Lazio, quella follia per le visite al cimitero. Benvenuti nel nuovo ordine mondiale!

di Antonella Paniccia

FASE 2. CRONACA MATTUTINA

Ore 7,40: diciotto persone in attesa dinanzi al cancello chiuso del cimitero.

Custode all’interno inflessibile: si entra alle 8, max 20 persone. Tempo a disposizione: 20 minuti… dunque, non perdersi in chiacchiere con i cari estinti.

Salgo di corsa le rampe di scale, giro a destra, poi a sinistra, salita e piccola discesa. Ed ecco, come un miraggio, l’incontro sognato e represso per due lunghi mesi: due bianche lapidi con le foto dei miei cari. Li abbraccio con gli occhi mentre il cuore va a mille. Niente più fiori, vasi svuotati persino della terra.

Ingoio le lacrime per non perdere tempo. Sono attrezzata di tutto punto. Sistemo i fiori, riempio di acqua i vasi, spazzo, butto carta e guanti nel bidone. Lavori ultimati. Mi rendo conto che, nel tempo concesso non hanno computato quello della preghiera. No, quella non è contemplata da un sistema legislativo ormai scristianizzato che ci priva non solo del diritto alla messa, ma anche di quello al culto dei morti.

Infrango questa limitazione oraria, prego per tutti e mi avvio all’uscita. Al cancello una “operatrice” controlla che il numero delle persone che entrano sia lo stesso di quelle che escono: non possono entrare più di 20 persone, in un cimitero sconfinato di 28009,48 metri quadrati (più di 1400 mq/persona).

Benvenuti nel nuovo ordine mondiale!

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