L’avventura umana e spirituale del più famoso esorcista: Gabriele Amorth

L’avventura umana e spirituale del più famoso esorcista: Gabriele Amorth

“NON SOLO HA AFFRONTATO LA GUERRA CONTRO IL DEMONIO, MA HA INSEGNATO AD ALTRI A FARLO, NE HA PARLATO E SCRITTO, COINVOLGENDO TANTI NELL’IMPRESA. HA SPESO LA VITA NEL SOLLECITARE I CRISTIANI – MA ANCHE PRETI E VESCOVI – A CREDERE ALL’ESISTENZA E ALLA PERVASIVITÀ DEL DEMONIO”

Di Domenico Agasso*

Scacciate i demoni. Lo intima Gesù ai discepoli nel Vangelo. Lui stesso affronta il Demonio nel deserto per quaranta giorni. Resiste. Combatte. Vince. Nemmeno la fame (“Trasforma queste pietre in pane”, Satana ci prova e riprova, inesausto: che vittoria sarebbe, quella su Dio stesso, incarnato nel suo figlio Gesù) fa breccia. Gesù non cede al Tentatore suadente. Ma se ha tentato Gesù nel deserto senza successo, non si è certo arreso. Continuando – nei secoli dei secoli – a provarci con ogni uomo che nasce sulla terra. Per questo esiste. Il suo compito, la sua “missione” è portare via quante più anime possibile a Dio. Strappare le creature al loro Creatore.

Quanti oggi credono all’esistenza, all’azione, alle vittorie del Demonio? È questo il suo successo più grande: convincere il mondo di non esistere, di essere scomparso per sempre, e invece agire indisturbato, colpire le creature indifese. Indifese perché incredule: da cosa difendersi, se il male non esiste più?

Il Tentatore c’è riuscito: convincerci tutti – o quasi – della sua inesistenza. Inabissarsi, nascondersi, negarsi, per colpire meglio, per conquistare spazi, allargare sempre di più i suoi domini. È riuscito a convincere le moltitudini di essere poco più di una favoletta adatta a tener buoni i bambini, come il lupo cattivo e l’uomo nero.

Quel che è peggio, la Chiesa stessa sembra dimentica del Demonio. Dopo averci insistito per secoli, adesso, nella modernità più sregolata, ha abbandonato la sfida. Come se il Vangelo non fosse lì, da sempre, ancora e ancora, a mettere in guardia, a insistere, a ripetere che il cuore di ogni uomo – anche quello di Pietro e quello di Giuda, due dei Dodici vicinissimi a Gesù – può essere conquistato dal signore del male, può esserne travolto, con risultati disastrosi per l’uomo singolo e l’umanità intera. No, non basta più nemmeno il Vangelo. Non bastano i santi, i Papi, i vescovi e i preti che, lungo duemila anni, si sono cimentati nella lotta contro il Maligno.

Il Demonio lo abbiamo rimosso, come il peccato, come – in fondo – la morte. Tutte questioni antipatiche, anacronistiche, fuori moda. Roba da Medioevo. L’uomo moderno non ha tempo per queste sciocchezze antiche. Altre sfide, ben più eccitanti ed emozionanti, provocano la modernità.

Gli stessi concetti di bene e di male si sono modificati nella mentalità comune. Che cosa è bene e cosa male? Chi può dirlo. Tutto è relativo. Ognuno ha il diritto di costruirsi un bene e un male su misura per sé; e se ciò danneggia altri, che importa: l’uomo è libero o no? Potrà fare ciò che vuole della sua esistenza sulla terra, o no? Così l’umanità corre verso un destino oscuro e spaventoso, già visto, già vissuto: l’uomo divora l’uomo, homo homini lupus.

Eppure, basterebbe avere occhi per guardare: non è forse demoniaco che mezzo mondo sia in guerra, che esistano prigionieri, profughi, affamati e assetati, perseguitati e torturati, violenze indicibili sui bambini, sulle donne, sui vecchi? Non è forse demoniaco che si uccidano i piccoli nel grembo materno e i malati senza speranza? Che l’odio spezzi le famiglie, che il razzismo avveleni gli animi, che le ideologie armino individui e nazioni?

Il fumo di Satana è entrato nella Chiesa, disse Paolo VI negli anni Settanta del secolo scorso. Lo stesso fumo sembra avvolgere il mondo intero, intossicare le coscienze, sconvolgere le menti, distruggere la convivenza umana. Il bene resiste, certo, resiste e resiste. Spesso vince, respingendo gli assalti formidabili del male dalle mille forme. Ma che cosa c’è alla radice del male? L’azione del Demonio, ora e sempre. Far finta di nulla non ci salverà dalla sua azione prepotente, insistita, pervasiva. Dunque, prendere sul serio il Vangelo, credere in Gesù Cristo morto e disceso agli inferi, infine risorto, significa prendere coscienza che il male ha un nome, ha un volto, quelli del Demonio. Presenza sgradita, certo, ma vera e tangibile, nei secoli dei secoli.

Per fortuna, nella Chiesa vi sono uomini disposti a guardare Satana in faccia, ad affrontarlo, a combatterlo e a vincerlo. Sono gli esorcisti. Sacerdoti che si preparano con coscienza e scrupolo per un compito da tremare. Contrastare il principe di questo mondo, scacciarlo come sta scritto nei Vangeli, come esige Gesù. Spesso sconosciuti o poco noti, a volte incompresi o derisi, gli esorcisti rappresentano un’arma potente contro il dilagare del Maligno, per la conquista dei cuori, per la vittoria del male sul bene.

In “Don Amorth continua. La biografia ufficiale” (Edizioni San Paolo 2021, pp. 240, euro 18) si racconta l’avventura umana e spirituale del più famoso esorcista, il sacerdote Gabriele Amorth, che per trenta lunghi anni ha svolto quel ruolo cruciale con dedizione totale, finché le forze lo hanno sostenuto. Non solo ha affrontato la guerra contro il Demonio, ma ha insegnato ad altri a farlo, ne ha parlato e scritto, coinvolgendo tanti nell’impresa. Ha speso la vita nel sollecitare i cristiani – ma anche i preti, anche i vescovi – a credere all’esistenza e alla pervasività del Demonio. Puntando il dito contro le moderne manifestazioni del male in tutte le sue forme, spesso accattivanti e affascinanti.

Incoraggiato dagli ultimi tre Papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – egli ha combattuto la buona battaglia, ha conservato la fede, ha terminato la corsa. Implacabile nemico del principe di questo mondo, ha difeso la causa di Gesù e della sua Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, ma pure imperfetta e peccatrice. Se oggi altri combattono sul quel fronte impervio, è certamente grande e storico merito suo. Ha ridato visibilità e nobiltà alla pratica antica dell’esorcismo, trascinando alla battaglia altri giovani sacerdoti, sensibilizzando i vescovi, stando al fianco dei fedeli, mettendoci tutti in guardia dalla tentazione di rimuovere il Demonio, di concedergli la vittoria più prestigiosa: credere che non esista, abbassare la guardia, lasciarsi allontanare da Dio e dalla Chiesa, dalla fede, dalla speranza, dalla carità.

 

*INTRODUZIONE A “DON AMORTH CONTINUA. LA BIOGRAFIA UFFICIALE”
EDIZIONI SAN PAOLO 2021, PP. 240, EURO 18

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