Non è credibile l’autocritica all’interno della comunità musulmana sul terrorismo

Non è credibile l’autocritica all’interno della comunità musulmana sul terrorismo

IL FANATISMO ISLAMICO ARMATO RIMANE UNA PREOCCUPAZIONE MILITARE IMPORTANTE

A cura dell’ACS – Aiuto alla Chiesa che Soffre*

 

I crimini efferati commessi da gruppi jihadisti come Daesh sono stati lo scorso anno meno numerosi – almeno su larga scala – e sembrerebbe che abbiano raggiunto il proprio apice.

Sebbene il fanatismo islamico armato rimanga una preoccupazione militare importante, ad esempio in Libia e in alcune parti della Siria, la perdita di territori da parte di Daesh in Siria e Iraq, e l’uccisione del suo autoproclamato califfo Abu Bakr al Baghdadi per mano delle forze speciali statunitensi nel 2019, non ha portato alla fine dell’organizzazione terroristica in quanto tale.

Avendo parzialmente spostato il proprio raggio d’azione in Africa (principalmente in quella sub-sahariana) e in Asia, Daesh rimane relativamente dormiente nella regione Medio Oriente e Nord Africa, limitandosi a terrorizzare sporadicamente musulmani e non musulmani. La fine dell’espansione territoriale del gruppo terroristico ha portato alla fine del terrore intenso e ineguagliabile che l’organizzazione ha esercitato durante il proprio periodo al potere su tutte le persone, senza alcuna distinzione.

La brutalità di Daesh, mostrata con tecniche professionali sui social media, e di altri gruppi estremisti ha portato a una profonda autocritica all’interno della comunità musulmana. Per esempio, il segretario generale della Lega Mondiale Musulmana con sede in Arabia Saudita, Mohammad bin Abdulkarim Al-Issa, quando gli è stato chiesto nel 2019 cosa alimenta l’islamofobia nel mondo, ha detto semplicemente: «Noi, i musulmani».

Anche il presidente egiziano al-Sisi (nella foto) ha ripetutamente chiesto una vera riforma dell’Islam. Sfortunatamente, i discorsi riformisti di leaders come al-Sisi sono inficiati dal pessimo record nel rispetto dei diritti umani registrato nei loro Paesi. L’approccio dall’alto verso il basso limita ulteriormente questi sforzi perché sono percepiti come politicamente motivati, e come tali mancano di credibilità tra gli aderenti all’Islam politico.

 

 

* Estratto da: Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale, Libertà religiosa nel
mondo 2021, aprile 2021, https://acninternational.org/religious-freedom-report/

Il Rapporto 2021 sulla libertà religiosa nel mondo è un prezioso studio pubblicato dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Quella del 2021 è la quindicesima edizione del Rapporto, prodotto ogni due anni e pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo

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