Abusi sessuali, l’avvocato Anderson: “Giù le mani da san Giovanni Paolo II”

Abusi sessuali, l’avvocato Anderson: “Giù le mani da san Giovanni Paolo II”

Di Emanuela Maccarrone

La recente questione riguardante le accuse mosse contro un cardinale statunitense, Theodore E. McCarrick, per abusi sessuali anche su minori, sta sollevando dubbi in merito alle indagini svolte sotto il papato di San Giovanni Paolo II.

Sulla questione, e in difesa di San Giovanni Paolo II, è intervenuto Peter M. Anderson, un ex avvocato dell’Arcidiocesi di Seattle, che sta dedicando gli anni della sua pensione al lavoro ecumenico.

L’avvocato ha scritto una lettera rivolta a papa Francesco nella quale ha fatto notare che papa Giovanni Paolo II, nel periodo in cui era stato informato delle accuse mosse contro il cardinale McCarrick, incaricò un consiglieri per indagare sulla questione: “contrariamente a quanto affermato dai media secondo cui il Papa avrebbe chiuso ‘un occhio’ sulle accuse contro McCarrick, il Papa nel novembre 1999 ha chiesto il coinvolgimento di Mons. Agostino Cacciavillan […] come affermato a pagina 142 del Rapporto. “La richiesta era basata sulla stima e la fiducia che sia Papa Giovanni Paolo II che il Sostituto Re avevano per l’arcivescovo Cacciavillan”.

M. Anderson ha spiegato che il coinvolgimento dell’arcivescovo durò nei mesi successivi fino al 20 settembre 2000, data in cui l’arcivescovo ricevette tutta la documentazione riguardante il cardinale McCarrick e, dopo una considerazione positiva della lettera del cardinale O’Connor, descritta nel Rapporto alle pp. 178-79, l’arcivescovo Cacciavillan aveva “concluso che McCarrick era la scelta migliore per Washington”.

Ma San Giovanni Paolo II coinvolse un altro dei suoi consiglieri più fidati, l’arcivescovo Giovanni Re. Come ha spiegato l’ex avvocato nella sua lettera: “In un’intervista, il cardinale Re ha spiegato che mentre originariamente aveva ‘decisamente’ disapprovato la nomina di McCarrick a Washington, ha cambiato idea dopo aver letto la lettera di McCarrick al vescovo Dziwisz in cui negava qualsiasi cattiva condotta sessuale”.

I due consiglieri incaricati da papa Giovanni Paolo II, informatisi a loro volta, riferirono al Papa sull’innocenza del cardinale McCarrick: “così, i due più importanti consiglieri di Papa Giovanni Paolo II sulla questione McCarrick hanno assicurato al Papa che le accuse contro McCarrick non erano valide e che non avrebbero dovuto preoccupare il Papa”.

È ragionevole, quindi, che il Papa polacco si sia fidato delle opinioni di questi due consiglieri fidati.

Pertanto, secondo l’ex avvocato M. Anderson c’è la piena innocenza di San Giovanni Paolo II sui fatti e si può definire inconsistente l’ipotesi di negargli la santità.

“A seguito dei consigli di questi fidati consiglieri, non ci dovrebbero essere motivi per negare la santità di San Giovanni Paolo II o rifiutare la sua eredità come la caduta del comunismo nell’Europa orientale”.

A conferma di quanto sostiene questo avvocato in pensione, come non ricordare tutti i miracoli compiuti da Dio per l’intercessione di Giovanni Paolo II, sia mentre era pontefice che dopo la sua salita alla “Casa del Padre”.

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