Di Benedetto: “i distributori di Cannabis stiano lontani da scuole e luoghi di aggregazione giovanile”

Di Benedetto: “i distributori di Cannabis stiano lontani da scuole e luoghi di aggregazione giovanile”

Il rispetto della verità, cioè che tutte le droghe, Cannabis compresa, fanno male, è durato poco

Di Angelica La Rosa

Dopo una azione mediatica e istituzionale portata avanti dalla Lega, grazie ai Senatori Andrea Ostellari e Simone Pillon, in alcune zone d’Italia dei ‘cartoni della vergogna’ avevano coperto l’illustrazione delle ‘proprietà benefiche’ della cannabis che esponevano i distributore di Cannabis Light.

Purtroppo il rispetto della verità, cioè che tutte le droghe, Cannabis compresa, fanno male, è durato poco.

Così, tanto per fare un esempio, a Bologna, diversi cittadini residenti a Borgo-Panigale, ci hanno segnalato che il distributore di Cannabis Light sito in via Normandia 14 ha tolto il ‘cartone della vergogna’ con cui aveva coperto l’illustrazione delle inesistenti ‘proprietà benefiche’ della cannabis, nonostante questo distributore conteso si trovi nei pressi di luoghi sensibili come scuole, chiese e altri luoghi di aggregazione giovanile.

Nonostante il Covid, i luoghi di aggregazione, non sono scomparsi e, quindi, permangono i dubbi relativi alla localizzazione di simili esercizi commerciali in siti così sensibili.

“La cannabis, ordinariamente, è il primo passo per entrare nel circuito vizioso delle droghe e delle dipendenze. Non vedo in che modo la cannabis light si smarchi da questo percorso. Rappresenta solo un passo antecedente, con la differenza che la legalizzazione ne incentiva la vendita e il consumo”, ha dichiarato ad Informazione Cattolica l’esperto di bioetica, e responsabile LEGA del Quartiere Borgo-Reno di Bologna, Matteo Di Benedetto. “Inoltre, il fatto che non ci sia più lo stigma sociale dato dall’illegalità non fa che rendere più difficoltoso l’operato di chi vuole sensibilizzare i giovani su questo tema per impedire che caschino in questi circuiti e quello di chi vuole aiutare le persone a uscirne. Sarebbe quanto meno opportuno predisporre misure atte a impedire che tali esercizi si possano trovare nei pressi di luoghi sensibili e di aggregazione. Si tratta di un tema legato alla sicurezza sociale e alla salute dei nostri ragazzi”, ha concluso il dottor Di Benedetto.

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