Montevecchi (Lega): “Dietro la maschera della lotta alle discriminazioni continua ad avanzare imperterrita l’ideologia”

UN’ADESIONE AL PENSIERO RELATIVISTA DOMINANTE DA PARTE DI START ROMAGNA CHE HA DECISO DI PIEGARSI AI DIKTAT SULL’IDENTITÀ DI GENERE

Di Angelica La Rosa

 

“Dietro la maschera della lotta alle discriminazioni continua ad avanzare imperterrita l’ideologia”. Interviene così il consigliere regionale, nonché responsabile del dipartimento “Famiglia e Valori Identitari” della Lega Romagna, Matteo Montevecchi (nella foto) circa la nuova rivoluzione pro-gender di cui si parla in questi giorni relativa al fatto che sull’abbonamento dell’autobus si potrà indicare il proprio nome di elezione (nuovo nome scelto) al posto di quello anagrafico che figura sulla propria carta d’identità. “Si potrà quindi scrivere Paolo al posto di Marta. Federica al posto di Michele ecc”.

“Tutto ciò per mezzo di una decisione assunta dalla società del trasporto pubblico locale, Start Romagna a Ravenna e che riguarderà tutto il territorio romagnolo”, sottolinea Montevecchi.

“Non ci vedo grandi conquiste come viene sbandierato dalla Vice-Presidente della Regione Elly Schlein, ma semplicemente un’adesione al pensiero relativista dominante da parte di Start Romagna che ha deciso di piegarsi ai diktat sull’identità di genere, concetto che va a sostituire sostanzialmente il sesso biologico e per cui uno non sarebbe più uomo o donna in base alla sua identità sessuata, ma in base a ciò che si sente di essere al momento, proprio come recitava l’articolo 1 del fu DDL Zan. Basterebbe un minimo di onestà intellettuale per capire che scrivere sull’abbonamento il contrario di quanto affermato sulla carta d’identità rappresenta un’assurdità. Le conquiste vere sono ben altre”, conclude il consigliere romagnolo della Lega.

 

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