Il costituzionalista: “la Chiesa si è prostrata allo Stato ateo”

Il costituzionalista: “la Chiesa si è prostrata allo Stato ateo”

di Daniele Trabucco*

QUALCHE RIFLESSIONE…

In data 07 maggio 2020 è stato siglato il protocollo tra la Conferenza episcopale italiana ed Governo della Repubblica per la partecipazione del popolo alla Santa Messa. Ora, il decreto-legge 16 maggio 2020, n. 23 (c.d. “riapertura”), all’art. 1, comma 11, richiama in modo espresso il documento, stabilendo che “le funzioni religiose con  la partecipazione  di  persone  si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni contenenti le misure  idonee  a  prevenire  il rischio di contagio”.

In merito tre brevi considerazioni giuridiche.

La prima: nonostante l’art. 1, comma 2, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 avesse sospeso tutte le manifestazioni religiose, il divieto di partecipare al sacrifico  eucaristico non è mai sussistito, si è solo preferito considerarlo tale.

La legge ordinaria dello Stato n. 121/1985 (che recepisce e autorizza la ratifica degli Accordi di Villa Madama del 1984 di modifica del Concordato) attribuisce alla sola autorità ecclesiastica, e non allo Stato, l’organizzazione pubblica del culto (art. 2). Questa fonte-atto, secondo la dottrina costituzionalistica, è considerata “atipica”, cioè dotata di una forza passiva peculiare che preclude ad altre fonti, e dunque anche al decreto-legge n. 19/2020, la possibilità di abrogazioni, deroghe o modifiche.

La seconda: se si legge con attenzione la parte finale del protocollo, si rinviene l’affermazione per cui il Comitato tecnico-scientifico “ha approvato” l’accordo. Un Comitato, chiamato a svolgere una funzione consultiva per l’Esecutivo, stabilisce l’idoneità delle misure funzionali alla partecipazione dei fedeli? Le modalità di svolgimento del Santo Sacrificio, anche in fase epidemica, rimangono sempre di spettanza della Chiesa, non essendo nel frattempo intervenuta alcuna modifica concordataria contraria. Nel caso di specie, invece, un gruppo di esperti decide (o meglio approva, sia pure dietro alcune proposte della CEI) il rinvio del sacramento della Confermazione, come distribuire ai fedeli l’ostia consacrata (con guanti e mascherine) etc

La terza: né il protocollo, né il decreto-legge n. 23/2020, chiariscono se il testo sia modificabile, la sua durata, oppure se sia necessario un nuovo documento. In nome della dittatura sanitaria, che ci ha trasformati in un “conglomerato di eremiti” per dirla con le parole del poeta Eugenio Montale, non è stato fino ad ora possibile officiare le messe esequiali, nonché vivere e testimoniare anche pubblicamente (senza con questo non adottare adeguate misure precauzionali) la fede relegata alla sfera privata come è proprio del pensiero illuministico-giacobino. La paura del contagio, per molti, ha condizionato, e in parte condiziona ancora, il nostro modo di guardare l’altro: sempre meno prossimo, ma sempre più “il portator di sventura” di manzoniana memoria. La Chiesa, dietro l’apparenza della “reciproca collaborazione”, si è prostrata allo Stato ateo che si erge a giudice di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto, di ciò che è consentito e di ciò che non lo è.

 

* Costituzionalista

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Prima di presentarsi i reverendi cardinali della CEI avrebbero dovuto consultare LO SPIRITO SANTO perché potesse dare luce di sapienza ad essi e ai signori del governo che vivono senza Dio e pretendono di interessarsi delle cose di Dio per massacrarle.