Si continua a puntare il dito contro i non vaccinati (e contro la vera scienza)
Di Emanuela Maccarrone
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GLI INOCULATI NON SONO IMMUNI DAL VIRUS E CONTINUANO AD ESSERE PARTE RILEVANTE DELLA PANDEMIA
Nel sito ufficiale sia dell’Istituto Superiore della Sanità che del Ministero della Salute (nono quesito) è chiaramente spiegato che tutti i cittadini devono rispettare le restrizioni sanitarie (mascherina, distanziamento e lavaggio accurato delle mani) ‘finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno che il vaccino inibisce la trasmissione del virus’.
E mentre la validità del green pass e il richiamo per il vaccinom-RNA sono state ridotte, rispettivamente da 12 a 9 mesi per il primo, e da 6 a 5 mesi per il secondo, si fomenta l’odio contro quella parte di popolo che è scettico nei confronti dei vaccini covid, in quanto sieri sperimentali.
Mentre la trasmissione “Fuori dal coro” di Mario Giordano ha mostrato come il certificato verde dei cosiddetti immunizzati, invece di essere revocato non appena risultano colpiti dal Covid, continua ad essere valido, consentendo l’eventuale libera circolazione nel territorio italiano ed europeo degli stessi, con il forte rischio di diffondere il virus, si continua a lanciare accuse nei confronti dei non vaccinati.
Tuttavia un pensiero diverso da quello dominante è arrivato dalla nota rivista scientifica inglese ‘The Lancet’, che ha denunciato una discriminazione nei confronti dei non oculati, relativamente all’espressione “pandemia dei non vaccinati”.
A parlare di questa discriminazione è stato il professor Günter Kampf, dell’Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell’Università di Greifswald, attraverso un articolo che è apparso sul periodico.
Il professore si è avvalso di alcuni dati per dimostrare l’attendibilità delle sue dichiarazioni. Negli Usa e in Germania, contrariamente a quanto fomentato dai funzionari di alto livello, responsabili di aver diffuso l’idea di una pandemia dei non vaccinati, i dati dimostrano che sia immunizzati che non immunizzati sono ugualmente rilevanti nella trasmissione del Covid-19.
“Nel Massachusetts, durante vari eventi nel luglio 2021, sono stati rilevati 469 nuovi casi di Covid-19 e 346 (74%) di questi riguardavano persone completamente o parzialmente vaccinate, di cui 274 (79%) erano sintomatici”.
Kampf ha evidenziato che “negli Stati Uniti entro il 30 aprile 2021 sono stati segnalati 10262 casi di Covid-19 in persone vaccinate, di cui 2725 (26,6%) erano asintomatiche, 995 (9,7%) sono state ricoverate e 160 (1·6%) sono morte”.
La Germania non è da meno: “il 55,4% dei casi sintomatici di Covid-19 in pazienti di età pari o superiore ai sessant’anni riguardava individui completamente vaccinati e questa proporzione aumenta ogni settimana. A Münster, in sempre Germania, si sono verificati nuovi casi di Covid-19 in almeno 85 (22%) delle 380 persone che erano completamente vaccinate o che si erano riprese dal Covid-19 e che frequentavano una discoteca”.
Il professore ha concluso la sua analisi dichiarando che seppur le persone vaccinate hanno un rischio inferiore di contrarre malattie gravi, i dati dimostrano che gli inoculati non sono immuni dal virus e, pertanto, continuano ad essere parte rilevante della pandemia. “È quindi sbagliato e pericoloso parlare di ‘pandemia dei non vaccinati’”.
Non solo, Kampf ha invitato i funzionari di alto livello statunitensi e tedeschi a fermare la stigmatizzazione dei non vaccinati e di impegnarsi, invece, a unire la società. Che questo invito sia rivolto anche all’Italia dove si fomentano le discriminazioni tra i cittadini?