Zamagni: “Papa Francesco è stata una voce inascoltata in campo economico”

Zamagni: “Papa Francesco è stata una voce inascoltata in campo economico”

di Bruno Volpe

INTERVISTA ALL’ECONOMISTA STEFANO ZAMAGNI

“Papa Francesco? Una voce inascoltata in campo economico, purtroppo”: lo dice in questa intervista il noto economista professor Stefano Zamagni, Presidente emerito della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Professor Zamagni, lei era uno degli economisti maggiormente apprezzati da Papa Francesco. Qual è l’eredità di Papa Bergoglio in campo economico- sociale?

“Papa Francesco, rispetto ai suoi predecessori, ha dedicato molto spazio e studio ai problemi sociali, economici e finanziari. Mentre chi lo ha preceduto si è occupato prevalentemente di filosofia, dottrina e teologia, egli ha scelto di incidere sui problemi sociali ed economici e lo ha fatto su tre direttrici, tre punti fondamentali”.

Veniamo al primo…

“Egli distingueva correttamente, perché pochi lo sanno in quanto non studiano, che capitalismo ed economia di marcato sono cose diverse. L’ economia di mercato la hanno inventata nel 1300 i francescani e aveva come base la ricerca del bene comune. Nel 1600 invece si ha la nascita del capitalismo attuale che non ha come scopo il bene comune, ma il profitto, ovvero il Pil che è la somma di tanti beni individuali. Diretta conseguenza è la finanza speculativa, tanto che Papa Francesco diceva: questa economia uccide, non sosteneva che l’economia uccide, ma sottolineava questa, quella attuale”.

Veniamo al secondo punto…

“Il secondo aspetto è quello relativo agli imprenditori. Per il defunto Papa non lo erano solo quelli che investono ingenti capitali, ma anche le cooperative, il terzo settore, quello che serve a conseguire la pubblica felicità, il benessere generale”.

Il terzo?

“I predecessori avevano una visione diversa della Dottrina sociale della Chiesa. Denunciavano le disparità ed invocavano la solidarietà. Francesco andava oltre. Naturalmente chiedeva interventi di emergenza davanti alla povertà, ma voleva prima capire le cause e poi aggredirle, delle disuguaglianze sociali ed economiche”.

Dazi di Trump, non ha detto nulla, tuttavia…

“Non poteva intervenire nelle cose interne di un altro Paese, anche se hanno ripercussioni mondiali. Ma il problema è un altro. Tutti sanno, anche uno studente di economia, che i dazi sono negativi e causano danni persino a chi li mette e questo, basta leggere un documento a firma Trump del 2009, l’attuale capo di Stato americano lo ha messo in conto. Ma lo scopo dei dazi è politico e non finanziario. Al contrario di Putin che ha scelto la guerra guerreggiata, Trump ha voluto i dazi come guerra commerciale e strumento d supremazia sull’Europa e mercanteggiamento con la Cina. In poche parole è cosciente del fatto che subirà delle ammaccature, ma è conscio o crede che l’economia Usa sia più forte e in grado di sopportare i colpi più dell’Europa che alla fine cederà e vuole portare sotto il proprio ombrello”.

E Papa Francesco?

“Le rivelo una cosa. Avevamo preparato e sarebbe stato presentato a fine settembre un documento della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali un documento già pronto e consegnato a Bergoglio sul nuovo ordine economico mondiale, come cambiare l’economia ed era diretto al Fondo Monetario Internazionale, alle Banche Centrali, alla Banca Mondiale. Ovviamente adesso lo vedrà il nuovo Papa e lo valuterà lui. Il testo è pronto e sarebbe stato promulgato a settembre inoltrato verso la fine del Giubileo. Vi hanno lavorato fior di economisti e professori”.

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