Green pass e principio di ragionevolezza
IL PASS, AVVERTITO ORMAI COME PASSAPORTO PER UNA MAGICA IMMUNITÀ, INCORAGGIA A DISMETTERE LE CAUTELE
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Di Elena Gobbato e Daniele Trabucco
Il principio di ragionevolezza, che si ricava dal comma 1 dell’art. 3 della Costituzione repubblicana vigente, deve ispirare ogni trattamento differenziato tra cittadini per non scadere nella illegittimità costituzionale della mera discriminazione.
E ragionevolezza vuol dire, secondo figure consolidate nella giurisprudenza costituzionale, non illogicità, non arbitrarietà, ma proporzionalità rispetto allo scopo.
Qui viene in rilievo la scienza: solo l’evidenza di un beneficio oggettivo per la salute collettiva può giustificare la discriminazione indotta dall’obbligo del certificato verde (cartaceo o digitale) Covid-19 per svolgere attività della vita quotidiana.
Una sicurezza su questo ad oggi non esiste, fosse solo per il fatto che tra i possessori ci sono anche “non vaccinati-tamponati”, “non vaccinati-guariti”, o vaccinati con una sola dose, le cui possibilità di contagiare sono elevate, ma che il pass, avvertito ormai come passaporto per una magica immunità, incoraggia a dismettere le cautele.
Ci si permette di abbassare la guardia, e di entrare in una sorta di giustificato limbo mentale dove si ritrova sicurezza a qualcosa di ancestralmente ben più profondo. Una mera coperta virtuale, mente e cuore rinfrancati dall’illogicita’ di fronte all’evidenza.
Allora ci si rifugia in una illusoria pseudo normalità dove l’esternazione di ciò che abbiamo accanto diventa nemico, dove si ergono muri e non c’è più volontà di trovare dialogo e strada comune.
Si diventa freddi e cinici di fronte alla dipartita di giovani come ormai parte di uno stato di passiva accettazione.
Quando ormai nel quotidiano come nel diritto ogni ragionevolezza cessa di esistere.
avete lasciato il QR visibile, Nicoletta A. non sara proprio felice. Meglio oscurarlo per evitare che venga condiviso in social et co.