Apple, Nike, Coca-Cola e altre multinazionali inginocchiate al Partito Comunista Cinese

Apple, Nike, Coca-Cola e altre multinazionali inginocchiate al Partito Comunista Cinese

Di Lorenzo Capellini Mion

Apple, Nike, Coca-Cola e altre multinazionali sono impegnate in una intensa campagna di lobbying contro lo “Uighur Forced Labor Prevenction Act”, il disegno di legge che vieterebbe la vendita di beni realizzati sfruttando il lavoro degli uiguri nello Xinjiang e di quelli dislocati in altre regioni.

Questi sarebbero i campioni inginocchiati davanti al partito comunista cinese che tramite i loro lacchè danno lezioni di moralità alle società meno razziste e più generose della Terra con lo scopo di dividerle per meglio controllarle.

Perché adorano gli schiavi, lavoratori o consumatori che siano!

Intanto, dopo aver incolpato gli Stati Uniti e l’Europa, gli scienziati cinesi ora affermano che il virus di Wuhan abbia avuto origine in India, nell’estate del 2019.

Il gigante asiatico così si aggiunge alla lista dei Paesi su cui Pechino ha puntato il dito dopo Bangladesh, Stati Uniti, Grecia, Australia, Italia, Repubblica Ceca, Russia e Serbia.

Non è detto che alla fine non riescano a cambiare la storia in diretta e a trovare un capro espiatorio alternativo al laboratorio che ha sede sulla Gaoxin Road al numero 666. A meno che qualcuno ancora non creda alla favola del mercato del pesce.

Dovessi scommettere, l’Italia mi sembra una possibile volontaria, lo ha fatto una volta potrebbe farlo la seconda.

Quello che oramai sembra certo però è che il virus che ha cambiato il mondo circoli da ben prima il fatidico febbraio 2020, e allora vorrei sapere dove, e come, abbiano sotterrato all’emergenza sanitaria durante l’autunno/inverno 2019, e chissà che qualche risposta non sia stata cremata.

Erano forse ancora troppo lontane le elezioni americane e con esse l’ultimo ostacolo da abbattere?

Intanto i media, mi pare di poter dire, hanno smesso di citare come esempio gli effetti del virus di Wuhan in Africa, sostanzialmente irrilevanti vista la popolazione e le strutture sanitarie. Eppure per mesi si annunciavano catastrofi ma alla fine l’unico effetto, previsto, è che nel continente africano si muore di fame, più di prima.

E forse di Africa il giornale unico ha smesso di parlare perché arriverebbero un bel po’ di risposte a domande vietate. La verità ha i suoi tempi e per bella o brutta che sia alla fine si rivela l’unico virus impossibile da contenere. Ma sono solo domande…

 

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