All’armi, all’armi!

All’armi, all’armi!

di Pietro Licciardi

L’EUROPA STA IMPLODENDO. RIUSCIRÀ QUESTO NUOVO “ALLARME” PER LA GUERRA A SVEGLIARE IL SONNO DELLA RAGIONE?

Se si guarda in maniera un po’ più distaccata e soprattutto informata la realtà del nostro tempo pare proprio che stiamo tutti correndo – noi europei, almeno – verso l’implosione del sistema liberal-democratico, in sempre più palese contraddizione con gli assioni che lo hanno retto finora.

Il benessere materiale sta diminuendo a causa delle ricorrenti crisi economiche e dalla disoccupazione – generata sia dalle cervellotiche politiche green che dalla globalizzazione che ha spinto molte manifatture a delocalizzare – mentre la democrazia appare sempre più virtuale. Anche in Italia cresce l’astensionismo, inequivocabile segnale di sfiducia in un sistema politico che non garantisce più una vera rappresentanza o quantomeno la possibilità di indurre la politica a risolvere i problemi reali del cittadino, presa com’è a combattere le sue battaglie ideologiche, scollate dalla realtà quotidiana.

In Europa invece subiamo i diktat di una Commissione che individua autonomamente i propri obiettivi, imposti senza riguardo, se non col ricatto, ai governi – il caso dell’agenda gender e Lgbt-ecc. è esemplare – dando oltretutto l’impressione di essere eterodiretta da centri di potere internazionali. Guarda caso quando il World Economic Forum nelle sue periodiche riunioni a Davos discute di certe questioni, dopo un po’ l’ ”Europa” legifera in quel senso infischiandosene delle conseguenze economiche e sociali. L’Agenda verde, o Green Deal, ne è un altro esemplare esempio: entro il 2035 niente più auto a benzina e diesel e il fiorente mercato dell’auto europeo con l’intero suo indotto è agonizzante.

Adesso sembra si voglia demolire anche l’altro e più importante assioma: l’Europa unificata e resa prospera (?) dall’Euro garante della pace. Tutti noi abbiamo assistito al dibattito sorto dopo la chiamata alle armi della presidente Ursula Von der Leyen e più di recente alla quasi comica presentazione del “kit di sopravvivenza” da parte dalla commissaria europea Hadja Lahbib col quale dovremmo fare fronte ad una prossima e inevitabile, secondo loro, guerra con la Russia.

Tattiche da Grande Fratello già sperimentate durante il nefasto periodo della “pandemia” da Covid-19, che mirano ad alimentare la paura per farci accettare a prescindere e a priori ciò che élite al potere hanno deciso di imporre.

Chi si è preoccupato di spiegare che la Russia sta uscendo con le ossa rotte da un conflitto con l’Ucraina che le è costato almeno un milione di uomini tra morti, dispersi e invalidi, ha svuotato i depositi di armi dell’era sovietica e a causa delle sanzioni indebolito la sua già poco brillante economia? E soprattutto, che interesse ha la Russia ad invadere l’Europa? Sono bastati pochi e intermittenti rifornimenti di armi occidentali per inchiodarla tre anni nelle pianure ucraine, figuriamoci se può affrontare i suoi sia pur deboli eserciti e soprattutto quello americano, che nel Vecchio Continente stanzia ancora 100mila soldati.

Si, è vero l’Europa si deve riarmare ma si tratta di un processo lungo e laborioso che ha bisogno di almeno vent’anni, come spiegano anche i nostri generali, e soprattutto lo deve fare non tanto per affrontare un ipotetico e incerto spauracchio russo, quanto per sostenere una propria politica internazionale e smettere di essere quell’inconsistente agglomerato di interessi, per lo più mercantili, in un mondo in cui stanno emergendo “imperi” di primo e secondo piano: pensiamo agli Stati Uniti, all’India e ai paesi Brix e soprattutto alla Cina.

E comunque, prima ancora di un esercito occorre una politica estera, senza la quale le armi servono soltanto per bruciare i soldi dei contribuenti.

Quando i cittadini-elettori si sveglieranno dalla loro narcolettica apatia, forse – sottolineiamo forse – si accorgeranno di quanto il Re è nudo e magari comincerà il non più rinviabile processo riforma dell’Unione europea.

Intanto qualcosa si sta muovendo. La destra – pur con i suoi tanti limiti e incoerenze -avanza un po’ dappertutto a dispetto delle alchimie dei poteri forti – si veda la messa fuorigioco della Le Pen in Francia – che nelle sinistre hanno trovato la loro migliore sponda per la costruzione di quel mondo distropico e totalitario verso il quale sta virando il sistema liberal-democratico.

Ma su questo pericolo la Chiesa ci aveva avvertito già da un sacco di tempo. Forse sarebbe il caso di tornare a studiare un po’ di encicliche sociali.

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