Germania/Italia, anno zero (dal non comprare dai non vaccinati allo sterminarli con lo Zyklon B)

di Gianmaria Spagnoletti

QUESTO NON È IL MOMENTO DI DIVIDERSI, MA DI RESISTERE IN MASSA E FARE UNA RIBELLIONE CORALE. ANCHE IL FATTO DI ESSERE A FAVORE O CONTRO LA “PUNTURA”, O DI AVERLA FATTA O MENO, DIVENTANO FATTI SECONDARI

 

Il quotidiano “Ostsee Zeitung” riporta che ai primi di dicembre 2021 è apparsa sulla vetrina di un negozio di Usedom, nel nord della Germania, la scritta Kauft nicht bei ungeimpften, cioè “Non comprate dai non vaccinati” (VEDI QUI)

I mass-media ci hanno ripetuto, e ci stanno ripetendo da un bel pezzo, che i vaccinati sono i “belli, bravi e buoni”, mentre i no vax (termine-ombrello che ormai comprende anche chi non è ancora arrivato alla terza dose) sono i “brutti, sporchi e cattivi”. E soprattutto, ci hanno detto che non valeva a nulla fare paragoni con le persecuzioni e lo sterminio degli ebrei, perché (testuale) “non è la stessa cosa”.

Io stesso invito sempre a fare paralleli con cautela, come in questo articolo. Però è doveroso dire e ripetere che gli orrori dell’Olocausto non sono nati dal nulla, ma dal clima di odio che accusava gli ebrei di ogni male e li ha fatti diventare un “capro espiatorio”. Ora però qualcuno ha cominciato davvero a “partire per la tangente”.

Ciò premesso, trovate le differenze fra queste due foto:

Inoltre, è apparso un volantino a Lucca, in via della Pescheria che vedete nella foto in alto nell’articolo.

Dite che è tutto normale? Tutto nei limiti del civile confronto? O qualcuno si è svegliato e si è posto il problema di indagare sugli autori di questo fatto agghiacciante? Finora, solo il notiziario locale Lucca in Diretta ha dato e commentato la notizia. I maggiori mass-media, che in passato davano molto spazio a episodi in cui venivano disegnate svastiche o stelle di David sulle case di ex-partigiani o ex-deportati, non hanno ancora scritto nulla. Eppure è un FATTO che ormai si sia stabilito un clima di odio che divide il mondo tra “noi” e “loro”, ponendo le premesse per conseguenze tragiche.

Ma i grandi giornali continuano a ripetere:
“NON è LA STESSA COSA”.
“NON è LA STESSA COSA”.
“NON è LA STESSA COSA”.
“Non è la stessa cosa”.

Siamo ancora in tempo per fermarci, e perché qualcuno avverta della follia collettiva ormai in piena corsa? Questo non è il momento di dividersi, ma di resistere in massa e fare una ribellione corale. Anche il fatto di essere a favore o contro la “puntura”, o di averla fatta o meno, diventano fatti secondari. L’importante è unirsi e reagire insieme, perché è in atto un attacco alla libertà di tutti.

 

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