Vaccini anti Covid-19 “bene comune”, ma nel rispetto dei principi etici

Di Maria Luisa Donatiello

Per quanti danni la pandemia da Covid-19 stia procurando sul piano della salute fisica e psicologica in primis e poi in tutti gli altri ambiti: economico, sociale, relazionale, scolastico è auspicabile che la cura venga trovata e che tutto possa ritornare alla “normalità”. Ma per quanto l’emergenza sia grave, importante e globale le implicazioni etiche relative alla produzione e alla distribuzione dei vaccini non possono non essere considerate altrettanto significative.

Il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e informativo per i cittadini, si è espresso al riguardo con un documento pubblicato il 27 novembre scorso dal titolo “I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione”, consultabile integralmente sul sito del CNB nella sezione Documenti: Pareri e risposte (http://bioetica.governo.it/italiano/documenti/pareri-e-risposte/i-vaccini-e-covid-19-aspetti-etici-per-la-ricerca-il-costo-e-la-distribuzione/), nel quale si legge: “Prendendo atto delle numerose sperimentazioni in corso, il CNB sottolinea sul piano etico come l’emergenza pandemica non debba portare a ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti. Il Comitato ritiene che il vaccino debba essere considerato un ‘bene comune’, la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non sia regolata unicamente dalle leggi di mercato.”

Ad oggi sono molti i Paesi coinvolti e 97 gli studi in corso impegnati nella ricerca di vaccini contro il Coronavirus, in concorrenza tra loro e prodotti con tecniche diverse. La moltitudine di sperimentazioni è giustificata dalla consapevolezza che il vaccino, anche secondo il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sarà il rimedio più importante per rallentare e poi interrompere la pandemia, mai temi etici che emergono e che necessitano di essere affrontati in merito alla questione riguardano diversi aspetti, tra i quali il costo che dovrà essere accessibile a tutti essendo considerato il vaccino un “bene comune”.

Nel documento citato gli esperti si sono espressi anche in merito alla distribuzione e all’obbligo o meno di vaccinarsi: “ogni scelta di distribuzione si richiami al principio morale, deontologico e giuridico generale della uguale dignità di ogni essere umano e di assenza di ogni discriminazione, oltre che al principio integrativo della equità, ossia della particolare considerazione di vulnerabilità per specifici bisogni. Il Comitato ritiene che debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l’obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa. Il Comitato auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione. Premessa indispensabile affinché alla pianificazione della distribuzione consegua una accettazione della vaccinazione da parte dei cittadini”

In questa ottica il CNB ha sottolineato l’importanza di informare a riguardo i cittadini mediante “una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati. Una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione.”

Anche lo Stato italiano è dunque chiamato a fornire ai cittadini tutte le informazioni relative al vaccino anti Covid data la tanta incertezza che ancora gravita attorno al tema e le numerose proposte di vaccino, è pertanto dovere etico e morale del nostro Stato provvedere a informare e a tutelare con ogni mezzo la popolazione tutta.

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È tutta una menzogna….il vaccino non può essere considerato un “bene comune” … intanto è un farmaco sperimentale e le persone vengono usate come cavie…la covid 19 è curabilissima con farmaci efficaci dunque è un abuso giuridico strumentale lo “stato d’emergenza”.