e soprattutto nei semplici”.
Il tema centrale?
“Tutto il pontificato ruota attorno ad un punto fondamentale che scaturisce inevitabilmente dall’amore di Dio per l’uomo: la misericordia. Bergoglio sottolinea giustamente come Cristo abbia non abolito, ma portato a compimento l’Antico Testamento e grazie al Signore percepiamo un Dio Padre, amorevole, non vendicativo, non legato al castigo e pertanto un Dio misericordioso, sempre pronto a perdonare le nostre tante cadute. Con Bergoglio e grazie a lui, affiora quello che è Dio: amore infinito, perdono e dolcezza, pazienza. Mai Dio castiga o manda punizioni, quelle se le cerca da solo l’uomo, non sono figlie o rappresaglie di Dio. Il male se lo crea spontaneamente l’uomo agendo contro la Legge di Dio e contro il buon senso. Ovviamente la misericordia che Dio ci concede sino all’ ultimo momento di vita, presuppone da parte nostra la volontà di accettarla, dunque il pentimento e la riparazione ricordando che in ogni caso ci sarà un giudizio individuale”.
Attenzione a poveri ed ultimi…
“Anche questi due aspetti sono legati alla misericordia e alla dottrina sociale della Chiesa. Non dimentichiamo che il manifesto del cristiano è costituto dalle Beatitudini e dunque è giusto e direi cristiano il voler dare attenzione spirituale e materiale ai poveri, agli ultimi, ai sofferenti e migranti, al prossimo, anche ai vicini certamente se in difficoltà. Il Vangelo è carità e Papa Francesco è stato sempre aperto a questo, in via sapienziale, con gesti reali”.
Il cardinale Mueller ha criticato (e non da solo) la teologia di Bergoglio giudicandola talvolta ambigua sui punti centrali della fede…
“Capisco le posizioni del cardinale Mueller e di altri teologi che partono da una visione della teologia che si definisce veritativa, ovviamente rispettabile anch’ essa. È un modo di ragionare teologico che possiamo definire schematico, dogmatico e rigorosamente dottrinale, una teologia che radica nell’ortoprassi e nel rispetto totale della ortodossia”.
Bergoglio ha avuto questo rispetto?
“Certamente, mai è andato fuori ortodossia. Egli ha coniugato ortoprassi e sapienzialità, ma la dottrina nei suoi aspetti fondamentali non è cambiata, su temi come vita e aborto ad esempio è stato fermissimo. Prendiamo il tanto contestato documento Amoris Laetitia. Non è vero che come dicono alcuni, ebbi abbia liberalizzato la comunione ai divorziati risposati. Ha solo detto che valutando caso per caso, affidandolo al prudente apprezzamento del sacerdote direttore spirituale o confessore, è possibile amministrare la comunione al divorziato risposato se si percepisce una sofferenza, il pentimento e la volontà di cambio di vita e stile. Dunque nessun passo in avanti. Idem per le benedizioni delle coppie gay. La Chiesa non ha benedetto affatto le unioni omosessuali dal punto di vista sacramentale o di vita, restando sempre contronatura il rapporto fisico tra persone dello stesso sesso e la Chiesa mai potrà benedire un matrimonio omosessuale. Tuttavia, sempre nel nome della misericordia, dice di sì alla benedizione delle persone gay e delle relative coppie e tra benedizione e sacramento esiste un’evidente differenza. Naturalmente non si deve creare scandalo o esibizione. Benedire fa parte del dovere del cristiano ed anche l’omosessuale comunque è un essere umano che merita benedizione. Concludendo, benedizione sì, sacramento no”.
Comunione, come amministrarla?
“Questo fa parte della teologia sacramentale. Ma a mio avviso il sacerdote deve amministrarla sia sulla lingua che sulle mani, quando il fedele si avvicina in grazia di Dio e compostamente con devozione. Entrambe le forme sono valide e non esiste una che prevale sull’ altra”.
Francesco ha ignorato a tappeto il il catechismo della chiesa cattolica e la dottrina sociale della chiesa cattolica, depositi della fede, trascurando in questo modo il bisogno imprescindibile di ogni perché alla radice della fede cattolica, la formazione dottrinale!!! inoltre non ha combattuto le ingerenze della massoneria in ampi settori della gerarchia ecclesiastica!!!