Simone Pillon (Lega): “Le messe non si interrompono. Non siamo in Cina”

Simone Pillon (Lega): “Le messe non si interrompono. Non siamo in Cina”

a cura di Angelica La Rosa

“LE MESSE NON SI INTERROMPONO. SE IL SACERDOTE AVEVA SBAGLIATO, SI POTEVA ASPETTARE IL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER NOTIFICARE LA SANZIONE AMMINISTRATIVA”

“Mi sbaglierò, ma secondo me don Lino ha ragione”. Lo dice il senatore della Lega Simone Pillon. “Le messe non si interrompono. Se il sacerdote aveva sbagliato, si poteva aspettare il termine della celebrazione eucaristica per notificare la sanzione amministrativa. Oltretutto in chiesa c’erano 14 persone, distanziate, con mascherina e guanti che pregavano il suffragio per i loro congiunti morti per Covid e tumulati senza funerale, quindi non si doveva sciogliere alcun assembramento. C’è molta più gente nei supermercati”.

Per Pillon “il messaggio che si vuole trasmettere è un altro: le messe si celebrano solo se l’autorità civile lo consente. E se lo vieta, possono essere interrotte a piacimento. Oggi per il virus, domani per la sicurezza, dopodomani come in Cina. Meditate gente, meditate. Si vuole ridurre la fede a fatto privato, senza più alcuna dimensione pubblica. E quale occasione migliore del virus per farlo?”.

Bresciano di nascita, perugino d’adozione, classe 1971, servizio militare negli alpini, sposato nel 2002 e padre di due figli, avvocato abilitato al Patrocinio presso la Suprema Corte di Cassazione e le altre magistrature superiori dal 2012, Simone Pillon è un senatore molto impegnato sui temi etici e bioetici.

Il “senatore in papillon”, cattolicissimo, è noto per essere stato il Co-fondatore del comitato organizzatore dei due Family Day di Roma (2015 e 2016) e del comitato “famiglie per il NO” al referendum costituzionale del 2016.

“Io e la mia famiglia viviamo la fede nella comunità neocatecumenale presso la parrocchia di San Sisto a Perugia. Quest’anno sono 35 anni da quando – prima a Brescia e poi in Umbria – ho intrapreso questo percorso di fede che mi ha permesso di riscoprire i sacramenti, la preghiera quotidiana, la celebrazione della Parola durante la settimana e l’Eucaristia celebrata nella piccola comunità cristiana dopo i primi vespri della domenica. Noi cristiani non siamo perfetti, non siamo i primi della classe. Sbagliamo come tutti gli altri, abbiamo le stesse paure e viviamo le stesse gioie. Semplicemente abbiamo conosciuto l’immenso e tenerissimo amore che Dio ha per ciascun essere umano, e tentiamo – con tutte le nostre mille fragilità – di farcene imitatori. Spero di portare avanti questo intento anche nell’alto compito di servizio al quale sono stato chiamato, ma per questo ho bisogno della preghiera di tutti quelli che vorranno. Dio benedica l’Italia”.

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