Shemà. Commento al Vangelo del 16 dicembre della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

 

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Lc 7,19-23

mercoledì 16 dicembre 2020

La liturgia di oggi ci fa prendere coscienza di un atteggiamento importante da coltivare in questo tempo in cui stiamo preparando i nostri cuori alla venuta del Salvatore: l’attenzione a ciò che dentro di noi può essere considerato un elemento di progressione o di miglioramento, in questo cammino quotidiano che il Signore ci fa vivere in questo tempo di Avvento. Non per metterci in discussione su ciò che dobbiamo cambiare, ma per stare attenti a non lasciarci scappare l’opportunità di cogliere ciò che di positivo, di luminoso, di nuovo sperimentiamo dentro di noi. Man mano che camminiamo nell’Avvento, la luce del Signore illumina il nostro spirito, il nostro profondo, nella misura in cui facciamo spazio dentro di noi alla luce di Dio che viene. Ecco allora che il testo del Vangelo, tratto dal Vangelo secondo Luca, ci mostra il modo in cui Giovanni il Battista ha fatto spazio dentro di sé: non avendo nessun progetto per sé, nessun altro fine nella vita che non fosse la venuta di Gesù nei cuori. Lo vediamo nel testo: Giovanni pone a Gesù  “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” una domanda che dice quanto i suoi sogni e i suoi progetti siano solo in relazione al Messia e alla Sua manifestazione. Gli studiosi del Nuovo Testamento hanno riflettuto a lungo su questa domanda di Giovanni, alcuni spiegano questa richiesta come un dubbio che il profeta precursore a un certo punto avverte sulla vocazione messianica di Gesù, altri pensano che invece fosse un modo che Giovanni aveva trovato per far prendere coscienza ai due inviati che Gesù è veramente il Messia. In realtà la questione di Giovanni sull’attesa messianica è relativa alla sua missione, perché sentiva che stava per realizzarsi il Regno di Dio e la sua predicazione, il suo battesimo, erano in funzione al Messia, al Regno di Dio e non alla sua fama. Giovanni allora riceve la risposta sperata: Gesù è Colui che regna secondo Dio, perché Dio manifesta la Sua potenza non attraverso azioni di dominio e di potere, ma attraverso la guarigione, la riconciliazione, la giustizia e la vita ridonata, restituita a chi, dopo essere passato attraverso la morte, può sperimentare una vita nuova. E Giovanni sa che da questo dipende la sua missione e da questo prende senso tutta la sua vita. Allora oggi è come se il Signore, attraverso la liturgia che celebriamo nel rito o nella vita, ci invitasse a osservare, come dicevo all’inizio, quello che è avvenuto in questo tempo di Avvento o quello che avviene, giorno dopo giorno: come il Signore ci fa vedere la luce, ci mostra ciò che siamo, come ci fa camminare nella fiducia che ci spinge sempre avanti, come ci purifica interiormente dai nostri egoismi e dalle nostre illusioni, come ci fa udire nel profondo del cuore la sua voce che ci invita a fare atti di bontà e di generosità verso chi ci sta vicino, o atti di misericordia e di perdono verso chi ci ha offeso. Ancora la liturgia ci invita a considerare  come il Signore ci offre la possibilità di ricominciare a vivere meglio, ogni giorno, in questo tempo. Ecco, se consideriamo tutto questo, come non gioire? come non accedere alla beatitudine, che ci viene indicata alla fine di questo brano del Vangelo? La beatitudine di che oggi ci viene offerta è quella di chi  non trova in Gesù il motivo di scandalo, cioè di turbamento, di blocco, o, come traduciamo letteralmente dal greco la parola σκανδαλος, di inciampo. Gesù stesso oggi ci chiama beati, perché insieme lo attendiamo con speranza, sapendo che Lui è la motivazione profonda per ricominciare a vivere ogni giorno in modo nuovo. Affidiamoci a Gesù, aspettiamolo con gioia, e, con tutti coloro che aspettano con la Chiesa la Sua venuta, preghiamo l’antifona di ingresso alla celebrazione della messa di oggi: Il Signore viene, non tarderà: metterà in luce i segreti delle tenebre e si rivelerà a tutte le genti. Amen. Così sia. Buona giornata! 

Lc 7,19-23

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

 

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