Il Covid-19, il “Grande Fratello” e le sette fasi del totalitarismo

Il Covid-19, il “Grande Fratello” e le sette fasi del totalitarismo

NELLA GESTIONE TOTALITARIA DELL’ATTUALE VIRUS C’E’ TUTTO: LA PAURA ALIMENTATA DAGLI “SCIENZIATONI” E DAI MASS-MEDIA, I POLITICI DEBOLI ED INCAPACI, BISOGNOSI DELL’EMERGENZA PER RIMANERE A GALLA, I POTERI FINANZIARI CHE SFRUTTANO L’OCCASIONE PER FARE SOLDI, I GRANDI VENDITORI ON-LINE CHE ARRICCHISCONO E CONTINUANO A GODERE DI UNA FISCALITA’ DI FAVORE MENTRE I PICCOLI COMMERCIANTI E LE IMPRESE FAMILIARI FALLISCONO…

Di Diego Torre

Nella gestione totalitaria dell’attuale virus c’è tutto perché il popolo-bue invochi un bel potere mondialista che spadroneggi liberamente nella vita privata dei sudditi, che controlli gli spostamenti e le idee di ciascuno, che zittisca con la psicopolizia gli oppositori perché nemici dei “diritti” o della “salute pubblica” o della libertà. Un potere che possa entrare dappertutto, decidere senza fastidiosi parlamenti, che abbia un ministero della Verità per definirla ed imporla ed una neo-lingua primitiva per esprimerla. E se questo potere manipola la natura, distrugge la famiglia, abbatte la natalità salvo a commissionarla in provetta, che importa? Purché garantisca sopravvivenza, fumo e birra. Un Grande Fratello che si curi di noi, pensi per noi e se facciamo i discoli intervenga con energia.

E’ l’avvenire che vogliono darci! Nel prossimo lockdown (il blocco) che tenteranno di imporci andiamo a leggere 1984 di Orwell, scritto nel 1948, e troveremo un pezzo del nostro presente e (forse) del nostro futuro.

Orwell, trotzkista e poi socialista, contribuì alla letteratura distopica nella lotta contro il totalitarismo. “Orwelliano” è un termine usato per meccanismi totalitari di controllo del potere e del pensiero.

Se si parla in un certo modo si finisce per pensare in un certo modo. Un’attenzione particolare merita la neolingua che Orwell illustra in un’appendice di “1984”. Supervisionata dal Ministero della Verità, essa vede diminuire le espressioni che richiamano sfumature, abolire forme irregolari, impoverire la loquela, e, nel tempo, diminuire il numero di parole fino a… produrre un linguaggio ed un pensiero omologato e primitivo. La neo-lingua nasce dall’archelingua, l’inglese, la lingua commerciale per eccellenza, ma si arricchisce pure di nuovi vocaboli funzionali al regime.

E’ inquietante come oggi il linguaggio soprattutto giovanile (messaggi e social), e l’uso massiccio dell’inglese nella comunicazione di massa vadano in questa direzione. Un andazzo che trova sponda nel mondo fluid LGBT, dove gender ha sostituito sesso, e ci sono genitore 1, 2, 3, 4. Ma abbiamo pure l’embrione “prodotto di concepimento”, l’aborto “interruzione volontaria di gravidanza”, l’eutanasia “interruzione volontaria di sopravvivenza”, la presidenta, l’assessora e la ministra (ma non abbiamo l’elettricisto o il dentisto).

Spiegava il vecchio Orwell: “Il linguaggio politico è progettato per far sembrare veritiere le bugie, rendere l’omicidio rispettabile e per dare una parvenza di solidità al vento”.

Follie quelle di Orwell? Michel Onfray, filosofo e saggista, ateo, socialista libertario, edonista, post-anarchico, astro della “gauche” francese, non è certamente un cristiano. Nel suo “Teoria della dittatura” del maggio 2020, paragona Machiavelli ad Orwell e analizza il nostro tempo, quello del coronavirus, col suo “tipo nuovo di totalitarismo”, realizzato in 7 fasi, ognuna meritevole di una riflessione a sé:

1. “siamo una società sottoposta a controlli di ogni tipo, una società in cui la parola, la presenza, l’espressione, il pensiero, le idee e gli spostamenti sono completamente tracciati e tracciabili. Le informazioni recuperate potranno essere tutte usate per istruire le pratiche destinate al tribunale del pensiero”;

2. creazione e imposizione della neo-lingua;

3. “si stabilisce come nuova e insormontabile verità il fatto che non esistono più verità ma solo prospettive. E guai a chi rifiuta la nuova verità sull’inesistenza delle verità!”;

4. strumentalizzazione della storia;

5. “cancellazione della natura”; per il gender la sessualità è una scelta culturale mutabile, non un dato di natura. «Questo odio per la natura, questa guerra di distruzione dichiarata alla natura, è propedeutica al progetto transumanista»;

6. “l’incoraggiamento dell’odio”. “Nell’ambito della cultura postmoderna, l’odio viene riservato a chi non si inginocchia davanti alle verità rivelate della religione che si autoproclama progressista”;

7. “l’Impero è in marcia”, ovvero il potere globalista e la fine delle nazioni. L’allarme e la paura del virus servono anche a questo!

Orwell fu alunno di Aldous Huxley, scrittore inglese amante di droghe, pacifista convertito all’induismo. Egli scrive nel 1932 “Il Mondo Nuovo”, un romanzo di fantascienza in cui il popolo disprezza il barbaro passato (che ignora) e viene “prodotto” in fabbriche, “programmato” per caste, ottenute controllando lo sviluppo degli embrioni, mentre la contraccezione, insegnata nelle scuole, evita nascite naturali. “Padre” e “Madre” sono insulti.

La sessualità, controllata dai contraccettivi, è fortemente incoraggiata sin da bambini, e le persone spinte alla poligamia e a legami superficiali.

Sparisce l’identità personale, le diversità, l’amore, la famiglia, la religione, ma … c’è la salute, la pace e la tecnologia. Tecniche di condizionamento mentale nel sonno convincono ciascuno della propria felicità.

Ciò è tanto normale che si usa “condizionato” al posto di “educato” e va amata la propria casta fino al colore dei vestiti.

Per gli insoddisfatti c’è Soma, una droga antidepressiva; è anormale chi la rifiuta, o chi vive in monogamia o esprime critiche al sistema. Comanda una élite autocratica. Non serve la democrazia: c’è la scienza.

Potremmo continuare con scrittori come Ray Bradbury, Anthony Burgess, etc., e tanti film dello stesso filone. Tutti prevedono un Nuovo Ordine Mondiale, dove il popolo bue è bestialmente appagato, e dominato dalla paura e dal controllo mentale. Analogie con quanto stiamo vivendo?

 

 

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Testo impressionante e realistico, che brevemente riassume quanto scritto da Benson nel “il padrone del mondo”.