La persecuzione dei cristiani non conosce tregua. Ma è censurata!

La persecuzione dei cristiani non conosce tregua. Ma è censurata!

ECCO L’ARMA PIU’ USATA PER NASCONDERE I CRIMINI IN AFRICA CONTRO I CRISTIANI: LA CENSURA

Di Umberto Spiniello

Pochi giorni fa in un villaggio vicino alla capitale Akure dello stato meridionale di Ondo, uno dei 36 che costituiscono la repubblica federale della Nigeria, è stato rapito Otamayomi Ogedengbe un pastore protestante, il rapimento è avvenuto mentre il religioso si trovava in chiesa per una funzione religiosa. 

Il commando di  rapitori ha fatto irruzione nella chiesa, puntandogli una pistola alla tempia mentre predicava dall’altare e lo ha poi trascinato via davanti ai fedeli terrorizzati.

La persecuzione dei cristiani in Nigeria non conosce tregua e ultimamente è facilitata dal caos e dallo stato di confusione in cui versa il paese. L’industria dei rapimenti ad opera di gruppi islamisti cresce ogni giorno che passa, così come il conflitto portato avanti dai Fulani, etnia nomade di pastori,  molto numerosa in Nigeria, e i cristiani sono spesso le prime vittime di entrambi i soggetti.

Lo dimostra un rapporto appena realizzato da Intersociety Rule of Law, da gennaio ad aprile 2021 sono almeno 1.470 i cristiani uccisi e 2.200 quelli rapiti da gruppi islamisti, compresi Boko Haram e Fulani. Il dato indica che la violenza è addirittura in aumento nel paese, rispetto all’anno scorso. Nel 2020, infatti, secondo un altro rapporto, stilato dall’autorevole secondo Open Doors sono rimasti uccisi per la loro fede 3.530 cristiani. La Nigeria si conferma così il «paese più pericoloso dove essere cristiani». 

Ma anche la vicina Etiopia sta conoscendo una stagione di violenza e ferocia a danno dei cristiani. In Tigrai, almeno 78 sacerdoti massacrati negli ultimi cinque mesi.

Il prestigioso organo di stampa britannico Telegraph ha cercato conferma tra i sopravvissuti e ha scoperto che i soldati dell’esercito nazionale etiope e truppe eritree dopo aver saccheggiato e bombardato chiese e monasteri,  hanno iniziato una vera e propria caccia ai religiosi, facendo irruzione nei cimiteri durante i funerali o durante le celebrazioni dei santi.  

Uccidono, violentano e in totale impunità bloccano gli aiuti umanitari. Dopo molti tentativi una troupe della CNN è riuscita a eludere i posti di blocco e raggiungere la regione settentrionale del Tigrai dove i soldati eritrei, camuffati da militari etiopi, stavano bloccando i convogli con gli aiuti umanitari, tutto questo nonostante il governo di Abiy Ahmed si fosse impegnato il 26 aprile scorso al ritiro delle truppe eritree.  I cameraman sono riusciti a riprendere e diffondere i filmati dei camion carichi di cibo saccheggiati.

L’inchiesta della Cnn è arrivata alla commissione Affari Esteri della Camera, l’Onu ha confermato i saccheggi, i repubblicani chiedono ora a Joe Biden di emanare sanzioni per violazione dei diritti umani. 

Ma è il prestigioso New York Times che denuncia anche una drammatica censura, la revoca dell’accreditamento del suo inviato Simon Marks, in seguito ai suoi reportage sulle vittime di aggressione sessuale e gli abusi commessi dai soldati etiopi ed eritrei. 

A novembre, l’arresto di sei reporter etiopi che lavoravano per i media locali, conferma che la censura e la manipolazione mediatica, sembra essere all’ordine del giorno tra i miliziani eritrei ed etiopi, in una  guerra che ha portato a migliaia di morti, oltre due milioni di sfollati (generando anche un nuovo fenomeno migratorio verso l’Europa). In seguito sono scattati gli arresti anche per i cameraman e i giornalisti che collaborano con le testate internazionali. 

Un giornalista etiope, Dawit Kebede, è stato ucciso a Mekelle. A febbraio uomini armati hanno fatto irruzione nella casa di Lucy Kassa, collaboratrice del Los Angeles Times, le hanno confiscato computer, chiavette e intimato di non proseguire nella sua inchiesta sui combattenti eritrei arruolati dagli etiopi in Tigrai. Marks è stato accusato di divulgare notizie false e faziose il giorno dopo aver incontrato altre vittime degli stupri di massa ad opera dei miliziani di cui aveva già scritto sul Times. Nascondere la verità della persecuzione sistematica contro i cristiani in Africa, sembra essere diventato una routine, Il tempo è scaduto l’ONU e gli USA non posso restare a guardare questa mattanza efferata.

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