Il Card. Romeo: “L’Inferno esiste”

Il Card. Romeo: “L’Inferno esiste”

di Bruno Volpe

RIFLESSIONI SUL TRIDUO PASQUALE

“La settimana santa e in particolare il Triduo Pasquale sono il centro e il fulcro dell’anno liturgico e della nostra fede”: il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo, commenta in questo modo il Triduo Santo che oggi inizia con la Messa in Coena Domini.

Eminenza, che cosa è la Settimana Santa?

“La Settimana Santa o Settimana Maggiore, è la parte più importante, almeno per chi è credente, dell’anno liturgico ed è fonte e culmine della fede. In essa progressivamente e lo vediamo dalle letture, celebriamo il mistero unico anche se condensato in tre parti, della passione, morte e resurrezione di Cristo. Passiamo dalla morte, alla luce della vita, alla celebrazione della vittoria della purezza sulle tenebre del peccato. Del resto, Pasqua significa dall’ebraico, passaggio ed è appunto un transito, un passaggio da uno stile di vita peccaminoso nelle tenebre, alla vita nella luce che assicura libertà. Libertà non significa fare quello che ci piace o che è male, ma vuole dire agire responsabilmente secondo quello che piace a Dio, rispettandone la legge”.

Quando ha inizio la Settimana Santa?

“Ha avuto inizio domenica scorsa con le Palme nella domenica in cui abbiamo letto la Passione di Gesù, cosa che rifaremo domani. In quella domenica notiamo due atteggiamenti contraddittori del popolo: prima osanna l’entrata da Re di Gesù a Gerusalemme con l’agitazione frenetica dei rami di ulivo e palma, poi quella stessa folla, aizzata da scribi e farisei, ne vorrà la messa in croce. Gesù, vero Dio e vero uomo, la porta, vi muore sopra da schiavo, ma è una morte che ci rende liberi. Poi risorgerà dai morti, come diciamo nel Credo. So bene che la nostra mente finita portata alla razionalità difficilmente comprende la resurrezione, concetto effettivamente complesso e sfuggente. Però essa va accettata come dogma per fede e dice San Paolo che la nostra fede senza la Resurrezione sarebbe vana, non servirebbe a niente. Tutti risorgeremo, alla fine dei tempi e questo ce lo dice il Signore nel Vangelo. Ovviamente i beati risorgeranno nella gloria vedendo il volto di Dio in una dimensione di beatitudine, coloro che saranno stati condannati, perché la condanna all’inferno esiste, risorgeranno, ma in una dimensione lontana da Dio”.

Oggi ha avvio il Triduo Santo con la Messa in Coena Domini…

“Oggi abbiamo due avvenimenti. Al mattino in ogni diocesi il vescovo celebra la messa crismale nella quale si benedicono gli olii che accompagneranno il cammino delle singole parrocchie per tutto l’anno, e si rinnovano le promesse sacerdotali. Nel pomeriggio in ogni parrocchia e chiesa Cattedrale si celebra la Messa della Cena del Signore, in cui ripetiamo quello che Gesù fece nella ultima cena. In questa celebrazione si fa memoria della istituzione del sacerdozio ministeriale, ovvero quello dei consacrati, della eucarestia ed infatti leggiamo nel Vangelo la formula che si dice per benedire pane e vino e vi è la lavanda dei piedi. Essa è sinonimo di umiltà e servizio, infatti gli schiavi lavavano i piedi e Gesù si rende ultimo, lava i piedi agli Apostoli che non capiscono il gesto di Gesù che è venuto a servire e non essere servito”.

Domani la tradizionale Passione…

“Il Venerdì santo, come il Sabato, la Chiesa non celebra messa, ma fa memoria della Passione, si fa la via Crucis e alle tre del pomeriggio in ogni chiesa si celebra l’azione liturgica della Passione in cui rileggiamo il brano della Passio Christi. Poi silenzio sino a sabato notte”.

Che succede?

“E’ la Veglia di tutte le Veglie, la messa più importante di tutte, in cui con gioia annunciamo la resurrezione di Cristo. E’ una liturgia abbastanza lunga, ma bella e suggestiva con sette letture anche se esiste la forma breve. Possibilmente si amministrano i battesimi, si benedice il fuoco nuovo e l’acqua”.

Alcuni dicono che comunque alla fine non conta andare a messa ogni domenica, ma bastano le buone opere…

“Alt. Che si debba operare bene è giusto e direi scontato. Un cristiano che agisca male non offre buona testimonianza, anzi la offende. Ma noi ci salviamo non solo per le opere, anche per quelle, ma per la grazia e la fede. Per la fede siamo salvati e giustificati. Dunque chi afferma che bastano le opere non ragiona in modo cattolico. Ma scivola verso la filantropia o l’umanesimo che sono cose ben diverse dalla fede cattolica”.

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