Shemà. “L’azione di Dio è misteriosa, ma si fa visibile”

Shemà. “L’azione di Dio è misteriosa, ma si fa visibile”

Informazione Cattolica ospita la rubrica Shemà (che in ebraico vuol dire “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno a cura della teologa Giuliva Di Berardino*. Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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In questa domenica, la XII del Tempo Ordinario, terminato il periodo pasquale e le grandi solennità del Signore, riprendiamo il cammino della liturgia del tempo ordinario e, in quest’anno in cui leggiamo il Vangelo secondo Matteo, e precisamente oggi la lettura riprende al capitolo 10, in cui vediamo Gesù inviare i suoi discepoli in missione e dare alcune raccomandazioni proprio sulla missione, l’invio, potremmo dire sull’evangelizzazione, che di fatto è invio all’annuncio del Vangelo.

Si tratta di un discorso che Gesù fa come un buon Maestro che indica ai suoi discepoli, e quindi a noi, non tanto delle direttive operative, sì, anche quelli, ma, soprattutto in questo testo, consigli fondamentali, cioè che riguardano il fondamento della qualità profetica e missionaria del nostro stare nel mondo. Fondamento della nostra missione, dunque, ci insegna oggi Gesù con le sue parole, è la fiducia nell’amore di Dio Padre che è sempre per noi Provvidenza.

Una Provvidenza che è necessario che sia rivelata a tutti, proclamata, fosse pure in mezzo alle persecuzioni inevitabili, perché la fiducia che muove la missione, è proprio questo amore che Dio ci mette nel cuore, e che, lo vogliamo o no, diventa azione, parola, annuncio. E quello che ci mostra oggi il Vangelo è che l’annuncio dell’amore di Dio, la Parola del Signore, nella misura in cui scende in profondità in noi, si fa sempre più aperto, esplicito, evidente, contagioso.

Allora l’azione di Dio, lo possiamo dire, è misteriosa, ma si fa visibile, si diffonde, pur agendo in profondità. Ecco allora che i consigli di Gesù ai discepoli inviati in missione diventano esortazione alla fiducia totale, a lasciarsi visitare interiormente dall’Amore del Padre come Provvidenza, che agisce nella nostra vita e nella vita del mondo in modo misterioso, ma, appunto, contagioso. Si tratta di compiere atti di fiducia nella Provvidenza del Padre. L’invito per noi è a non avere paura, perché Dio si prende cura di noi, perché siamo cari a Dio e Lui, lo sappiamo, lo crediamo, non ci abbandonerà mai.  E con questa fiducia siamo mandati in missione, siamo invati a evangelizzare lì dove siamo. Da questa fiducia nasce la missione, l’invio, l’evangelizzazione, la testimonianza di fede, la carità, che non è altro che esplicitazione della testimonianza della nostra fede nel mondo. Il testo lo fa capire in modo semplice, le parole di Gesù sono chiare: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli dove il verbo “riconoscere” al tempo futuro, ripetuto per due volte, nel testo orignale greco è il verbo  omologew, che significa “confessare“, “lodare“, ma anche “dichiararsi pubblicamente in favore di qualcuno“, quindi, il testo del Vangelo traduce con “riconoscere“. Ecco questo verbo indica l’unica vera azione che i discepoli, e quindi noi, possiamo fare, perchè tutto il resto è soltanto accoglienza della fiducia nella Provvidenza. Evangelizzare, sentirsi inviato in missione, è quindi la realtà profonda di tutto ciò che facciamo, perché è la vita stessa, che è confessione di lode del Signore, davanti a tutti quelli che ci conoscono e che vivono con noi. Che sia così, cari amici, oggi. In questa XII domenica del Tempo Ordinario, chiediamo al Signore che ogni credente cristiano che in questo giorno si riunisce in assemblea per celebrare il giorno del Signore in comunione con tutti i cristiani nel mondo, chiediamo a Dio la grazia di ricevere in modo più profondo il dono della confessione della fede, della lode al Padre che è Provvidenza, perché sempre di più i cristiani siano luce per il mondo. Preghiamo insieme l’orazione di Colletta, che oggi la liturgia ci fa pregare durante il corso di questa domenica: “O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta.” Amen. Buona domenica nella gioia di portare a tutti l’annuncio profetico della Parola di vita!

 

Domenica 21 Giugno 2020
XII Domenica del tempo ordinario

Dal Vangelo secondo san Matteo, 10,26-33

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

 

 

GIULIVA DI BERARDINO

 

 

 

* Giuliva Di Berardino, laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la “Licenza ad docendum” in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Dopo aver vissuto alcuni anni in Francia,insegna danza di lode e di adorazione. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia” (ed. dell’Immacolata), in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. Insegnante Religione Cattolica nella scuola pubblica ed è Pedagogista del movimento e liturgista.

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