Un governo di unità nazionale è inattuale, antistorico e incomprensibile

I GOVERNI DI “SOLIDARIETÁ NAZIONALE”, OVVERO UNA FORMULA ANTISTORICA E INADEGUATA

Di Augusto Sinagra* e Daniele Trabucco**

La crisi di Governo extraparlamentare di questi giorni, che si é aperta con le dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri a seguito della tensione all’interno delle forze di maggioranza, ha portato a riflettere anche sulla possibilità di un Esecutivo di solidarietà nazionale quale via maestra per affrontare l’emergenza sanitaria e le sue drammatiche ripercussioni sul piano economico e sociale, arrivando così al 2023, ossia alla scadenza naturale della legislatura.

Una soluzione non condivisibile, inattuale, antistorica e difficilmente comprensibile dall’opinione pubblica. Tre sono le ragioni che spingono a guardare con diffidenza a questa soluzione da “anni ’70”.

In primo luogo, la sostanziale assenza di leadership politiche degne di questo nome in grado di imporsi in un panorama politico fragile, frammentato e poco autorevole.

In secondo luogo, la permanente e strutturale radicalizzazione della politica italiana. Vogliamo vedere Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia proni alle logiche neo-liberiste dell’ordinamento comunitario (si pensi ai 209 miliardi di euro a debito del Recovery fund). Se l’opposizione vuole farsi del male ecco pronto il sentiero di “mattoni gialli” che conduce non alla città di Smeraldo, ma…. direttamente a Bruxelles.

In terzo ed ultimo luogo, al di là di pochi nomi (Giorgetti per la Lega), mancano figure di mediazione all’interno delle strutture partitiche che, lungi oramai dall’essere mezzi per l’esercizio quotidiano della sovranità popolare secondo la nota definizione del grande costituzionalista tedesco Gerhard Leibholz (1901-1982), sono divenute sempre di più macchine demagogico-elettorali il cui compito é quello di tenere alto lo scontro politico sia pure all’interno di un sistema democratico ove molte decisioni sono sottratte al decisore politico.

Prima si prende atto della natura anti-politica del modello partitico italiano che si é imposto a partire dalla c.d. “Seconda Repubblica”, ossia che le idee hanno lasciato il posto agli uomini, meglio é.

*Universitá “La Sapienza” di Roma ed Avvocato del Foro di Roma

**Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/Centro Studi Superiore INDEF. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico

 

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