Massimo D’Alema e la galassia “catto-progressista” confusa
–
BERGOGLIO UN “LEADER MIGLIORISTA”?
In questi giorni in cui le sinistre si sono impossessate di quello, che, probabilmente, hanno ritenuto un loro “leader mancato” sui temi del pacifismo, della fratellanza universale, della distruzione delle disuguaglianze, della vicinanza ai carcerati, della fervida attenzione ai migranti ed ai nuclei LGBTQI+, Massimo D’Alema ha dichiarato espressamente che la galassia progressista avrebbe avuto bisogno di un capo come Bergoglio. Chiaramente, è un campanello d’allarme e allo stesso tempo una tirata d’orecchi nei confronti di Elly Schlein, ma non solo, perché ad affaritaliani.it ha detto che Bergoglio “ha avuto il coraggio che alla sinistra mondiale è mancato”.
Su Il Fatto Quotidiano del 23 gennaio 2018 Massimo D’Alema aveva già dichiarato, presentando il libro “Cattolici senza partito?” di Giorgio Merlo: “siamo di fronte a un paradosso: se il cattolicesimo politico e oggettivamente smarrito, la Chiesa è invece determinata e protagonista nel diffondere il suo messaggio di critica alla realtà: Francesco è il principale leader della sinistra, nel modo più significativo”. E ancora: “Il progetto che stiamo cercando di costruire con LeU non vuole essere un club esclusivo di ex comunisti, ma vuole essere aperto e deve accogliere i principi cattolici”.
Prima ancora, L’occasione per D’Alema di parlare di Bergoglio è stata la presentazione, avvenuta lunedì 22 febbraio 2016 all’Istituto Luigi Sturzo a Roma, del nuovo numero della sua rivista “Italianieuropei”, dell’omonima Fondazione fondata dall’ex premier, dedicato quasi interamente a Francesco, come chiama sempre D’Alema: “il Pontefice”.
Nella copertina campeggia il Papa, su fondo bianco. E D’Alema, consapevole della curiosità che non può che attirare una simile iniziativa, presa da un leader che esprime il mondo “progressista e socialista”, ne parla di fronte a un parterre fatto di storici e alti prelati. Ci sono, tra gli altri, Monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, e Alberto Melloni, noto vaticanista progressista e docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Illustrando la rivista con in copertina il titolo “L’impronta di una nuova Chiesa”, sottolinea subito che Bergoglio viene, per sua stessa definizione, dalla fine del mondo. Spiega, rilassato e con lieve ironia: “Su dove sia la fine del mondo ci sono delle dispute campanilistiche tra argentini e cileni… Comunque, il Papa viene dal Sud del mondo e questo non ha solo un significato spirituale, ha anche un significato sociale”. Il valore del suo messaggio è esaltato da un mondo, dove, dice D’Alema, “La globalizzazione ha provocato guasti, il comunismo è crollato, c’è una gran confusione”. Il Papa è comunista? “No – risponde l’ex premier – lui non vuole la fine del capitalismo, ma il suo messaggio vuole affrontare e correggere le regole del mercato, in un mondo dove diventa sempre più drammatico il divario tra ricchezza e povertà”. Sostiene D’Alema di “non voler fare un’analisi da rozzo marxista”, ma che certamente, secondo lui, l’aumento della povertà aiuta il terrorismo. Conclusione, Bergoglio secondo D’Alema, non è un comunista. Forse, per usare una categoria del vecchio Pci sarebbe più calzante definirlo migliorista? Parrebbe di sì.
Si è innegabilmente notato quanto dal 21 aprile, giorno del decesso di J.M. Bergoglio, soprattutto le sinistre, gli atei, i radicali, i massoni del Grande Oriente d’Italia abbiamo incensato la figura del “papa degli ultimi”. E’ forse la prima volta che, in mondo visione, chi è stato seduto sul Soglio di Pietro per 12 anni, trova così tanto consenso e vicinanza dai più lontani dalla Fede cattolica. La sua volontà di umanizzare al massimo la figura del Papa, dimostrata anche nella semplificazione pauperistica dei riti post mortem, ha lasciato disorientati molti cattolici ma ha fatto applaudire i liberali e i socialdemocratici.
Nell’ipocrisia di quando chiunque muoia, secondo la quale diventa “santo subito”, ci si è dimenticati a causa di una martellante campagna mediatica, forse eccessiva, quanto sia stato controverso il suo messaggio e quanto egli lasci la sua Chiesa in subbuglio, divisa tra correnti cardinalizie, nei guai anche sul piano economico e della carenza di vocazioni. Ci sono visioni insopportabili per mancanza di sano realismo tomista, favole che vengono spacciate per verità, che in realtà sono solo fanfaluche per il sensazionalismo determinato da presunte profezie o altre amenità. Noi vorremmo spiegare perché questi anni sono stati motivo di disorientamento e, talvolta smarrimento, per tanti fedeli, accompagnati dal costante plauso del mondo.
Bergoglio disse: “Dio non è cattolico” (1 ottobre 2013).“Io non voglio convertire nessuno. Il proselitismo è una grande sciocchezza”(1 ottobre 2013). “Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono – faccio un paragone – come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti” (13 settembre 2024). “Gesù che si è fatto diavolo, serpente, per noi” (4 aprile 2017).
“Gesù non era uno pulito”(16 giugno 2016). “E Gesù sì’, fa un po’ lo scemo” (15 giugno 2016). “Quando ho dato la Comunione a una signora mi ha preso la mano e mi ha detto: «Grazie, Padre, grazie. Sono ebrea…». Io ho detto: «No… Anche quello che ti ho dato è ebreo… Avanti”.(24 ottobre 2022). “Maria era una donna di strada” (24 dicembre 2021) “Maria si è meticciata con l’umanità…Maria madre meticcia ha meticciato Dio (12 dicembre 2019). “Il Mediterraneo è il mare del meticciato…Il messaggio del meticciato ci dice tutto” (20 febbraio 2020). “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia”.
“Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili”(21 ottobre 2020). “Il vaccino è luce di speranza” (25 dicembre 2020). “Vaccinarsi è un atto d’amore” (18 agosto 2021). “Emma Bonino e Giorgio Napolitano sono tra i grandi dell’Italia di oggi” (8 febbraio 2016). “Anche dentro la santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l’immagine è di unità” (17 marzo 2017). “La morte di Gesù è un fatto storico ma la sua risurrezione no, è solo un atto di fede” (4 aprile 2017).
Non ha risposto ai “Dubia” di alcuni prelati, ha abolito la Messa tridentina. Ha castigato i conservatori. Difficile rispondere alla domanda su quale sia la sua eredità, da lui stesso voluta molto terrena, fra ecologismo e riabilitazione di Lutero, nel solco dei predecessori.
Tutti i leader hanno dato una loro interpretazione: l’attenzione agli ultimi, all’immigrazione, alla fratellanza, all’uguaglianza sociale. Tutti apparenti cambiamenti in ottica terrena della carità, come ha scritto Marcello Veneziani. Nessuno lo vuole ricordare come il Papa della Fede, il Papa innamorato di Cristo, il Papa mariano, il Papa dell’Eucarestia, o altri attributi spirituali dati in passato ai Sovrani Pontefici. Ciò dovrebbe far riflettere, e non poco.
Tommaso Scandroglio su “La Nuova Bussola Quotidiana” del 24 Aprile 2025 ha osservato: “L’approccio di Francesco alla morale ha messo in secondo piano, se non eliminato, il dato spirituale dell’antropologia, ossia ha misconosciuto la rilevanza paradigmatica dell’anima razionale. Eliminato il riferimento metafisico, la morale è scivolata nell’empirismo, nella fenomenologia etica, nello storicismo, nell’immanentismo e dunque ha scolorato i principi dottrinali in soggettivismo, relativismo, situazionsimo e utilitarismo”.
In tema di morale naturale, non possiamo non ricordare l’eliminazione nel 2018 della pena di morte dal Catechismo già riformato da Wojtyla: da azione moralmente buona nel rispetto di alcuni criteri a malum in se. In Amoris Laetitia ci sono aperture nette ai divorziati rispostati ed alle benedizioni di coppie dello stesso sesso. Nell’ultima enciclica c’è il plauso massonico per l’appello alla fratellanza universale. Credo sia arrivato il tempo del silenzio, della riflessione e della preghiera.