Mons. Santoro: “Papa Francesco pregava molto”

Mons. Santoro: “Papa Francesco pregava molto”

di Bruno Volpe

INTERVISTA A MONSIGNOR FILIPPO SANTORO

“Snobbata anche dalla stampa la sua ultima enciclica, la Dilexit Nos”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo metropolita emerito di Taranto, grande amico personale e conoscitore di Papa Francesco.

Eccellenza Santoro. Oggi dopo la sua morte leggiamo solo giudizi positivi sul defunto Papa, eppure in vita non sono mancati gli attacchi, anche dentro la Chiesa istituzione…

“Ho constatato e constato una certa ipocrisia. Tanti che adesso ne esaltano l’amore per i poveri, il desiderio di pace, il rispetto per il Creato, una economia solidale e la salvaguardia della dignità umana e della vita, davvero pensano questo o è ipocrisia? I potenti della terra andranno a rendergli omaggio ai funerali, però fanno o faranno realmente quello che egli proclamava? E allora parlarne bene e poi non mettere in pratica quanto sosteneva, è una cosa da ipocriti, pura ipocrisia”.

In che senso?

“Prendiamo le guerre nel mondo. Papa Francesco invocava la pace, la fine della politica degli armamenti, il dialogo. Sulla carta tutto il mondo sembra consenziente, eppure non si muove un dito per porre fine ai conflitti perché alla base domina l’industria del commercio bellico. Veniamo alle ingiustizie sociali. Papa Francesco varie volte ha denunciato l’ingiusta ripartizione delle ricchezze nel pianeta, ha ricordato l’opzione preferenziale per i poveri che sono amati da Dio, eppure questa economia ammazza e crea scarti sociali, nessuno rinuncia ad una parte del profitto. Eppure lodano il Papa. Si rispetta la sacralità della vita? Non sempre. Lo stesso valga per il Creato, applaudono le sue encicliche e documenti sociali, eppure tutto o quasi resta come prima”.

Lei lo ha conosciuto di persona, come era?

“Un uomo cordiale ed affabile, dotato di umorismo e senso della giustizia. Come tanti latinoamericani non aveva grande apprezzamento per gli Stati Uniti di America. Ricordo che quando ero vescovo ausiliare di Rio andai ad un convegno a Buenos Aires dove egli era pure ausiliare e fu felice di vedermi, mi dava del tu, questo avvenne nel 1996”.

Pochi lo hanno scritto, eppure Francesco era un uomo di preghiera…

“Egli pregava molto e poneva la preghiera al centro della sua vita cristiana. Al mattino si alzava presto, pregava un’ora, poi la messa e il breviario alle ore del giorno prescritte. Se ci fate caso, egli ha proclamato la domenica della Parola e la massima espressione della preghiera è per i credenti la lettura della Bibbia e la celebrazione della eucarestia. Non è vero che egli fosse ostile alla tradizione, anzi la riteneva importante e centrale, ma in senso dinamico e in effetti il nostro compito principale è annunciare l’amore di Dio e la risurrezione di Cristo, il centro della fede. Ed era rispettoso del Magistero, come deve essere ogni Papa, perché la Chiesa non è nostra, ma di Dio”.

Encicliche…

“Sono dispiaciuto. Sicuramente è giusto che quelle bellissime encicliche sociali, la Laudato Sii e Fratelli tutti abbiamo avuto l’eco che meritavano. Tuttavia la hanno avuta perché toccavano temi di natura sociale ed indirettamente politica, cosa che interessa alla grande stampa. Mentre è stata snobbata l’ultima, la Dilexit nos, che parla dell’amore di Dio per noi, la sua enciclica teologica. Eppure ogni cosa è conseguenza e origine dell’amore di Dio che è alla base di tutto. Peccato, sulla Dilexit nos solo poche parole. Ricorda l’enciclica di Benedetto XVI, Dio è amore, perché tale Egli è. E a proposito di Benedetto XVI quante parole false sulla presunta inimicizia. I due si stimavano vicendevolmente”.

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