“Biblische Mail”, messaggi dalle periferie del mondo

“Biblische Mail”, messaggi dalle periferie del mondo

VICENDE VISSUTE IN MISSIONE ATTRAVERSO IL FILTRO DI UN VERSETTO BIBLICO

Di Angelica La Rosa

Quante volte fatichiamo a vedere la presenza di Dio negli eventi della nostra vita? Come possiamo scoprire che non siamo mai soli, neanche nel silenzio assordante della notte più buia?

Bi@mail. Messaggi dalle periferie del mondo” (Edizioni San Paolo 2021, pp. 368, euro 20, in uscita venerdì 3 settembre) può aiutare a trovare le risposte giuste attraverso le tante storie di successi e insuccessi che raccontano dell’impegno quotidiano contro il disagio sociale che una straordinaria “coppia” di missionari, il gesuita padre Georg Sporschill e Ruth Zenkert (autori del testo), inviano settimanalmente ai loro amici e sostenitori in forma di mail (bimail@elijah.ro) da quelle “periferie del mondo” in cui sono stati chiamati da Dio a vivere per incontrarlo e servirlo nei fratelli più poveri.

Ogni “bimail” (dal tedesco: biblische Mail) narra una vicenda reale da loro vissuta e la rilegge in modo sapiente attraverso il filtro di un versetto biblico, offrendo alla fine alcune domande che invitano il lettore alla riflessione personale per riconoscere le tracce di quel “quinto Vangelo”, che Dio scrive sulle righe storte della nostra vita.

Ogni storia si rivela, quindi, un viatico per prendere confidenza con la Bibbia, il libro dei libri, quello in cui ogni vicenda umana passata, presente e futura è stata già scritta e raccontata. Anche la nostra.

Georg Sporschill (1946) è un gesuita di origine austriaca che ha dedicato la propria vita alle persone bisognose nelle aree più povere d’Europa. Negli anni Ottanta ha dato avvio a numerose opere sociali a Vienna, impegnandosi per il reinserimento nella società di ex carcerati ed emarginati. Nel 1991 ha fondato a Bucarest, insieme a Ruth Zenkert (1962), l’associazione “Concordia”, lavorando all’organizzazione di reti assistenziali per bambini di strada e minori abbandonati, vittime di violenza e abuso di narcotici, e aprendo poi comunità simili anche in Moldavia e in Bulgaria. Con l’associazione “Elijah”, fondata nel 2012 e ispirata all’episodio del profeta Elia nutrito dai corvi (1Re 17,2-6), attualmente entrambi promuovono il riscatto umano e sociale delle popolazioni Rom della Transilvania, in particolare dei loro bambini, anche attraverso la musica.

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