Il destino del mondo lo decide un club di cui l’Italia non fa parte

Il destino del mondo lo decide un club di cui l’Italia non fa parte

di Lorenzo Capellini Mion

NOI CON IL GOVERNO MCKINSEY/WORLD ECONOMIC FORUM, CAPITANATO DAL “MIGLIORE” SERVIAMO APPENA COME LABORATORIO SOCIALE…

Nei giorni scorsi il presidente Macron si è recato a Mosca in visita dal presidente Putin al cui cospetto sembrava un coniglio bagnato. Poi è stato a Kiev dal presidente Zelensky e il linguaggio del corpo è subito cambiato, anche se non me lo vedo Napoleone con la mascherina.

Nel frattempo il cancelliere tedesco Olaf Scholz è andato in visita alla Casa Bianca da Joe Biden (alias Brandon) che debole come è ha disperatamente bisogno di un’arma di distrazione di massa, magari sotto forma di guerra che non deve essere vinta ma deve avere la qualità di non finire mai.

In questo neocon, democratici e globalisti in genere sono uniti, ben foraggiati da lobby delle armi e dall’arcipelago Soros. La Russia viene trattata come se fosse ancora l’Unione Sovietica ma nel
mirino c’è l’ultimo storico bastione della cristianità.

Questi incontri al vertice concomitanti dimostrano una volta di più che senza la Gran Bretagna si scrive Unione Europea ma si legge Francia+Germania.

Quello che si dicono davanti alle telecamere è abbastanza irrilevante, in fondo tutti sanno che la posizione della NATO è sempre meno difendibile e ci vorrebbe del coraggio a condannare le proprie nazioni a morire di freddo.

Gli occhi più che sull’Ucraina vanno tenuti fissi su Taiwan, secondo me. Il destino del mondo lo decide un club di cui l’Italia non fa parte. Noi con il governo McKinsey/World Economic Forum capitanato dal “migliore” serviamo appena come laboratorio sociale.

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