Anche oggi il Signore rimane amareggiato dall’ottusità dei discepoli

Anche oggi il Signore rimane amareggiato dall’ottusità dei discepoli

di don Ruggero Gorletti

COMMENTO AL VANGELO DI MARTEDI’ 15 FEBBRAIO 2022

 

Dal Vangelo secondo san Marco 8,14-21

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

COMMENTO

«Non comprendete ancora?». Il Signore rimane amareggiato dall’ottusità dei discepoli, che non riescono a vedere la mano della Provvidenza in ciò che accade nella loro vita. Sono piegati sul loro problema contingente (c’è poco pane), non riescono a vedere più in là, ad un palmo del loro naso. Gesù da una parte e i discepoli dall’altra sembra che parlino con due vocabolari diversi, che non riescano proprio ad intendersi.

Anche noi tante, troppe volte, facciamo così. Siamo talmente presi dai nostri problemi quotidiani che non vediamo negli avvenimenti della nostra vita l’agire di Dio, quando sarebbe agevole accorgercene, se solo riuscissimo ad usare bene la nostra ragione! Pensiamo spesso che Dio sia lontano, che non si curi di noi. E non ci accorgiamo invece di quanto ci sia vicino, di quanto si prenda cura della nostra vita. Anche quando viviamo situazioni difficili, magari situazioni di grande dolore, Dio ci è vicino. Può essere che non faccia quello che gli chiediamo, ma possiamo essere certi che Egli si prende cura di noi. Perché ci ama e ci vuole felici, non necessariamente in questa nostra esistenza terrena, ma certamente e per sempre nella vita eterna.

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