“Bavaglio arcobaleno”, arriva la mozione contro i ddl Boldrini, Scalfarotto, Zan e simili

di Filippo Bianchi

ACCADE A BERGAMO…

E’ stata presentata una mozione (consultabile cliccando qui) per impegnare il Sindaco e la Giunta di Bergamo ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento italiani affinché vengano respinte le proposte di legge penale di contrasto alla cosiddetta omotransfobia o relative all’orientamento sessuale e all’identità sessuale o di genere.

Queste proposte di legge, portate avanti dal “progressismo” rivoluzionario, dalla lobby “LGBT”, dalle Istituzioni dell’Unione Europea, e recentemente sponsorizzate anche dal presidente del Consiglio Mattarella, e dal presidente della Repubblica Conte, mirano a modificare in particolare gli articoli 604 bis e ter del Codice Penale, con finalità diverse da quelle dichiarate.

Infatti i proponenti sostengono che le norme invocate intendono semplicemente tutelare le persone che si definiscono non eterosessuali dalla violenza e dalla discriminazione, ma in realtà le proposte presentano gravissime criticità e pericoli, e sono sostanzialmente inutili rispetto agli scopi dichiarati, poiché il nostro ordinamento giuridico prevede già delle tutele dalla violenza o dagli atti lesivi per tutti i cittadini. Nel nostro Paese poi non esiste alcuna emergenza omotransfobia secondo OSCE, OSCAD e UNAR ed inoltre il ricorso a termini ambigui, ampi e imprecisi come omofobia e transfobia, per definire fattispecie di reato, contraddice gli stessi principi fondamentali del diritto penale, come il principio di tassatività e determinatezza.

Tra l’altro le fobie sono disturbi psichici definibili come «paure intense, esagerate, immotivate per situazioni, oggetti o azioni che il soggetto prova nonostante spesso non ne capisca la ragione. […] Il fobico posto a contatto con lo stimolo specifico temuto presenta in genere vere e proprie crisi d’ansia più o meno intense e paralizzanti», e pertanto in questo contesto è opportuno parlare di atteggiamenti negativi e non utilizzare strumentalmente il termine “fobia”.

L’espressione di opinioni, principi etici, convincimenti religiosi riguardanti la moralità o naturalità di tendenze e pratiche sessuali, e le azioni di individui o di associazioni che si ispirano a quei convincimenti, rischiano di essere interpretati come istigazione alla discriminazione omotransfobica. Infatti, il concetto di omotransfobia rinvia ad una impostazione culturale per la quale il dissenso rispetto alle rivendicazioni dell’attivismo “LGBTQ…” è segno di pregiudizio omotransfobico. Quindi qualsiasi atteggiamento differenziato o sgradito nei confronti di un attivista o altro esponente “LGBT”, eventualmente basato su profondi convincimenti religiosi o filosofici (ad esempio, rivolgersi ad una persona cosiddetta transgender adoperando pronomi coerenti con il suo sesso biologico), potrebbe essere considerato come “atto di discriminazione omotransfobico”.

Il pericolo costituito da tali disegni di legge è che essi finiscano con l’introdurre nel nostro Paese il divieto di esprimere qualsiasi parere od opinione su aspetti delicati della vita umana e che migliaia di cittadini, di madri e padri di famiglia, di associazioni, vengano denunciati, perseguiti a livello giudiziario o persino condannati alla reclusione a causa di posizioni in favore della famiglia naturale, della complementarietà dei sessi, della non fluidità dell’identità sessuale. Le proposte di legge anti omotransfobia si rivelano quindi contrarie anche agli artt. 18, 19 e 21 della Costituzione italiana. addirittura pensate che in Spagna, sulla base di una legge analoga, il cardinale ed arcivescovo Sebastian Aguilar, è stato incriminato per il semplice fatto di avere esposto il Catechismo della Chiesa Cattolica in tema di sessualità, come successivamente toccato all’arcivescovo e cardinale Antonio Cañizares Llovera, per aver criticato l’ideologia gender.

 

*Consigliere comunale di Bergamo

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