Crisi nella chiesa, la soluzione non sono “i sociologismi e gli psicologismi”

PIÙ CHE UN PROBLEMA DI SESSO, PIÙ CHE UN PROBLEMA DI MORALE, È IN GIOCO IL VALORE FONDAMENTALE DELLA FEDE, QUANTO MAI IN AFFANNO NEL NOSTRO TEMPO, ANCHE NEGLI AMBIENTI CRISTIANI

Di Diego Torre

Nella risposta di Papa Francesco al card. Marx e alle sue dimissioni, vi sono passaggi degni di particolare approfondimento.

“Tutta la Chiesa è in crisi a causa della piaga degli abusi; ma la Chiesa non può fare un passo avanti senza assumere questa crisi”. Nessuno sosterrà che il Papa punti il dito contro la Chiesa per il gusto di farlo. Egli prende atto di una realtà che riguarda “Tutta” la Chiesa. Aggiunge poi il Papa che “La politica dello struzzo non porta a niente”. Tacere per carità di patria non è buona politica, soprattutto nel corpo mistico di Cristo che non teme le verità anche imbarazzanti; semmai ha tutto da perdere da silenzi che sembrano (o sono) complici.

Ma la soluzione non sono “i sociologismi e gli psicologismi”. Non saranno Freud o Jung a risolvere problemi le cui radici sono in una crisi ben più profonda dell’uomo della post modernità, e che non risparmia i credenti, laici e chierici. “Non ci salveranno le inchieste né il potere dell’istituzione. Non ci salverà il prestigio della nostra Chiesa che tende a dissimulare i suoi peccati; non ci salverà né il potere del denaro né l’opinione dei media. Ci salverà aprire la porta all’Unico al quale possiamo confessare nella nostra nudità: ‘ho peccato’, ‘abbiamo peccato’”.

Il Papa richiama poi ad una assunzione comunitaria di responsabilità, che comporta un “mettersi in crisi” e la necessità di procedere ad una riforma che rompa i “silenzi” e le “omissioni”.

Il contenuto della lettera è ovviamente finalizzato all’orrore pedofilia e alle dimissioni del porporato tedesco, ma è possibile partendo da esso confermare alcune verità di sempre.

1° Diagnosticare una malattia (il peccato) non è odiare il peccatore (la Chiesa in questo caso); tutt’altro. E’ invece il passaggio obbligato per una sana terapia.

2° Le crisi possono evolvere in un rafforzamento del corpo attaccato e renderlo successivamente più sano e vigoroso, “perché da una crisi non si esce se non in comunità”. E’ già successo altre volte nella storia della Chiesa.

3° Per la dottrina del corpo mistico, i peccati di talune membra possono essere riparati dalle preghiere, dalle azioni e dai sacrifici di altre. E’ in buona sostanza il contenuto del messaggio della Madonna a Fatima; e non solo di quello.

4° La soluzione del problema non consiste nel dare la moglie ai preti (quanti laici sposati si macchiano del crimine di pedofilia!), ma nel trovare le ragioni vere e profonde del celibato sacerdotale. Oltretutto si tratta quasi sempre di atti pedofili con tendenza all’omosessualità. La gran maggioranza del clero vive felicemente in castità, appagato dall’amore della propria sposa, la chiesa particolare affidato loro dallo Spirito Santo.

5° E’ assolutamente falso il dogma pansessualista su cui si fonda la nostra pseudo civiltà. La pratica sessuale ha il suo vero senso e rende felice nel contesto della vocazione matrimoniale. Bisogna avere il coraggio di annunciarlo al mondo, mostrandone la bellezza e l’unicità. Prima ovviamente, bisogna esserne convinti.

6° Tutto ciò ha un senso ed una energia invincibile se vissuto e operato in quell’UNICO che ha il potere di salvarci. Cristo povero, casto e obbediente rimane il modello perfetto, la forza e la felicità di ogni anima con speciale consacrazione. Ma ciò, nelle modalità della vocazione coniugale o celibataria, vale per ogni stato di vita. Cristo rende felici già su questa terra.

Più che un problema di sesso, più che un problema di morale, è in gioco il valore fondamentale della fede, quanto mai in affanno nel nostro tempo, anche negli ambienti cristiani. “La “morte di Dio” annunciata, nei decenni passati, da tanti intellettuali cede il posto ad uno sterile culto dell’individuo. In questo contesto culturale, c’è il rischio di cadere in un’atrofia spirituale e in un vuoto del cuore, caratterizzati talvolta da forme surrogate di appartenenza religiosa e di vago spiritualismo. Si rivela quanto mai urgente reagire a simile deriva mediante il richiamo dei valori alti dell’esistenza, che danno senso alla vita e possono appagare l’inquietudine del cuore umano alla ricerca della felicità: la dignità della persona umana e la sua libertà, l’uguaglianza tra tutti gli uomini, il senso della vita e della morte e di ciò che ci attende dopo la conclusione dell’esistenza terrena” (Benedetto XVI,8.3.2008).

Un ragionamento valido per tutti: lontani e … soprattutto vicini. Il richiamo ai valori eterni è il vaccino contro qualunque peccato.

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