L’ascesa verso le “terre alte” come paradigma della ricerca interiore

LE PIÙ BELLE PAGINE DELLA LETTERATURA MONDIALE NELLA “GUIDA LETTERARIA DI MONTAGNA“, VOLUME APPENA PUBBLICATO DALLE EDIZIONI TERRA SANTA DI MILANO

Di Angelica La Rosa

Da sempre la montagna ha rappresentato nell’immaginario dell’umanità un mondo “altro”: sede della divinità, punto di contatto tra cielo e terra, covo di spiriti e creature misteriose. Tutte le culture hanno sacralizzato le cime. E non a caso anche l’antropologia, l’arte, la letteratura, la filosofia hanno provato a spiegare l’irresistibile anelito umano nei confronti delle vette.

La montagna è metafora di una dimensione ostica rispetto alla pianura, così legata al vivere quotidiano, alle occupazioni e alle comodità. Eppure, questo luogo elevato – in cui si nascondono asprezze, insidie e crepacci – permette sovente a chi decide di “ascendere” di staccarsi dal contesto per guardare dall’alto la pro-pria condizione abituale.

In “Guida Letteraria di Montagna – Pagine di altura dai più grandi scrittori d’ogni tempo e latitudine” (a cura di Anna Maria Foli, Edizioni Terra Santa, Milano 2021, pagine 224, 16 €) le più belle pagine della letteratura mondiale accompagnano il lettore in un sorprendente tour narrativo in alta quota su picchi, cordigliere e massicci inespugnabili. Brani narrativi indimenticabili, in cui il fascino della montagna diventa soggetto poetico, mostrando come l’ascesa verso le “terre alte” sia paradigma di una ricerca interiore che accomuna le donne e gli uomini di ogni tempo e latitudine.

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