Uno scenario per l’Occidente

Uno scenario per l’Occidente

L’ESITO FINALE E INEVITABILE DELL’ ATTUALE DERIVA DELLO STATO LIBERALE MODERNO, CHE HA SOTTRATTO LE SOCIETA’ ALLA SOVRANITA’ DI DIO, E’ LA TIRANNIA E L’ANARCHIA

A cura di Pietro Licciardi

Una conseguenza del pensiero ideologico e ateo con il quale si sono formate le società e gli stati europei e occidentali all’indomani della Rivoluzione francese è che certi concetti sono completamente scomparsi dalla prospettiva politica contemporanea, anche tra coloro che pure si ispirano, o almeno così dichiarano, al Vangelo, a meno che non abbiano conservato, o riconquistato, un pensiero controrivoluzionario.

Tra i concetti cancellati dal lessico e dalla prassi vi è il fatto che non solo i singoli individui ma anche gli organismi sociali devono riconoscere il dominio sovrano di Dio e seguire e osservare l’ordine naturale da Egli istituito.

E come i singoli individui che si sottraggono alla potestà divina vedono la loro vita perdersi nel peccato anche le collettività che negano questa verità si perdono dando vita a sistemi peccaminosi, disumani e totalitari. Possiamo fare l’esempio dei regimi atei comunisti o pagani come il nazionalsocialismo ma le società liberali o “democratiche” – abbandonata questa verità – facilmente si trasformano anch’esse in regimi omicidi e oppressivi.

Nel “libero” e “democratico” Occidente, divenuto ormai a sua volta ateo e pagano non abbiamo gulag e lager ma cliniche ove praticare aborti – oltre 6 milioni di morti solo in Italia – ed eutanasia; non abbiamo tribunali speciali o del “popolo” ma i dissidenti sono ugualmente giudicati e condannati mediante campagne televisive e di stampa alla morte civile; non abbiamo le camice brune – i pretoriani di Hitler – o le guardie rosse – i pretoriani di Mao – ma abbiamo antifa, black live matter, centri sociali e “sardine” pronti a scendere in pazza a comando.

Per il diritto moderno non Dio ma l’uomo, e il suo pensiero, è il padrone assoluto e arbitro dei suoi destini personali, familiari e sociali, nazionali, internazionali e mondiali e chi voglia restituire a Dio il Suo posto diventa un nemico e potenziale usurpatore. Quindi lo sforzo da parte della Chiesa per compiere la sua missione nell’ordine sociale è inevitabilmente un’intromissione clericale nella società. Tutto deve essere laicizzato: gli stati, le costituzioni dei popoli e la loro legislazione, i governi, i parlamenti, tutti gli organismi ufficiali, tutte le istituzioni pubbliche e anche quelle private.

L’impronta soprannaturale è cancellata dappertutto. L’ordine soprannaturale non deve esistere. La Chiesa può essere, tutt’al più, una società privata senza nessun diritto pubblico, senza alcun privilegio e quand’anche vi sia un governo composto da cattolici ad essa favorevole tale favore, di diritto, potrà essere accordato o ritirato a piacimento

Ma tolto di mezzo Dio viene meno anche ogni verità per lasciare il posto al più assoluto arbitrio e alla suprema ingiustizia.

Tutte le società e tutti gli stati che sono costruiti sui principi dell’1789 si sono posti nell’impossibilità di riconoscere o di professare una verità. È la conseguenza logica delle grandi libertà moderne. Facciamo l’esempio di un insegnante di religione che ai suoi alunni insegna che “Dio esiste” e che “la Chiesa cattolica è un’opera divina”. In virtù dei suoi principi lo Stato lo lascia fare. Agli stessi alunni l’insegnante di filosofia, marxista, invece insegna che “Dio non esiste” e che  “la Chiesa cattolica è una vasta cospirazione”. In virtù dei suoi stessi principi, lo stato lo deve lasciar fare; entrambi gli insegnanti infatti sono liberi di esprimere il loro pensiero e protetti dalla Costituzione allo stesso grado. La sola verità per lo stato è che ciascuno è libero d’insegnare.

Dal punto di vista strettamente logico, lo stato moderno è dunque necessariamente ateo e libero pensatore o, più esattamente, “senza verità”, cioè in pratica: contro la Verità, contro Dio. E deve esserlo, affinché possa restare ciò che è poiché in caso contrario non potrebbero più lasciare gli uomini padroni e arbitri dei loro destini

Per lo stato infatti riconoscere ad esempio che la vita è sacra poiché essa appartiene solo a Dio significherebbe ammettere che una verità c’è e che a questa occorre essere necessariamente legati e quindi che vi è qualcosa superiore alla “verità” che discende dallo stato e dalle sue leggi, sancite dalle maggioranze parlamentari, e questo non può essere.

Accettato il principio della laicité giacobina sopra descritto e fatto proprio dagli stati moderni, qualsiasi verità, inconfutabile e oggettiva, viene meno. Così il capovolgimento della morale – l’omicidio che diventa un “diritto” -, l’arbitrio giuridico eretto a sistema – le sentenze creative di certi giudici -, il sovvertimento, anche per via giudiziaria, del dato di natura – si è maschio o femmina a seconda di come ci si percepisce e chi obietta è denunciato – diventano inevitabili e sempre più veloci e travolgenti per approdare ad un unico inevitabile esito: l’anarchia e la tirannia.

«…L’abbiamo fatto notare più di una volta: per mettere un freno a tutte le dissolutezze dello spirito, del cuore e della passione, si è fatto ricorso alla volontà generale e ci si è visti obbligati a creare delle leggi. Solo la legge fa il diritto, ma se la legge rappresenta la volontà generale del popolo e se questo popolo è diretto da una cattiva volontà, atea, empia, immorale, cosa potremmo attenderci se non la tirannia. Si governa in nome del popolo; e a nome di questo stesso popolo si imporranno le ingiustizie le più crudeli e spesso le più strane. Tali sono le conseguenze del liberalismo. L’anarchia e il sovietismo derivano da questo in linea diretta. Il liberalismo mina alla base di tutti gli ordini non importa in quale società…» (Catéchisme des Droits Divins dans l’Ordre Social, Père A. Philippe CSSR).

 

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