La pandemia sta accelerando il passaggio dalla sovranità alla sudditanza del popolo?

ALCUNI DATI DEL CENSIS LO FANNO SOSPETTARE: IL POPOLO, IN PREDA ALLA PAURA, È DISPOSTO A RINUNCIARE AI PROPRI DIRITTI CONFIDANDO ESCLUSIVAMENTE NELLO STATO…

Di Emanuela Maccarrone

Il 2020 è stato un anno difficile a causa della pandemia che ha costretto molti Governi ad autorizzare misure drastiche di contenimento dei contagi.

Non si può abbassare la guardia perché il virus continua ad affliggere l’umanità, pertanto, sia lo Stato sia i cittadini devono continuare ad essere responsabili.

Tuttavia, in base ad alcuni dati pubblicati dal Censis emerge un’Italia più remissiva.

Il documento dal titolo ‘Il sistema-Italia? Una ruota quadrata che non gira’ è una sintesi dei vari cambiamenti, sociali ed economici, avvenuti nell’Italia pandemica.

In particolare, ci ha colpito il paragrafo intitolato ‘Meglio sudditi che morti: le vite a sovranità limitata degli italiani e le scorie dell’epidemia’.

Nel paragrafo è stata rappresentata un’Italia “spaventata, dolente, indecisa tra risentimento e speranza”.

Per il 73,4% degli italiani i sentimenti prevalenti nel 2020, a causa della pandemia, sono stati la “paura dell’ignoto” e “l’ansia conseguente”. Questi sentimenti hanno generato una forte dipendenza dei cittadini dallo Stato.

“Lo Stato è il salvagente a cui aggrapparsi nel massimo pericolo. Il 57,8% degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni alla mobilità personale”. Così si legge nel documento del Censis.

Inoltre, il 38,5% degli italiani è disposto a “rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, accettando limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione e di iscriversi a sindacati e associazioni”. Gli altri dati che emergono dal citato paragrafo, mostrano la tendenza dei cittadini all’inasprimento delle pene per i trasgressori delle norme anti-covid. Il 76,9% ha dichiarato che “chi ha sbagliato nell’emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri, deve pagare per gli errori commessi”. Il 49,3% dei giovani ritiene giusto che gli anziani siano assistiti solo dopo di loro.

In sostanza, emerge una popolazione dominata dalla paura, più individualista e disposta a rinunciare ai propri diritti.

Sulla base dei dati citati, ma anche sulla libera costatazione dei fatti, sembra che la pandemia stia ‘forgiando’ una nuova mentalità o un nuovo stile di vita per il popolo.

Si spera che in questa situazione, che costringe a una limitazione delle libertà, se non ad oltranza sicuramente a singhiozzo, i cittadini non si dimentichino dei propri diritti inviolabili, a tal punto da giustificare una condizione di esclusiva sudditanza.

 

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