La denuncia del Pontefice al Pensiero Unico

di Diego Torre

RISCRIVERE LA STORIA E NEGARE LE IDENTITA’. PAPA FRANCESCO DICE NO!

Non è novità che, quando Papa Francesco  si pronuncia in modo deflagrante  su temi cari al politicamente corretto, un gelido silenzio accoglie le sue parole, le quali, poco o nulla attenzionate dai massmedia, cadono nel dimenticatoio … e non se ne parla più. 

Recentemente il Pontefice ha rivolto un importante discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, in cui ha spaziato sui temi dell’agenda internazionale, dicendo però cose scomode per i  sacerdoti del politicamente corretto. 

Papa Francesco  ha richiamato le emergenze attuali, la questione migratoria, come anche la pandemia e il cambiamento climatico, per poi dichiarare con forza, con un taglio da alcuni giornalisti definito ratzingeriano: “Il deficit di efficacia di molte organizzazioni internazionali è anche dovuto alla diversa visione, tra i vari membri, degli scopi che esse si dovrebbero prefiggere. Non di rado il baricentro d’interesse si è spostato su tematiche per loro natura divisive e non strettamente attinenti allo scopo dell’organizzazione, con l’esito di agende sempre più dettate da un pensiero che rinnega i fondamenti naturali dell’umanità e le radici culturali che costituiscono l’identità di molti popoli. Come ho avuto modo di affermare in altre occasioni, ritengo che si tratti di una forma di colonizzazione ideologica, che non lascia spazio alla libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella cancel culture, che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche. In nome della protezione delle diversità, si finisce per cancellare il senso di ogni identità, con il rischio di far tacere le posizioni che difendono un’idea rispettosa ed equilibrata delle varie sensibilità. Si va elaborando un pensiero unico – pericoloso – costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l’ermeneutica dell’epoca, non l’ermeneutica di oggi. La diplomazia multilaterale è chiamata perciò ad essere veramente inclusiva, non cancellando ma valorizzando le diversità e le sensibilità storiche che contraddistinguono i vari popoli.” 

E’ la denuncia del Pontefice al pensiero unico, ormai dominante nelle elitè culturali e politiche dell’occidente una volta cristiano, che rinnega le radici culturali e, ancor peggio, la natura stessa dell’uomo.  Tale tentativo ha un suo metodo, la cancel culture, la cultura della cancellazione, ovvero l’ostracismo verso quei fatti o personaggi o pensieri, passati o presenti,  sgraditi al conformismo ideologico imperante.

Essa, soprattutto negli USA (perora), è un vero e proprio movimento militante. Aldilà dell’oceano infatti, distruggere o rimuovere statue, processare uomini del passato secondo “l’ermeneutica di oggi”, cancellare autori “sessisti” dai testi di studio come Omero, è ormai prassi diffusa; come anche togliere il greco ed il latino nelle facoltà di lettere classiche. Essa procede di pari passo con la cultura LGBT, dal Papa spesso bollata come colonizzazione ideologica, che da noi aggredisce le parole  storpiandole, e introduce “matrimoni” gay,  gender ed utero in affitto nelle legislazioni. 

Francesco ritiene che ciò derivi dall’avere dimenticato che “«ci sono alcuni valori permanenti».  … Desidero richiamare specialmente il diritto alla vita, dal concepimento sino alla fine naturale, e il diritto alla libertà religiosa.”

Il Papa ha parlato. Quanti, anche nel  mondo cattolico, hanno ascoltato? Eppure la denuncia è netta e degna di grande  approfondimento. E soprattutto, col rigido controllo dei media, i quali preferiscono solitamente rubacchiare pezzi di frasi nelle interviste in aereo … quanti hanno saputo?

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