Non è che ci stiamo spingendo troppo in là con l’integrazione degli immigrati islamici

Non è che ci stiamo spingendo troppo in là con l’integrazione degli immigrati islamici

Non è che ci stiamo spingendo troppo in là con l’integrazione degli immigrati islamici? Verrebbe da pensarlo anche a chi è in linea di principio sempre e comunque favorevole al fenomeno migratorio ed alla relativa accoglienza se, con le “Risorse liberate del POR [Programma Operativo Regionale] Puglia 2000 – 2006 OB.1” relative al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), il 21 agosto con prot. n. 1983/PROGETTI la Regione governata da Michele Emiliano (Pd) ha diramato un “Avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali finalizzate alla definizione del Piano di promozione dell’offerta turistica Puglia Muslim Friendly”.

Un bando che, teoricamente diretto ad attrarre il turismo di religione islamica, metterà permanentemente a disposizione infrastrutture e servizi di tutti gli islamici che, regolarmente o meno, risiedono in Italia. Facilities che si pongono però in netto contrasto con il nostro modo di vivere se, come ha replicato immediatamente la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, tra le prescrizioni previste per ricevere i finanziamenti vi sono «piscine separate tra uomini e donne (ma il genere sessuale non era stato abolito dalla sinistra?), babysitter e personale vestito in modo consono (niente minigonna, meglio il burqa), e una serie di altre regole imbarazzanti. Insomma, ora paghiamo pure con risorse pubbliche per farci islamizzare».

Il progetto Destinazione Puglia, nell’ambito del quale s’inserisce il bando in questione, «nasce nell’ottica di accrescere e qualificare le presenze turistiche nella regione e favorire la crescita di nuove realtà produttive, anche locali, intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti culturali e ambientali ed al recupero di identità e culture locali». Sinceramente non si capisce come possano conciliarsi prescrizioni come quelle ricordate dall’On. Meloni con l’obiettivo di recuperare “identità e culture locali”. Mah, le consuete alchimie tecnico-ideologiche alle quali ci stanno abituando da decenni certi Uffici dell’Unione Europea… Alle quali anche gli Uffici preposti della Regione Puglia si adeguano, elaborando appunto nell’Avviso pubblico «uno specifico intervento orientato all’apertura del territorio regionale alle opportunità offerte dal Turismo Muslim friendly, attraverso la definizione di un’offerta turistica altamente qualificata, che tenga conto delle particolari esigenze dei turisti musulmani, che da recenti ricerche di settore risultano numericamente in costante crescita, oltre ad avere delle peculiarità che li rendono anche qualitativamente molto interessanti per il territorio pugliese».

Il bando di Emiliano, pubblicato a nemmeno 30 giorni dalle elezioni indette anche nella Regione il 20 e 21 settembre, ha trovato tutto il centrodestra schierarsi contro. 

Oltre alla già citata leader di Fratelli d’Italia che, già ieri mattina ha pubblicato su Facebbok un post molto chiaro in proposito («La Regione Puglia in mano alla sinistra pubblica un bando con il quale finanzia le strutture turistiche che tolgono i simboli cristiani, diventano “Muslim Friendly” e si rendono più accoglienti nei confronti dei musulmani. […] Per fortuna Fratelli d’Italia cancellerà questa idiozia tra poco, dopo che avremo cacciato la sinistra dal governo della Regione Puglia»), dalla Lega e Forza Italia non sono mancate le reazioni.

Interpellato da inFormazione Cattolica, il sen. Lucio Malan, Vicepresidente Vicario del Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC a Palazzo Madama, ha denunciato con queste parole la discutibile iniziativa: «Non pensavo che Emiliano potesse cadere così in basso. Peraltro mi pare chiaramente incostituzionale: in pratica tra due albergatori con gli stessi requisiti, si nega il finanziamento a chi dovesse avere una croce, un crocifisso o una Bibbia? Ed è anche assurdo. Se un albergo “scristianizzato” attrae di più, i soldi gli verranno dal mercato, da ricchi musulmani. Perché dargli anche i soldi del contribuente?».

 

Giuseppe Brienza

 

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