Ecco perché , anche oggi, l’evento “Fatima” non è un fatto tra i tanti

LE APPARIZIONI DI FATIMA, ANCHE A DISTANZA DI OLTRE UN SECOLO RESTANO DI UNA ATTUALITÀ STRAORDINARIA: A NOI APPROFONDIRE IL CONTENUTO DI TALE MESSAGGIO

Di Enzo Vitale

Il 13 maggio di 104 anni fa, alle ore 12.00, in una località sperduta del Portogallo, dal nome che richiama la tradizione araba (Fatima è, infatti, il nome della piccola figlia di Maometto), appariva a tre pastorelli, una “bianca Signora” che sei mesi dopo dichiarò di essere la Vergine del Rosario.

I “tre Pastorelli” si chiamavano Lucia, Francesco e Giacinta: tutti al di sotto dei 10 anni. I più piccoli, Francesco e Giacinta, sono oggi venerati dalla Chiesa come santi; Lucia, morta invece oramai da anziana suora, non è ancora salita agli onori degli altari ma, pur aspettando/rispettando che l’iter canonico faccia il suo corso, non è fuori luogo immaginare che sarà presto indicata come modello da imitare per la strada verso il Cielo.

Di apparizioni della Vergine Maria, nel corso della storia, ce ne sono tante, anche se, riconosciute ufficialmente sono poco più di una decina. Poco importa, però, il “sigillo ufficiale” della Chiesa, stando al fatto che, la maggior parte di queste apparizioni, ha dato vita, nel popolo di Dio, alla costruzione di santuari, istituzione di tradizioni plurisecolari, diffusione di preghiere e devozioni che hanno avuto larghissima divulgazione. Sempre, la “venuta” della Vergine Maria è stata accompagnata ad un richiamo alla preghiera (il rosario, in particolare), alla penitenza, alla conversione… Insomma, tutto quanto, in un modo o in un altro, ritroviamo indicato nel messaggio di Cristo.

Obiettivo della Vergine Maria, possiamo sintetizzare, sin dalle nozze di Cana è, è stato e sempre sarà, quello di dirci: «Fate quello che Lui vi dirà» (Gv 2,5).

Nonostante questa comunanza di elementi, dobbiamo però segnalare una particolarità per le apparizioni di Fatima. San Giovanni Paolo II, a Fatima, il 13 maggio 1982, esattamente un anno dopo il suo attentato in piazza San Pietro a Roma (oggi ricorre anche il 40esimo di tale attentato), ci disse che «se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatima è soprattutto perché esso contiene una verità e una chiamata, che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiamata del Vangelo stesso. “Convertitevi, (fate penitenza) e credete al Vangelo” (Mc 1,15), sono queste le prime parole del Messia rivolte all’umanità. Il messaggio di Fatima è nel suo nucleo fondamentale la chiamata alla conversione e alla penitenza, come nel Vangelo».

Da ciò potremmo quasi definire, Fatima, senza voler banalizzare il “bignami” della fede. Ma non solo! C’è da notare che le apparizioni del Portogallo si contraddistinguono per il modo in cui hanno segnato la storia del mondo, con citazioni dirette e precise, da parte della Vergine Maria quando parla ai tre Pastorelli di Comunismo, degli errori della Russia, della Guerra Mondiale, tanto per fare qualche accenno, in barba al politically correct dei nostri giorni che mai avrebbe tollerato che a dei bambini si parlasse di questi argomenti (sic!).

Ma non ci vogliamo accontentare del riassunto e allora, nella ricorrenza di quest’anno, andando a spulciare il voluminoso testo della Documentazione critica di Fatima edito dal Santuario di Fatima, tradotto in italiano grazie alla Pontificia Academia Mariana, nel 2017 (meglio non dire quante pagine è questo volume e nascondere quanti siano i volumi originali portoghesi: si scoraggerebbero i più volenterosi!), ricordiamo un paio di curiosità.

Chiariamo che la ricchissima documentazione raccolta a riguardo delle apparizioni è composta di testi scritti, firmati sotto giuramento, nel periodo successivo alle apparizioni e ci consegna una varietà di interventi umani e divini allo stesso tempo, che superano abbondantemente lo straordinario soprannaturale. Nessuno si deve meravigliare che in tale documentazione siano riportati anche documenti ufficiali che fin dai primi tempi dichiaravano le intenzioni di chi voleva a tutti costi mettere a tacere il “fatto di Fatima”.

Essendo la festa della Vergine, voglio richiamarne solo due di queste interessanti informazioni.

La piccola Giacinta, oggi santa, poco prima della sua morte avvenuta a Lisbona il 20 febbraio 1920 fu depositaria di molte “confidenze” di natura divina che sono sconosciute ai più; confidenze sia da parte della Vergine Santa che dallo stesso Signore Gesù che le facevano compagnia negli ultimi tempi prima della morte (chi ha la possibilità di visitare la celletta in cui è morta la piccola bambina, a Lisbona, noterà accanto al letto una sedia sulla quale, la piccola diceva si sedessero questi suoi “ospiti”).

Fortunatamente per noi, chi ha assistito la santa bimba ha annotato quanto lei confidava di questi colloqui che ci confermano come l’evento Fatima non è un fatto tra i tanti, ma segno della premura divina nei confronti di un popolo troppo spesso portato a sviare.

La Vergine Maria, in particolare, fu per lei Madre e attraverso di lei, per noi, Maestra: «Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù» e ci sembra superfluo far notare che le “mode” non si riferiscono al solo modo di vestire, ma riguardano una mentalità diffusa, incapace di assumere il dettato evangelico come norma di vita buona, saturo di quanto il pensiero dominante propone come progresso.

La seconda informazione, tra quelle che certamente possiamo fare nostre, è una confidenza che, detto tra noi, ci aiuta a sfatare il “mito” che prima delle apparizioni le famiglie dei Pastorelli erano solite recitare il Rosario: questo non accadeva! Il rosario non era, prima delle apparizioni, una preghiera quotidiana. Le cose cambiarono quando, i tre bimbi, restando incantati da un volto più bello del sole compresero che, per rivedere nuovamente il viso più bello del Paradiso, sarebbe stato necessario recitare ogni giorno il Santo Rosario.

Cosa ne deduciamo? Oltre ad approfondire questo messaggio (consiglio a tutti la lettura delle Memorie di Suor Lucia, punto centrale per la storia delle Apparizioni), è cosa buona onorare la Beata Vergine Maria con la recita di un rosario, meglio detto in famiglia.

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