L’economista Becchetti: “occorre frenare l’importazione dei prodotti dalle nazioni che non rispettano sostenibilità e legalità”

L’economista Becchetti: “occorre frenare l’importazione dei prodotti dalle nazioni che non rispettano sostenibilità e legalità”

IL PROFESSOR LEONARDO BECCHETTI, DOCENTE DI ECONOMIA POLITICA A ROMA TOR VERGATA: “L’ECONOMIA DEVE ESSERE CIRCOLARE E INCLUSIVA, IN GRADO DI NON RESPINGERE NESSUNO”

Di Bruno Volpe

 

Dal 21 al 24 Ottobre i fari dell’economia si spostano su Taranto e la Puglia. Il capoluogo jonico, infatti, ospiterà la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. È un appuntamento ormai consolidato al quale prendono parte non solo uomini di Chiesa, ma anche politici, economisti, imprenditori, manager. Per saperne di più abbiamo intervistato il professor Leonardo Becchetti, docente di economia politica a Roma Tor Vergata, collaboratore di Avvenire, tra i relatori a Taranto.

Professor Becchetti, partiamo dalla sede. Perché è stata scelta Taranto?

“Taranto è diventata una città simbolo del dilemma lavoro e della salute, categorie che non sono in contrasto ed anzi devono camminare di pari passo. Purtroppo questo a Taranto non è accaduto. Penso invece a Linz in Austria dove esiste una fabbrica simile eppure hanno saputo organizzarsi meglio”.

Di che cosa parlerete a Taranto?

“Delle cosiddette buone pratiche ambientali, ne indichiamo 271 e naturalmente qui non sto ad elencarle tutte. Penso ad esempio all’energia. Tutti ci lamentiamo del costo, però facciamo poco per abbassarlo ed invece abbiamo la possibilità di farlo producendo energia pulita in casa e addirittura vendere l’eccedenza. Ci occuperemo di economia e relazioni con la società, alla luce dei principi di solidarietà, della resilienza. Una economia che deve essere circolare, ma soprattutto inclusiva, in grado di non respingere nessuno”.

Lei è un economista affermato. Ritiene che la ripresa economica post pandemica sia davvero in atto?

“Lo dicono ampiamente i numeri. La ripresa va bene. Tuttavia va accompagnata da alcuni accorgimenti e sono del parere che vada messo un freno all’importazione dei prodotti di quelle nazioni che non rispettano criteri di sostenibilità e legalità. In poche parole quando in Europa giungono articoli prodotti in nazioni che non tutelano l’ambiente o non osservano norme di trasparenza, si alzi la tassazione. Non è protezionismo, ma necessità di regolare il mercato, di far giocare un campionato tra squadre che rispettano le regole. Oggi al contrario vi sono nazioni che si abbandonano a falli e manca l’arbitro”.

Rimbalzo positivo dell’ economia, che fare?

“Bisogna sfruttare questo momento favorevole, il Pil sta al sei per cento ed è bene. Tuttavia il problema si chiama disoccupazione. Trovo incredibile che per alcuni lavori si cerchino risorse e non si trovano, posti nei quali manca la manodopera per carenza di conoscenze tecniche. Il futuro passa dalla digitalizzazione e dal fare rete. Sempre in chiave solidale”.

 

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