Iva Zanicchi: “Non abbandonate i vostri genitori!”

Iva Zanicchi: “Non abbandonate i vostri genitori!”

di Mariella Lentini

INTERVISTA ESCLUSIVA AD IVA ZANICCHI, LEGGENDA DELLA MUSICA ITALIANA 

Sulla falsariga del famoso “Questionario di Proust” abbiamo rivolto trenta domande alla celebre cantante Iva Zanicchi (sotto l’intervista trovate una sua ampia biografia) e la ringraziamo per la sua disponibilità.

Una persona famosa (attuale o storica) che si avvicina al suo ideale…

“Penso all’artista Maria Callas, tra le più grandi cantanti di tutti i tempi, cantava da soprano e da mezzo soprano e nella stessa settimana riusciva ad interpretare ruoli diversissimi, dalla Traviata alla Tosca, a Un ballo in maschera. Rimarrà unica, per sempre, veramente”.

La materia più amata e quella più odiata a scuola…

“La più amata storia e italiano, la più odiata la matematica”.

Quale è la sua più grande passione? E quale è il suo massimo sogno di felicità…

“La più grande passione è la musica. Molti dicono che la felicità è difficile da raggiungere ma può essere anche nelle piccole cose: vedere nevicare, sbocciare un fiore, incontrare i tuoi nipoti, incontrare tua figlia e avere delle affettuosità con lei, sono attimi importantissimi di felicità”.

Qual è il suo motto?

“Perseverare, perseverare, perseverare!”.

Una sua fobia…

“Io l’ho avuta per tantissimi anni per il volo. Poi questa paura l’ho vinta. Come? Volando tantissimo”. 

Un oggetto al quale è particolarmente legata…

“Adoro le pietre, ovunque vada porto un sassolino a casa e in borsetta tengo sempre un cristallo che mi hanno regalato tanti anni fa e anche prima di cantare e di esibirmi ce l’ho con me, è il mio portafortuna”. 

Il suo sport preferito…

“Adoro lo scii, da sempre. L’ho praticato pochissimo, ma lo seguo molto”. 

Il fiore, il frutto e il colore che apprezza di più…

“Amo tutti i fiori, specialmente le violette, ma anche le rose. Il frutto l’uva soprattutto, subito dopo i fichi e i cachi. Amo i pigmenti della terra e tutte le variazioni di marrone e il colore delle foglie in autunno che spazia dal castano al giallo ocra.”.  

Che rapporto ha con il cibo e quale è il piatto che ama di più…

“Adoro il cibo! Sono nata affamata e già da neonata mia madre mi preparava delle pappine perché il latte non mi bastava. Non posso fare a meno della pastasciutta, amo arrotolare gli spaghetti con la forchetta!”.

Quale qualità apprezza di più in una persona? E tra i vari problemi del mondo qual è quello che le dà più fastidio?

“La lealtà che per me è fondamentale. Mi dà fastidio la violenza che è insita nell’uomo e che lo spinge a fare la guerra”. 

Nella sua lunga carriera è la cantante donna che ha vinto di più al Festival di San Remo, avendo trionfato tre volte su undici partecipazioni. Le sue interpretazioni sono passate dal melodico, al jazz, blues, soul, pop, canzoni napoletane, argentine, anche per bambini. Quale genere sente più vicino?

“Mi piacciono tutti, ma prediligo il soul e il blues”.

Ha condotto programmi televisivi di grande successo come “Ok il prezzo è giusto”. Quali trasmissioni ama seguire in TV?

“Sono una teledipendente, guardo un po’ tutto, ma prediligo i documentari scientifici o storici”. 

Si parla troppo del Male che c’è nel mondo e meno del Bene perché “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. I mass media: cattivi o buoni maestri?

“Ultimamente c’è un degrado nella comunicazione, troppa leggerezza nel giudicare: si fanno processi nei programmi di intrattenimento, danneggiando a volte irrimediabilmente le persone”. 

Come cantante si è esibita in quasi tutto il mondo. Quale è la nazione in cui le piacerebbe vivere?

“Sono profondamente innamorata dell’Italia, non potrei vivere in nessun altro Paese”. 

Lei ha dimostrato talento anche come scrittrice. I suoi libri sono molto apprezzati: dai biografici “Polenta di castagne” (Mondadori) e “Nata di luna buona” (Rizzoli) ai romanzi “I prati di Sara” e “Un altro giorno verrà” (Rizzoli). Chi sono i suoi scrittori preferiti?

“Amo gli scrittori sudamericani, in primis Gabriel Garcia Marquez: ritengo Cent’anni di solitudine un capolavoro. Sento molto vicino a me anche lo stile di Giovanni Verga”. 

Il nome di ognuno di noi è importantissimo, ci distingue dagli altri fin da bambini. Perché lei si chiama Iva?

“Mia madre voleva un nome corto e all’epoca in Toscana Iva era abbastanza comune. I paesani addirittura per accontentare mamma mi chiamavano solo I”.  

Ci racconta un ricordo bello legato alla sua infanzia? Anche se in quegli anni ha vissuto la guerra che l’ha traumatizzata

“Un momento bellissimo fu quando, avevo nove anni, arrivò dall’Edison, società in cui lavorava papà, il pacco di Natale e per la prima volta mangiammo con stupore il panettone che non avevamo mai visto. La mamma ce lo dava a fettine sottili affinché durasse a lungo”. 

Un passo del Vangelo recita: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». É importante saper mantenere da adulti la purezza e l’incanto dell’infanzia?

“Sarebbe fondamentale ma è difficile riuscirci. Dobbiamo imparare dai bambini, lo diceva anche papa Francesco: il bambino quando è piccolo è sincero, si affida agli altri, è fiducioso, innocente. Speriamo che Dio, nella sua bontà infinita, ci possa perdonare tutti…”. 

Per alcuni anni si è occupata di politica: nel 2009 è stata eletta europarlamentare per Forza Italia. Secondo lei la famiglia in Italia è sufficientemente tutelata?

“Le cose da fare sono tante! Ci vorrebbe uno sforzo enorme per aiutare soprattutto le giovani madri che hanno il diritto di lavorare: oggi giorno se non si lavora in due economicamente si vive male avendo dei figli. Per questo motivo mamma e papà, poiché anche i padri vanno coinvolti, hanno diritto di sapere che i propri bambini sono seguiti bene quando vanno a scuola. Un paese civile dovrebbe assolutamente garantire maggiori controlli in questo senso”.   

Lei è mamma e nonna. Che valore hanno i nonni per la società di oggi?

“Se i nonni sono vitali, stanno bene, hanno ancora un’attività lavorativa i nipoti li guardano con ammirazione e sono una vera e propria risorsa per le famiglie, anche economicamente, e aiutano con gioia, con la loro esperienza di vita. Purtroppo se i nonni cominciano a essere fragili i nipoti tendono ad abbandonarli. Pur essendo tenuti bene in tante case di riposo… ma che malinconia. E’ una tristezza infinita! La settimana scorsa sono andata in una casa di riposo di Lodi dove sono stata invitata a tenere un concerto per gli anziani ospiti. Gliela leggi negli occhi la solitudine, la sofferenza di queste persone che sognano di tornare a casa. Non abbandonate i vostri genitori! Secondo me il Signore non dovrebbe perdonare chi abbandona gli anziani in queste strutture. Per loro ci dovrebbe essere l’inferno sicuro”.  

Molti giovani aspirano ad entrare nel mondo dello spettacolo illudendosi di trovare la felicità, ma a volte rischiano di incontrare delle trappole, dalla volgarità in certi testi di canzoni, alla dipendenza da alcol e droga. Questo mondo di cui lei fa parte da oltre 60 anni non è da demonizzare: fantasia, creatività, bellezza, arte, comunicazione positiva, lavoro onesto, intrattenimento e il vero talento aiutano la società a vivere meglio. D’altronde il bene e il male possono albergare ovunque. Quali consigli darebbe ai giovani?

“Quando ero giovane al mio manager dicevo: i ragazzi che suonano con me non devono fumare nemmeno uno spinello. Non mi sono mai avvicinata alla droga, non ne ho avuto bisogno. Neanche una sigaretta. Ho avuto un’educazione di altri tempi, ma anche oggi i genitori dovrebbero cercare di spiegare ai propri figli quali sono i pericoli a cui vanno incontro. I giovani spesso non ascoltano i genitori perché pensano di essere fortissimi e di non avere bisogno di nessuno, poi arrivano le batoste. Per qualsiasi lavoro si desidera intraprendere, occorre una grandissima passione. Soprattutto per la musica e il canto non ci si può improvvisare, e chi illude questi ragazzi e fa credere che basta una partecipazione televisiva o riempire uno stadio, senza avere le basi, senza avere il senso del sacrificio, sbaglia. Il grande successo è effimero se non è sostenuto dalla gavetta. E allora avremo tanti disadattati, ragazzi e ragazze infelici, e ce ne sono molti che hanno creduto di essere arrivati alle stelle e si sono ritrovati nelle stalle. Io ho una voce che Dio mi ha donato, però alla base c’è stato tanto studio”. 

Lei è devota a San Biagio, non a caso protettore della gola e spesso nomina San Francesco d’Assisi: secondo lei la vita dei santi può rappresentare un valido esempio per la società di oggi?

“Certo, mai come oggi abbiamo bisogno di rivolgerci ai santi. Anche quest’ultimo papa, Francesco, che da poco ci ha lasciati, era ammirabile perché ha cercato di seguire le orme di San Francesco d’Assisi con il suo stile di vita”.  

Il verde riposante, ma anche inteso come forza vitale, riporta alla parola “viriditas” coniata da Santa Ildegarda. Quanto è importante il contatto con la natura?

“Per me è fondamentale. Io parlo con le piante. Le amo. Se mi portano degli stecchi riesco a farli rifiorire. Avevo un bonsai piccolino, secco, morto. Lo stavano buttando via. Io ho detto no! Me lo sono messo vicino e ho cominciato a parlargli: è rinato e i suoi nuovi rametti sono meravigliosi”.

Nel “Cantico delle creature” San Francesco loda le bellezze del Creato. Lei per il suo lavoro ha viaggiato in tutto il mondo. Ricorda un paesaggio che l’ha emozionata in modo particolare?

“Mi sono emozionata visitando l’Australia: la natura così forte e selvaggia di certi luoghi mi ha molto colpita, andare al mare con queste grandi rocce, questo mare burrascoso, mi ricordava un po’ la Sardegna ma amplificata. Ci sono città che mi hanno colpita come Buenos Aires, San Pietroburgo, Istanbul. Ma bella come l’Italia, che io adoro, non c’è nessun altro Paese”.

“Nella vita non si può fare a meno della fede!». Sono parole che ha asserito durante un’intervista. Perché ne è convinta?

“La fede aiuta. Chi ha fede – e prego il Signore che mi dia maggiore fede – sopporta anche i dolori più grandi. La fede sposta le montagne! La fede va coltivata, come l’amore, se si vuole che la fiamma continui ad ardere. La fede è un dono, ma anche una ricerca continua. Se hai l’istinto di cercarla, significa che sei sulla strada buona e che la troverai”.    

Nel 2016 incide il brano Nostro Padre – Padre Nostro. Crede nel valore della preghiera e che attraverso di essa possano verificarsi miracoli?

“La preghiera se recitata con vera fede può compiere qualsiasi miracolo. In questa canzone c’è anche la preghiera del Padre Nostro recitata da papa Francesco, con la sua voce. Ho incontrato il pontefice qualche mese fa durante un concerto di Natale. E’ stato un momento molto bello”.

«Al di là degli errori della Chiesa, la fede ci interpella personalmente e c’entra fino a un certo punto con l’apparato istituzionale. Prendiamo l’esempio del poverello di Assisi: predicava la povertà e l’umiltà, ma non rinnegava la Chiesa, anzi!». Sono parole sue. Nonostante magagne e scandali, quindi, non rinnega la Chiesa?

“Non la rinnego assolutamente. Gesù ha detto a Pietro, su questa pietra edificherò la mia Chiesa. Sono gli uomini che sbagliano, ma la Chiesa va avanti. Gesù la protegge perché è la sua casa e la nostra casa”. 

Crede negli Angeli?

“Conosco a memoria la bellissima preghiera dell’angelo custode. Dio ce lo ha donato perché ci protegga, a volte me ne dimentico e invece bisogna che ci parli un po’ di più con lui perché l’ho trascurato”.  

Chi è per lei Gesù Cristo?

“Gesù è l’amore, la speranza che alla fine della vita non ci saranno più odio nè dolori, e si vivrà in beatitudine”.   

In una sua recente intervista ha dichiarato: “Vorrei lanciare un messaggio positivo e di speranza per tutti, quello di amare la vita”. E’ questo il senso della sua vita? 

“La vita c’è stata donata e non dobbiamo sprecarla. Dobbiamo amarla. Vediamo tante guerre e ci si chiede perché? per che cosa? per un pezzetto di terra? Dobbiamo sforzarci di amare. E se si ama si riesce anche a perdonare”.

IVA ZANICCHI (biografia)

Da bambina timidissima a star internazionale

Dal temperamento grintoso e passionale, con una vocalità in grado di spaziare dalla musica melodica a quella pop, a 85 anni compiuti il 18 gennaio scorso, di andare in pensione Iva Zanicchi non ne vuole sentire parlare. Ed ecco uscire per l’estate il suo nuovo singolo “Dolce far niente” insieme al duo di deejay  palermitani Vinny & A-Clark: “Ho legato la tradizione con la voce melodica ad un ritmo afro-house – dichiara la cantante – E’ una canzone d’amore rivolta a tutti, ma anche ai giovani: orecchiabile, ballabile, da ascoltare e canticchiare in spiaggia. La sento molto mia, soprattutto per il titolo “dolce far niente” perché amo abbandonarmi al relax e ai miei pensieri davanti a un tramonto”. 

Iva Zanicchi è l’unica interprete donna ad aver vinto per tre volte, su undici partecipazioni, il Festival di San Remo, conquistando un primato eccezionale: nel 1967 con “Non pensare a me” in doppia esecuzione con Claudio Villa, nel 1969 con la celeberrima “Zingara” in doppia esecuzione con Bobby Solo e nel 1974 con “Ciao cara come stai”. Canzoni intramontabili, entrate nella storia della musica italiana. “Zingara”, in particolare, riscuote un grande successo di vendite e si lega indissolubilmente alla virtuosa interpretazione della cantante, una canzone che ancora oggi è considerata il suo simbolo e alla quale l’artista è molto grata. Ma la canzone del cuore della cantante è un’altra, la prima che incide nel 1965, un blues: “Come ti vorrei, versione italiana di “Cry to me” (di Bert Russel)”.

Iva Zanicchi si è esibita nei più importanti teatri internazionali, come il Madison Square Garden di New York, l’Olympia di Parigi, il Teatro dell’opera di Sydney e il Teatro Colón di Buenos Aires e ha tenuto tournée in tutto il mondo: Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Francia, Spagna, Turchia, Argentina, Cile, Brasile, Giappone, Grecia, Unione Sovietica, Bulgaria, Malta, Romania e Cecoslovacchia.

Per lei hanno scritto, tra gli altri, Cristiano Malgioglio, Franco Califano, Paolo Conte, Lucio Battisti, Carla Vistarini, Roberto Vecchioni, Mogol, Umberto Balsamo, Umberto Bindi, Shel Shapiro, Giuni Russo, Donatella Rettore, Zucchero Fornaciari, Pino Donaggio, Mario Rosini, Mariella Nava, Tiziano Ferro, gli Avion Travel e Sal Da Vinci.

Mamma di Michela Ansoldi e nonna di due nipoti, Iva Zanicchi nasce nel 1940 a Vaglie, frazione dell’allora Comune di Ligonchio (oggi Ventasso), in provincia di Reggio Emilia, luogo di montagna, a mille metri di altitudine, dove torna spesso e al quale si sente profondamente legata, tanto che per esaudire il desiderio di mamma Elsa Raffaelli, contribuisce alla ricostruzione del campanile della chiesa di Vaglie crollato nel 1919 a causa di un terremoto. Iva Zanicchi è una donna di successo che non dimentica le proprie umili origini: è rimasta se stessa, nei valori in cui crede e nel modo genuino che ha di porsi agli altri. 

La sua è una famiglia modesta (papà Zefiro, mamma Elsa Raffaelli e quattro figli: Maria Rosa, Wiria, Iva e Antonio), ma molto religiosa. Soprattutto le nonne facevano recitare ai nipotini il rosario tutte le sere, per la guarigione di parenti, amici ed estranei: “Per noi era l’“Ave Maria a chi acchiappa acchiappa – dichiara l’artista – dicevamo una preghiera per chiunque avesse bisogno, anche se non lo conoscevamo”. In casa Zanicchi la Messa era un appuntamento domenicale irrinunciabile e il Natale una festa religiosissima dove non prevaleva l’aspetto consumistico di oggi.

Il suo esordio la vede nei primi anni Sessanta come concorrente nella trasmissione televisiva “Campanile sera”, condotta da Mike Bongiorno. Prende lezioni di canto e si esibisce in un tour nelle balere romagnole.

Tra il 1970 e il 1971 decide di dedicarsi alle canzoni del compositore greco Mikis Theodorakis, incidendo uno dei suoi dischi più belli “Caro Theodorakis… Iva”, che vende più di un milione e mezzo di copie.

Ma il 1970 è anche l’anno della sua terza partecipazione ad una delle più importanti gare canore italiane, Canzonissima: il trionfo per la canzone da lei presentata “Un fiume amaro” è senza precedenti, e alla sesta edizione del Festival di San Remo insieme a Sergio Endrigo, autore del brano “L’arca di Noè” che arrivò al terzo posto. 

Nello stesso periodo gira un video Un uomo senza tempo, con la partecipazione del poeta Giuseppe Ungaretti, brano trainante dell’album  Iva senza tempo (1970), l’adattamento italiano di Mi viejo, un brano argentino che Iva dedica al poeta. È un altro grande successo.

Un anno dopo si classifica terza a Un disco per l’estate e seconda al Festivalbar con “La riva bianca, la riva nera, un inno pacifista che arriva al primo posto in hit-parade, vendendo circa tre milioni di copie in tutto il mondo.

Nel 1973 si susseguono le tournée all’estero: FranciaGiapponeSpagna e Cile, a cui si aggiunge il primo tour negli Stati Uniti e in Canada. L’apice è il suo concerto a Toronto e la sua esibizione al Madison Square Garden di New York, un tempio della musica internazionale.

Nel frattempo si esibisce sul palco del Teatro Regio di Parma, da sempre adibito alla musica lirica. Ed è ancora grande successo.

Un altro trionfo: il brano “Testarda io (La mia solitudine)” viene inserito dal regista Luchino Visconti nel suo film “Gruppo di famiglia in un interno”.

Nel 1976 partecipa come ospite alla diciottesima edizione dello Zecchino d’Oro in cui canta il brano Mamma tutto che, inaspettatamente, balza ai vertici delle classifiche.

Alla fine dell’anno incide un album dedicato ai classici della canzone partenopea, Cara Napoli, in cui la cantante si avvale della collaborazione di Tullio De Piscopo.

La poliedrica artista si cimenta con la musica brasiliana di Roberto Carlos Braga e con le canzoni di Stevie Wonder, con il repertorio di Aznavour (Caro Aznavour del 1971), con i classici della musica spagnola e sudamericana, in modo particolare il tango, fino al jazz e allo swing dell’album In cerca di te (2013). Una musica romantica che sa esprimere emozioni legate alla terra, alle radici, alle tradizioni e alla famiglia, cercando di rappresentare l’amore nei suoi vari aspetti.

Nel 1981 incide in spagnolo Nostalgias (Nostalgie) che la consacra nel mercato iberico e sudamericano con sei milioni di copie vendute fra Spagna, Argentina e Stati Uniti.

Nel 1995 partecipa alla seconda edizione di Viva Napoli, programma ideato e condotto da Mike Bongiorno: Zanicchi vince con una rivisitazione di Tu ca’ nun chiagne.

Intanto intraprende una nuova avventura professionale: dal 1987 al 2000 le viene affidata da Mediaset uno dei programmi televisivi più fortunati della storia della televisione italiana, “Ok, il prezzo è giusto!”. Iva Zanicchi si rivela la conduttrice più longeva del game show con uno strepitoso successo di pubblico. Seguono tante altre partecipazioni in programmi televisivi tra le quali: Buona Domenica presentato da Gabriella Carlucci, Gerry Scotti e Maurizio Costanzo (Canale 5, ospite fissa in varie edizioni dal 1995 in poi); Tú sí que vales (Canale 5, giudice popolare, 2018); D’Iva (Canale 5, conduttrice, 2021); Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci (Rai 1, concorrente in coppia con il ballerino Samuel Peron, 2022); Il cantante mascherato, condotto da Milly Carlucci (Rai 1, guest star e giurata con Christian De Sica, Flavio Insinna, Serena Bortone e Francesco Facchinetti, 2023); Io canto Generation condotto da Gerry Scotti (Canale 5, giurata, 2023); Io canto Family, condotto da Michelle Hunziker (Canale 5, coach, 2024); Io canto Senior condotto da Gerry Scotti (Canale 5, giurata, 2025).

Si cimenta, poi, nel ruolo di attrice: recita nel film L’ultimo capodanno, regia di Marco Risi (1998); in Caterina e le sue figlie, fiction di Canale 5, dove interpreta il personaggio di Liliana, migliore amica della protagonista Caterina, interpretata da Virna Lisi (prima e terza stagione, 2005 e 2010); nel 2015 prende parte alla commedia Tre donne in cerca di guai, interpretata accanto a Barbara Bouchet e Corinne Cléry e nel 2017 porta in scena Due donne in fuga, una nuova commedia a fianco di Marisa Laurito, per la regia di Nicasio Anzelmo; nel 2018 in W gli sposi è la protagonista: in questa pellicola, diretta da Valerio Zanoli, compaiono anche Paolo VillaggioCarlo Pistarino, Marisa Laurito, Giulio BerrutiLando Buzzanca, Corinne Cléry e Gianfranco D’Angelo.

La vulcanica artista si dimostra anche una scrittrice di talento: nel 2002 esce il suo primo libro “Polenta di castagne” (Mondadori) in cui racconta, attraverso le ricette di cucina di una volta, la storia della sua famiglia e vince il Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo per la sezione narrativa. Nel 2019 pubblica, con la collaborazione di Paolo Fontanesi, l’autobiografia Nata di luna buona (Rizzoli), il cui titolo ricorda il commento con cui fu accolta dal bisnonno Lorenzo al momento della nascita: «È nata di giovedì e di luna buona!». Alcuni suoi romanzi editi da Rizzoli, poi, lasciano il segno: “I prati di Sara” (2005) narra la storia avvincente di due amiche, e “Un altro giorno verrà” (2022), dai pascoli dall’Appennino tosco-emiliano agli sfavillanti grattacieli di New York: una saga familiare che attraversa l’intero Novecento. Storie emozionanti, con spunti di riflessioni profonde. Mentre nel 2007 vede la luce una sua biografia dettagliata a cura di Andrea Paltrinieri dal titolo “Testarda io”.

Instancabile, Iva Zanicchi nel 2009 si candida all’Europarlamento nelle liste di Forza Italia: viene eletta e la sua esperienza di politica attiva dura cinque anni.

Tornando alla musica, nel 2003 pubblica l’album Fossi un tango che propone celebri tanghi internazionali, da Caminito a Bésame mucho, con tre nuovi componimenti inediti, Musica argentinaForse era passione e Messaggera d’amore. Nel 2004 tiene tre concerti a MontevideoBuenos Aires e Santiago del Cile nell’ambito del tour En vivo. Nel 2005 viene pubblicato un doppio CD dal titolo 40 anni di successi e partecipa alla manifestazione “Napoli… prima e dopo” con una versione di “Munasterio e Santa Chiara”.

Nel 2010 interpreta, su musica di Loriana Lana, la lirica di Giuseppe Ungaretti La madre contenuta nella raccolta del poeta Sentimento del tempo. La canzone fa parte dell’album “Musica & parole. 10 in poesia”, destinato a favorire la lettura della poesia italiana nelle scuole. In aprile tiene due concerti in Canada con i Pooh.

Nel gennaio 2020, in occasione degli ottant’anni della versatile artista, viene pubblicato un doppio CD dal titolo Le mie canzoni più belle. Nell’autunno del 2021 esce il suo singolo “Lacrime e buio”: dal testo toccante, affronta il drammatico tema della violenza sulle donne. Nel febbraio 2022 è nuovamente tra i concorrenti del Festival di Sanremo: il brano che porta in gara si intitola “Voglio amarti” a cui segue un disco di inediti.

All’età di 85 anni, dopo oltre 60 anni di successi canori, la sua voce, ancora esplosiva, ereditata dalla bisnonna, rimane intatta: “Mia bisnonna materna Desolina aveva una voce talmente potente che quando cantava all’aperto – racconta Iva Zanicchi –  si sentiva dall’altra parte della montagna”. Così, il 13 febbraio del 2025, durante la terza serata del Festival di Sanremo, elegantissima in chiffon nero, simpatica, spontanea, con la sua consueta energia travolgente, “l’Aquila di Ligonchio” viene insignita del premio alla carriera “Città di Sanremo” e si esibisce in un medley dei tre brani con cui si è aggiudicata le sue tre vittorie al festival: Non pensare a meZingara e Ciao cara come stai?.

“Zingara”: la canzone entrata nella storia

“Zingara” è una canzone interpretata magistralmente di Iva Zanicchi, vincitrice del Festival di Sanremo 1969, che ebbe un successo straordinario in tutto il mondo. Da sempre, sugli oltre mille brani eseguiti dalla cantante nella sua lunga carriera, è il pezzo più richiesto nei concerti e nelle ospitate TV della celebre artista, per la sua straordinaria interpretazione vocale e umana che lo rende unico. Il brano, cantato al Festival di San Remo in doppia esecuzione con Bobby Solo, all’inizio venne proposto a Gianni Morandi, ma venne scartato dal cantante. Gli autori della canzone furono Enrico Riccardi e Luigi Albertelli e quest’ultimo dichiarò che per scrivere il testo si ispirò al romanzo dello scrittore inglese David Herbert Lawrence “La vergine e lo zingaro” (The Virgin and the Gypsy). Nella canzone viene interpellata una zingara e le si chiede di leggere la mano per conoscere il futuro e sapere se l’amore che si prova verrà ricambiato oppure se si “scioglierà come neve al sole”. La speranza c’è e diventa implorante: “Dimmi se ricambia, parte del mio amore, devi dirlo questo tocca a te”. Le parole della zingara rappresentano un sostegno di fronte a un’incertezza che aumenta e fa soffrire: “Dimmi che mi ama, dammi la speranza, solo questo conta ormai per me”. Ma la risposta della zingara non arriverà…

I PRIMATI DI IVA ZANICCHI

È la donna che ha vinto più edizioni del Festival di Sanremo (tre volte su undici partecipazioni nel 196719691974)

Nel 1973 è stata la prima cantante italiana ad avere partecipato a un concerto al Madison Square Garden di New York, con Gianni Morandi.

Nel 1981 è stata la prima cantante italiana ad aver attraversato l’Unione Sovietica in tournée.

Nel 1973 è stata la prima cantante italiana ad avere tenuto un concerto di musica leggera al Teatro Regio di Parma.

Nel 1981 è l’unica cantante italiana ad avere venduto oltre un milione di copie in Argentina con l’album Nostalgias.

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