Costanza Miriano: “se sei di Cristo tutto può essere giudicato alla luce della Verità”

di Costanza Miriano*

A NOI CHE CERCHIAMO, DESIDERIAMO ESSERE DI CRISTO, L’ARTE, LE COSE FATTE BENE, LA BELLEZZA, TUTTO CIÒ CHE È BUONO E VERO RIPORTA A LUI

Mai come quest’anno mi sono attaccata ai testi dei Cinque Passi che Padre Maurizio Botta mi ha inviato per scrivere qualche riga di prefazione.

Come forse molti di noi, in questo periodo di grandi novità, di prova, in questa situazione assurda, difficile che siamo stati chiamati tutti a vivere, ho bisogno di punti fermi, di roccia, di speroni a cui aggrapparmi. Ho bisogno di meno parole, le ascolto spesso con fastidio, ne vorrei di meno, ma più salde, più buone. Mi pare che sia quello che si trova nelle trascrizioni dei Cinque Passi, sempre di più: ogni anno meglio, e specialmente in quest’anno speciale. Parole distillate, che si percepiscono raffinate da ore di riflessione e preghiera, parole raccolte da un lavoro di gruppo e poi ricomposte e come asciugate da un’anima che prega, e che proprio grazie alla lucidità della preghiera è sempre più capace di stare dentro al mondo con intelligenza, curiosità, capacità di trattenere il seme, cioè salvare ciò che è buono.

Mi sono attaccata a questi testi, dicevo. Altre volte, negli anni passati, li aprivo senza avidità, con calma, perché li avevo già ascoltati tutti dal vivo, sempre armata del mio quadernetto di cuoio, e mi sembrava di avere già preso e trattenuto ciò che era possibile prendere. Questa volta no. Ho bisogno di rileggere con calma e di non perdere neanche una sillaba di quello che mi può aiutare. Mi sono armata di matita, va bene lo ammetto, anche un po’ rossa e blu alla ricerca dei refusi (è deformazione professionale da mamma e da prof mancata, e guarda caso il primo passo parla di maestrine), ma soprattutto alla ricerca di gemme da conservare, da mettere nel forziere al quale attingere nei momenti di confusione, che sembrano piuttosto frequenti al momento. E ho trovato quello che speravo.

Innanzitutto, sebbene grazie al comune cammino di fede e cultura nell’impostazione di fondo io già sia in sintonia con quello che viene detto in ognuno di questi passi, ogni volta c’è più di uno spunto nuovo, un riferimento per me inedito, il desiderio di approfondire o riscoprire qualcosa (ho un libretto dove segno le cose da vedere o leggere quando i figli usciranno di casa o sarò in pensione o imparerò a dire “no”, spero che almeno una di queste cose succeda qualche mese prima che muoia; se muoio domani seppellitemi con il libretto, sta sopra la cassa dello stereo, in alto a sinistra).

Ma soprattutto, quello che si trova nei Cinque Passi, e ormai dopo sessanta passi possiamo fare un bilancio, è un metodo. Il metodo che qui imparo, per me – spero che siate d’accordo – è il fatto che se sei di Cristo tutto ti interessa, tutto ti riguarda, tutto può essere giudicato alla luce della Verità.

Un esempio: a un certo punto padre Maurizio racconta di essere andato a vedere Il lago dei cigni e di aver pagato un palco ben 60 euro, per poter vedere bene. A un ben pensante può subito partire il giudizio – “Ma come? Un prete che spende tanto per andare a teatro invece che dare i soldi ai poveri, bla bla bla”. Invece, a noi che cerchiamo, desideriamo essere di Cristo, l’arte, le cose fatte bene, la bellezza, tutto ciò che è buono e vero riporta a Lui, e così padre Maurizio racconta di essersi commosso per una scena perfetta, eseguita grazie a chissà quale dedizione e, racconta, “sono uscito da teatro pensando che voglio essere un prete serio così come lo sono quei ballerini con la loro arte”.

Questo, intendo, è il metodo Cinque passi: cercare nella realtà, nella cultura, alta o bassa (qui trovi Ezra Pound e Vasco Rossi; Dante e canzonette, Puccini e Matrix), nelle circostanze, tutto quello che ti porta a Dio. E cercare nel rapporto con Lui i criteri per giudicare le cose e per agire da battezzati, cioè da persone non trascinate, non annoiate o sbadate, non conformate al mondo, ma desiderose di starci dentro provando a vivere in un modo nuovo e prendendo tutto ciò che è bello, buono e vero, facendo continuamente memoria del Padre che ci custodisce e ci permette la vera libertà, quella dei figli.

* Prefazione al libro di padre Maurizio Botta
“Quel cretino di un cristiano. Cinque Passi al Mistero”
(Edizioni San Paolo 2022, pp. 192, euro 16)

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