Attualità dell’Anticristo?

Attualità dell’Anticristo?

Di Vincenzo Silvestrelli

IL LIBRO APPENA USCITO SULL’ANTICRISTO DELLO SCRITTORE CRISTIANO ANTICO IPPOLITO DI ROMA (II-III SEC.) AIUTA ANCHE A COMPRENDERE ALCUNE DINAMICHE  DELL’ATTUALE SOCIETÀ

È stato appena ripubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano di Bologna (ESD) un classico dello scrittore cristiano antico Ippolito di Roma. Il libro, dal titolo “Cristo e l’Anticristo” (Bologna 2021, pp. 256, € 25), reca il testo greco a fronte e si conclude in appendice con due articoli del card. Giacomo Biffi (1928-2015) sull’opera del teologo ortodosso Vladimir Solov’ev (1853-1900).

Ippolito di Roma, teologo di origine asiatica nato intorno al 170 d.C. e morto nel 235 d.C., si ricorda in particolare per la sua diatriba con Papa Zeffirino (199-217), relativamente alla determinazione della data della Pasqua. Il conflitto fu tale che Ippolito finì per essere eletto dai suoi seguaci antipapa, il primo della storia. La vicenda del suo scisma si concluse con la deportazione congiunta di Ippolito e Zeffirino in Sardegna ed il loro comune martirio. Durante la prigionia si riconciliarono ed Ippolito invitò i suoi fedeli a rientrare nella Chiesa. Oggi una parrocchia romana presso il Verano è persino dedicata a lui.

Il testo di Ippolito è il primo trattato sulla figura dell’Anticristo. Esso parte dalla Sacra Scrittura per costruire la presumibile identità di questo personaggio. Nella Seconda lettera ai Tessalonicesi San Paolo afferma: «Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima, infatti, verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio, perciò, manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità».

Ippolito trae dalla Sacra Scrittura, che conosce profondamente, gli elementi per tratteggiare la figura del malvagio della fine dei tempi che è, come il demonio, “simia Dei”, scimmia di Dio, imitatore blasfemo. L’Anticristo vorrà imitare e sostituirsi al Messia e lo farà con potenza demoniaca fino a quando non verrà distrutto dall’intervento diretto di Dio. L’Anticristo è dunque legato alla fine dei tempi, come evidenziato anche dal passo sopra citato dell’Apostolo Paolo.

Scrive al riguardo Ippolito: «l’ingannatore vuole somigliare in tutto al Figlio di Dio: leone il Cristo, e leone anche l’Anticristo; re il Cristo, e re terrestre anche l’Anticristo; il Salvatore si è mostrato come agnello, e anche lui si farà vedere come agnello, pur essendo dentro un lupo. Il Salvatore è venuto al mondo circonciso, e anche egli sarà così».

Il tema della “bontà” dell’Anticristo ricorre anche nell’opera di Vladimir Solov’ev L’Anticristo. Significativo il passaggio nel quale lo scrittore russo afferma: «il nuovo padrone della terra era anzitutto un filantropo, pieno di compassione e non solo amico degli uomini, ma anche amico degli animali. Personalmente era vegetariano, proibì la vivisezione e sottopose i mattatoi a una severa sorveglianza; le società protettrici degli animali furono da lui incoraggiate in tutti i modi. La più importante di queste sue opere fu la solida instaurazione in tutta l’umanità dell’uguaglianza che risulta essere la più essenziale: l’uguaglianza della sazietà generale. Questo evento si compì nel secondo anno del suo regno. La questione sociale, economica, fu definitivamente risolta. Ma se la sazietà costituisce il primo interesse per chi ha fame, per quelli che sono sazi sorge il desiderio di qualche cosa d’altro. Perfino gli animali, quando sono sazi, vogliono di solito dormire, ma anche divertirsi. Tanto più l’umanità, che sempre post panem ha reclamato circenses».

Come non pensare, leggendo queste frasi, alla contemporaneità? Il Politicamente corretto, il buonismo senza verità che permette la promozione di “cause” come l’aborto, l’eutanasia, la droga, la sessualità che usa e asservisce rientra in questa dimensione dell’Anticristo. La lettura di Ippolito è dunque utile per vedere come tutto sia stato già scritto e come non ci possiamo stupire del male che avanza anche se dobbiamo contrastarlo, con la certezza che Cristo lo sconfiggerà per sempre.

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