Shemà. Commento al Vangelo dell’8 maggio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 15, 18-21

sabato 8 maggio 2021

Il Vangelo di oggi è ancora un brano tratto dai “discorsi di addio” di Gesù, inseriti nel Vangelo secondo Giovanni che abbiamo letto per tutta questa settimana. In questo testo, però, i toni di Gesù assumono una connotazione profetica molto più pronunciata, sia per come il testo si apre, cioè con il contrasto tra i discepoli di Gesù e il mondo, sia per come si conclude, notiamo infatti che i verbi sono coniugati al futuro. Il contrasto tra Gesù, e seguaci di Gesù, col mondo è un tema che ricorre nel corpus degli scritti di Giovannei, in cui il termine mondo arriva fino ad assumere una valenza molto negativa, rappresentando la somma delle forze ostili al disegno di salvezza di Dio.
Il mondo corrisponde alle tenebre, alla notte, che è fuori di noi, ma che si può trovare anche dentro di noi, quando siamo lontani da Dio. Ecco allora che  il Vangelo ci insegna che il credente si troverà a vivere l’odio del mondo sotto la forma della persecuzione, ed è per questo che egli potrà rendere visibile la “testimonianza di Gesù, che è lo Spirito di profezia”, secondo ciò che afferma la Scrittura in Ap 19,10, che è ancora un testo tratto dagli scritti di Giovanni.
Essere discepoli di Gesù, allora, significa vivere nello Spirito, come abbiamo già meditato in tutta questa quinta settimana di Pasqua, a partire dalla similitudine della vite e dei tralci, però è anche dare testimonianza, accendere la luce nelle tenebre del mondo, perché sarà questa unione con Dio, che è la vita nello Spirito, a fare la differenza col mondo, a lasciar emergere la verità. Ora, secondo la predicazione di Giovanni e l’insegnamento che lui trasmette alla sua comunità cristiana, vivere la fede è sempre proclamare la vittoria della luce sulle tenebre, anche quelle tenebre interiori che abbiamo dentro di noi e che siamo chiamati a vincere ogni giorno, entrando in un dinamismo interiore che gli antichi Padri del deserto chiamavano “lotta spirituale”.
Concludo, allora con un testo tratto dallo Pseudo-Macario (dal testo Spirito e fuoco, ed. Qiqaion) che ci ricorda il senso della nostra lotta spirituale: “Chi viaggia non può compiere il tragitto senza prove. E come al momento del parto la mendicante e la regina soffrono le stesse doglie, e come la terra del ricco e quella del povero, se non vengono lavorate come si deve, non possono portare il giusto frutto, così anche nel lavoro dell’anima né il sapiente, né il ricco non regnano insieme alla grazia se non attraverso la pazienza e molteplici tribolazioni e fatiche. Tale deve essere la vita dei cristiani. Il miele è dolce e non ammette in se stesso nulla di amaro né di velenoso, così anch’essi in ogni circostanza, buona o cattiva, sono buoni, come dice il Signore: “Siate buoni come il Padre vostro celeste”. Ciò che danneggia e contamina l’uomo è all’interno, come dice il Signore: Ciò che rende immondo l’uomo è interno all’uomo. Dal cuore infatti provengono i pensieri malvagi. E’ dentro l’anima dunque che serpeggia e avanza lo spirito del male, immateriale, sempre in movimento, è un velo di tenebra, è l’uomo vecchio del quale devono spogliarsi quanti si rifugiano in Dio per rivestire l’uomo celeste e nuovo, che è il Cristo. Nulla di esterno dunque può nuocere all’uomo, ma soltanto lo spirito di tenebra che vive, agisce e abita nel cuore. Ciascuno dunque deve conquistare la vittoria nella lotta dei pensieri affinché nel suo cuore risplenda il Cristo, al quale è gloria nei secoli. Amen.”  Buona giornata!

 

Gv 15, 18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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